Billie Jean King: “La Nazionale di Garbin è una famiglia. Sinner? Ragazzo fantastico”

Redazione
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Tathiana Garbin e Billie Jean King - Foto FITP

A 81 anni, Billie Jean King è ancora un’icona viva del tennis mondiale. Presente a Shenzhen per seguire da vicino le Billie Jean King Cup Finals 2025, la leggenda statunitense ha parlato al Corriere dello Sport della competizione che porta il suo nome, di Jannik Sinner, della squadra italiana campione in carica e di alcuni dei temi più caldi del tennis contemporaneo.

La rimonta dell’Italia sull’Ucraina è stata fantastica,” ha raccontato King, “così come il 2-0 inflitto alla Cina: una sfida che avrebbero anche potuto perdere. Mi aspetto una finale combattuta.” L’entusiasmo è lo stesso di sempre per una figura che vive il tennis con passione e instancabile energia: “Parlo ancora di Fed Cup, ma questa competizione ha un posto speciale nel mio cuore. Io stessa, nel 1963, sono stata la prima a vincerla con gli Stati Uniti, ed entrare nella storia con quella squadra è stato uno dei momenti più importanti della mia vita.

A renderla unica, secondo la campionessa americana, è proprio la dimensione di squadra: “Condividere lo spogliatoio è qualcosa di ineguagliabile. A Wimbledon una volta mi è capitato di stare nello spogliatoio con Chris Evert, le nostre madri ci avevano portato del cibo… era un clima cordiale, ma strano. In nazionale, invece, si crea un legame speciale.

L’Italia, secondo Billie Jean King, incarna perfettamente questo spirito: “Quando le osservo vedo una famiglia. Si guardano sempre le spalle a vicenda. Garbin è una grande capitana e una grande persona: ogni anno mi regala la giacca della nazionale. Qui non conta solo la classifica, ma il gruppo. E quando un capitano decide, le giocatrici devono lasciare il proprio ego nello spogliatoio.”

Un passaggio particolarmente divertente dell’intervista è dedicato a Jasmine Paolini e all’atmosfera durante la sfida con la Cina: “Paolini è impazzita per il tifo del pubblico cinese. A fine partita ha regalato palline, polsini, asciugamani… mancavano solo le racchette! (ride)”. E poi Sara Errani: “Ha vinto il doppio misto agli US Open, quella finale è stata il match più divertente che io abbia mai visto.

Billie Jean King ha colto l’occasione anche per ribadire l’importanza del doppio: “Dovrebbe essere l’evento più grande nel tennis, è il più divertente. Purtroppo il singolare è ciò che la gente ama di più, ma i doppisti meritano rispetto. Agli US Open si è fatto un passo avanti.

Parlando di tennis maschile, non poteva mancare un commento su Jannik Sinner: “La rivalità tra Sinner e Alcaraz è ciò di cui il tennis ha bisogno. Negli ultimi vent’anni il tour maschile è stato fortunato. Serve una rivalità anche nel femminile. Se arrivasse un terzo giocatore sarebbe ancora meglio, come accadde con Djokovic.” E sul tennista altoatesino ha aggiunto: “È un ragazzo fantastico. Quando l’ho conosciuto si è presentato stringendo la mano a tutti. Sa quanti lo fanno? Zero. Lui è arrivato dicendo ‘piacere, sono Jannik’, e io ho pensato: ‘sì, più o meno so chi sei!’ (ride). Questo episodio dice tanto di lui.

Infine, inevitabile un riferimento al 52° anniversario della storica “Battaglia dei Sessi”, che la vide protagonista contro Bobby Riggs: “Accettai di giocare al meglio dei cinque set per difendere il valore del neonato circuito WTA. Lo guardavano 90 milioni di persone. Sabalenka? Non dovrebbe farlo. Credo lo farà, ma Kyrgios vincerebbe, lo sappiamo tutti.

Ancora oggi, Billie Jean King è un punto di riferimento lucido, ironico e instancabile per il mondo del tennis. E nel suo sguardo rivolto al futuro c’è ancora spazio per sogni, battaglie e nuove generazioni da ispirare.

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