L’Italia ha una nuova religione sportiva, e questa volta non ha un pallone tra i piedi, ma una racchetta in mano. Da Nord a Sud, il tennis sta vivendo una crescita travolgente, una vera febbre tricolore che unisce generazioni diverse davanti alla tv e riempie palazzetti, bar e salotti. Lo dimostrano i numeri, le emozioni e, soprattutto, le imprese degli azzurri.
NON SOLO SINNER
La scorsa settimana l’incontro tra Sinner e Alcaraz ha registrato il record di ascolti per una partita di tennis: 7 milioni di telespettatori con uno share del 36,6%. Ma la conferma definitiva è arrivata dalla serata che ha trasformato Flavio Cobolli nel nuovo volto epico della Davis: una battaglia lunga più di tre ore contro Zizou Bergs, un match da brividi che ha inchiodato allo schermo oltre tre milioni di italiani. Un dato che parla da solo e racconta molto più di una semplice partita: è la fotografia di un Paese che si sta innamorando sempre di più del tennis.
RECORD DI ASCOLTI: COBOLLI VINCE OVUNQUE
La Rai non si è limitata a trasmettere la Coppa Davis: ha letteralmente rivoluzionato il palinsesto per seguire gli azzurri, e la scelta ha ripagato.
La sfida tra Cobolli e Bergs — in onda dalle 18:13 alle 21:22 — ha conquistato 3.040.000 spettatori, con un clamoroso 17,9% di share, regalando a Rai 1 la vittoria della serata.
E non è tutto: il pomeriggio aveva già fatto registrare un boom grazie a Matteo Berrettini, che battendo Raphael Collignon aveva totalizzato 1,35 milioni di telespettatori e il 13,7% di share. Numeri che parlano chiaro: quando l’Italia del tennis entra in campo, lo fa anche l’Italia davanti alla tv.
PASSIONE TRAVOLGENTE, IL TG1 SLITTA
La scena che meglio racconta la potenza di questa tennis-mania? Il Tg1 costretto a slittare di un’ora e mezza. Una rivoluzione quasi sacrilega per la tv pubblica, ma inevitabile: Cobolli stava vivendo un match che sarebbe rimasto nella storia, salvando sette match point e firmando un successo tiratissimo (6-3 6-7 7-6) che ha spinto l’Italia verso la finale di Davis per il terzo anno di fila.
Già nel pomeriggio, “La Vita in Diretta” era stata sospesa per trasmettere il match di Berrettini. Poi Cobolli ha completato l’opera, stravolgendo il prime time con un incontro che nessuno voleva perdere.
È l’ennesimo segnale di un movimento che non solo vince, ma coinvolge, trascina, unisce. E che soprattutto riporta davanti alla tv milioni di italiani, anche quelli tradizionalmente fedeli al calcio.
IL BOOM DEL TENNIS ITALIANO
La passione crescente del pubblico non nasce dal nulla: è figlia di un movimento che sta vivendo il momento d’oro più luminoso della sua storia.
I trionfi di Jannik Sinner, l’esplosione di talenti come Cobolli, Arnaldi e Musetti, il ritorno di Berrettini, l’anima di squadra costruita da Volandri: un mix che sta creando un fenomeno agonistico e culturale.
E mentre la Nazionale di calcio fatica a ritrovare il suo posto nell’immaginario collettivo, è il tennis a riempire il vuoto. Lo fa con storie nuove, con eroi credibili, con partite che sembrano romanzi e che la gente vuole vivere in diretta.
L’ITALIA DELLE RACCHETTE FA SOGNARE
I biglietti per gli eventi vanno sold out, gli ascolti crescono a ogni match, i giovani affollano i circoli: l’Italia ha scoperto che il tennis può regalare emozioni tanto forti quanto quelle del calcio — e spesso più pure, più sincere. E la serata di Cobolli, con milioni di spettatori davanti alla tv e la Rai costretta a inseguire il ritmo del campo, è l’ultimo, irresistibile capitolo di una storia che sta cambiando il panorama sportivo italiano. L’Italia vuole questo, e vuole il tennis