Top-100 Challenger

di Luca Brancher

Classificare è un hobby, una passione. A volte sterile, tante altre necessaria per meglio concepire cosa ci lascia un anno che volge al termine. Se le classifiche vengono fatte seguendo ferre regole, da esse si possno evincere tratti davvero interessanti.

Non ha carattere assolutistico, questa Top-100 Challenger, ma è un modo come un altro per raccontare le tante storie dei protagonisti del circuito secondario Atp, attraverso il quale passano i campioni annunciati del futuro oppure semplici sconosciuti che compiono un exploit inatteso. Comincia il conto alla rovescia, mettetevi comodi.

100-91

Già alla centesima posizione troviamo un nome interessante, John Isner (100). Tra fine luglio ed inizio agosto 2007 si esibiva in quel di Washington un lungagnone statunitense, appena uscito dal circuito NCAA, John Isner appunto. Destava stupore il modo in cui questo giovanotto di 22 anni giorno dopo giorno sconfiggesse giocatori di discreto, se non ottimo livello (Henman, Becker, Odesnik, Haas e Monfils nell’ordine), nella stessa maniera: al tie break del terzo set, sintomo di una freddezza impressionante. Arresosi in finale ad Andy Roddick, non gli riusciva un’impresa davvero singolare, ovvero quella di vincere nel giro di un mese un torneo future, un challenger ed un Atp. Si rifarà vivo a Flushing Meadows, centrando un terzo turno e soprattutto una sfida interessante contro Roger Federer, prima di dedicarsi con proficuità ai tornei challenger, tanto da entrare in extremis in questa classifica: centesimo posto per lui. Scorrendo la classifica troviamo talenti che finalmente sono riusciti in parte ad esprimere il loro valore: Philipp Petzchner, ad esempio, collocato al numero 99, che ha saputo proseguire sulla strada tracciata dalla finale conseguita ad Eckental nell’autunno 2006 ed ha trovato finalmente un po’ di continuità; la vittoria a Rennes ci permette di vederlo tra i primi 100 giocatori di questa particolare classifica. Si conferma invece Ivo Klec (98), sfrutta i tornei oceanici, ma non solo, vedasi il trionfo di Lubbock, il mancino australiano Robert Smeets (97), che quest’anno tra le sue vittime vanta anche l’altoatesino Andreas Seppi. Tra tennisti di fama acclarata (Mariano Zabaleta, 96, Raemon Sluiter, 93), promesse mai esplose (Brendan Evans, 94) e probabili future stelle (Marin Cilic, 95), giunge l’ora di Eduardo Schwank, tennista argentino, classe 1986, classificato alla posizione numero 91. L’ex promessa argentina è riuscito quest’anno ad effettuare un ulteriore salto di qualità, tanto da permettersi per la prima volta l’ingresso tra i top-200 del ranking Atp. Eduardo lo scorso anno aveva collezionato diversi successi a livello ITF, confermati anche all’inizio di questo 2007, prima di spostarsi in pianta stabile nei challenger, dove, dopo le finali di Belo Horizonte e Manta, ha raggiunto la prima vittoria, a Medelin.

100. John Isner (USA) 164 [9] (Indoor: 36°; Hard: 48°)

99. Philipp Petzchner (Germania) 170 [9] (Erba: 12°; Indoor: 32°)

98. Ivo Klec (Slovacchia) 172 [23]

97. Robert Smeets (Australia) 172 [19] (Hard: 22°)

96. Mariano Zabaleta (Argentina) 173 [7] (Clay: 40°)

95. Marin Cilic (Croazia) 173 [7] (Clay: 25°)

94. Brendan Evans (USA) 176 [24] (Indoor: 40°; Hard: 33°)

93. Raemon Sluiter (Olanda) 176 [13] (Clay: 48°)

92. Benedikt Dorsch (Germania) 178 [21] (Indoor: 43°)

91. Eduardo Schwank (Argentina) 181 [10]

90-81

Dopo Marc Lopez (90), posizionato in novantesima posizione, grazie alla notoria costanza di risultati ottenuti sulla terra rossa, troviamo Mikhail Ledovskikh (89), tennista russo, a suo agio sulle superfici rapide grazie al suo gran servizio, che lo ha portato avanti in molti dei challenger disputatisi nell’est-Europa: per lui vittoria ad Astana, finali a Penza e Togliati. Un altro russo lo troviamo in posizione 88, anche se di Andrei Golubev (88) qualcosa in più sappiamo, dato che ormai da 5 anni vive stabilmente a Bra, in provincia di Cuneo; le qualità tecniche del ragazzo sono piuttosto note, e quest’anno pare essersi finalmente scrollato di dosso l’etichetta di giocatore da futures, cogliendo risultati interessanti, financo a livello Atp.

Vera sorpresa di questo 2007 è il brasiliano Thomaz Bellucci (87), che nessuno, quando nella primavera faticava a vincere partite ITF nel nostro Paese, avrebbe osato pronosticare tra i top-200. Ed invece, il presto ventenne sudamericano ha centrato un filotto di risultati insperati, tra cui le finali di Cuenca e Bogota, che lo hanno issato all’ottantasettesima posizione del ranking challenger. Yeu-Tzoo Wang (86), giunto ottantaseiesimo, è invece una conferma a questi livelli, mentre stupisce l’ennesimo rientro di Bohdan Ulihrach (85), uno dei primi tennisti a cadere nelle trame dell’anti-doping anni fa, tennista che nel 1997 era riuscito a raggiungere la ventiduesima posizione mondiale. Per il ceco una vittoria ad Ostrava ed una semifinale a Prostejov costituiscono la possibile rinascita, corroborata dalla qualificazione a Wimbledon. Altro ritorno di fiamma è quello di Joseph Sirianni (83), che colleziona le sue vittorie sul finire della stagione, nella sua Australia; pareva essersi smarrito, ma così non è, Alex Bogomolov jr. (84) fermato in passato anche lui dalla disciplinare per uso scorretto di un farmaceutico, che quest’anno ha saputo sfruttare al massimo i tanti challenger che si giocano nel nord America per costruirsi una classifica dignitosa. Nonostante ciò, un po’ di preoccupazione potrebbero sortirla le otto sconfitte consecutive con cui ha concluso la sua annata. Ci si aspettava qualcosa di più, ma ormai da molto tempo, da Sergey Stakhovsky (81), il cui miglior risultato è stato raggiunto a Kuala Lumpur, finale, mentre Dick Norman (82) continua imperterrito a dare prova di longevità nei campi di tutto il mondo.

90. Marc Lopez (Spagna) 182 [17] (Clay: 37°)

89. Mikhail Ledovskikh (Russia) 183 [20] (Hard: 14°)

88. Andrey Golubev (Russia) 185 [18] (Indoor: 45°)

87. Thomaz Bellucci (Brasile) 186 [11] (Clay: 45°)

86. Yeu-Tzoo Wang (Taipei) 187 [11] (Hard: 12°)

85. Bohdan Ulihrach (Repubblica Ceca) 188 [18]

84. Alex Bogomolov jr. (USA) 189 [22] (Hard: 8°)

83. Joseph Sirianni (Australia) 190 [14] (Hard: 19°)

82. Dick Norman (Belgio) 191 [19] (Hard: 31°)

81. Sergey Stakhovsky (Ucraina) 192 [20] (Indoor: 11°)

80-71

Alex Bogdanovic (80) nel 2006 era stato uno degli assoluti dominatori dei challenger indoor: il 2007, invece, non è stato di pari valore, anche se, a dire il vero, il 23enne nato a Belgrado qualche risultato lo ha colto (vittoria a Valencia, CA, e finale a Cardiff), tanto da chiudere al sedicesimo posto nel ranking “al coperto”. Diverse le storie di Jesse Huta Galung (79) e Alessio Di Mauro (78): l’olandese pare finalmente aver imboccato al strada giusta, dopo stagioni piuttosto oscure, e l’anno che verrà sarà importantissimo per valutare se la calda estate 2007 sarà stata solo un fuoco di paglia. Il siracusano, dal canto suo, dopo l’exploit di febbraio a Buenos Aires, ha faticato un pochino a ritrovarsi, trovando ugualmente la vittoria a Mantova, che non gli ha evitato l’uscita però dai primi 100 della classifica Atp. Se non bastasse, Alessio è stato anche colpito dall’ondata dello scandalo scommesse, che gli impedirà di tornare sui campi ufficiali fino al prossimo agosto: nonostante ciò siamo certi che Di Mauro non si fermerà qua e saprà tornare a questi livelli.

Una presenza atipica, anche se frequente, è Ramon Delgado (77), trentunenne paraguaiano, che lega il suo nome alla vittoria ottenuta al Roland Garros 1998 su Pete Sampras. Ha giocato poco, Ramon, ma nonostante ciò ha dimostrato una volta di più di avere un tennis competitivo, anche se forse non più con quella frequenza che gli era valso un comodo posto tra i primi 100 giocatori al mondo. Discorso analogo per Younes El Aynaoui (75), che ormai trentaseienne non sarà in grado di ripetere i fasti che lo portarono al numero 14 della classifica mondiale, non più di quattro anni fa, nonostante nei challenger sia ancora in grado di piazzare acuti importanti; sempre che l’infortunio occorsogli a Como lo scorso agosto non lo abbia messo definitivamente alle corde. Tra i due, spinge Florian Mayer (76), abituato a scnedere a livello challenger per cercare punti per consolidare il suo ranking: come nelle passate stagioni sono bastate poche frequentazioni per mettere in saccoccia punti, anche se quest’anno il ragazzotto di Bayreuth non ha mai centrato l’acuto, fermandosi in finale a Dresda, Braunschweig e Prostejov. Nicolas Devilder (72) era stato un dominatore dei challenger su terra rossa del 2006, quest’anno, anche per la maggior partecipazione ad eventi Atp, il transalpino non ha saputo ripetersi, nonostante ciò è il primo dei giocatori che incontriamo ad aver abbattutto il muro dei 200 punti (201 per la precisione), assieme a Sam Warburg (73), reduce da una grandissima stagione sul cemento americano, soprattutto nel periodo estivo. Regolare il percorso di Julio Silva (74), vertiginoso climax ascendente invece per Jesse Levine (71), il mancino americano che si allena da Bolletieri: dopo una prima parte di stagione giocata a singhiozzo, Jesse si è letteralmente scatenato nell’autunno, dove ha dimostrato di essere uno dei giocatori più caldi del circuito. Il preludio a Tulsa, con la prima semifinale, seguita un mese dopo dai quarti di Rimouski e Louisville, le vittorie di Nashville e Champaign e la semifinale, con cui chiedeva la stagione, a Knoxville: cinque tornei giocati in un mese che gli sono valsi 173 punti ed un’escalation in classifica di quasi 300 posizioni. Nel ranking indoor, Jesse, chiude al terzo posto, secondo solo a Gulbis e Berrer, entrambi consolidati top-100 della classifica tradizionale.

80. Alex Bogdanovic (Gran Bretagna) 192 [17] (Indoor: 16°; Erba: 24°)

79. Jesse Huta Galung (Olanda) 192 [15] (Erba: 9°)

78. Alessio Di Mauro (Italia) 193 [19] (Clay: 35°)

77. Ramon Delgado (Paraguay) 193 [12] (Clay: 46°)

76. Florian Mayer (Germania) 194 [5] (Clay: 41°)

75. Younes El Aynaoui (Marocco) 197 [8] (Clay: 31°)

74. Julio Silva (Brasile) 198 [24] (Clay: 36°)

73. Sam Warburg (USA) 201 [23] (Hard: 6°)

72. Nicolas Devilder (Francia) 201 [17] (Clay: 28°)

71. Jesse Levine (USA) 202 [12] (Indoor: 3°)

70-61

Il serbo Dusan Vemic (70), noto più per il suo bizzarro talento che per i buoni risultati, conclude un 2007 finalmente positivo, senza aver però portato a casa titoli: ciò nonostante, mai il serbo nato in Croazia era riuscito a concludere l’anno tanto in alto nel ranking Atp. Diversamente da Alberto Martin (69), crollato in classifica, che sta provando a risalire, come Tomas Zib (68), anche se il tonfo del ceco è stato meno radicale e più cadenzato.

Si è sempre parlato molto bene di Daniel Gimeno (67), ma il tennista valenciano non riusciva a tenere fede alle aspettative che su di lui veniva riposte: la buona seconda parte di stagione (finale a Guayaquil, cui si aggiungono quattro semifinali challenger) lo riportano ai livelli di classifica di tre anni fa, ma questa volta Daniel, che ha ormai ventidue anni, non potrà sbagliare.

Per tennisti ormai abitudinari di questi piani (Frederic Niemeyer, 66) ci sono altri giovani che invece, dopo alcune incertezze giovanili, paiono esplosi: Viktor Troicki (65) non solo ha fatto bene a livello challenger, ma ha anche raggiunto una semifinale Atp (Umago); Jeremy Chardy (63) è invece stato capace di vincere un torneo sia su terra rossa (Kosice) che indoor (Barnstaple). Tra loro due va a collocarsi Harel Levy (64) sempre alla ricerca di quelle sensazioni che lo portarono a ridosso dei primi trenta giocatori del mondo, ormai più di sei anni fa.

Si conclude in maniera deludente, invece, la stagione che aveva portato Juan Pablo Guzman (62), per la prima volta, tra i top-100: l’argentino chiude al 151, ed al 62esimo posto del nostro speciale ranking.

Il belga Steve Darcis (61) balzò invece agli onori della cronaca nel luglio scorso per l’inattesa vittoria nell’Atp di Amersfoort. Grazie a quel successo, ed a quello ottenuto ad Helsinki nell’ultima apparizione stagionale, Steve corona quel percorso mancato per un soffio da Isner, ovvero vincere tre tornei di tre categorie differenti; per lui un’annata strepitosa con tante cose positive da ricordare: oltre a quelle già citate, anche l’entrata tra top-100 è una primizia di questo 2007.

70. Dusan Vemic (Serbia) 203 [14] (Hard: 21°)

69. Alberto Martin (Spagna) 203 [12] (Clay: 33°)

68. Tomas Zib (Repubblica Ceca) 204 [21] (Indoor: 14°)

67. Daniel Gimeno (Spagna) 204 [18] (Clay: 27°)

66. Frederic Niemeyer (Canada) 204 [11] (Indoor: 12°; Erba: 37°)

65. Viktor Troicki (Serbia) 205 [14] (Hard: 41°)

64. Harel Levy (Israele) 207 [16] (Erba: 2°; Hard: 34°)

63. Jeremy Chardy (Francia) 209 [24] (Indoor: 34°)

62. Juan Pablo Guzman (Argentina) 209 [20] (Clay: 25°)

61. Steve Darcis (Belgio) 209 [13] (Indoor: 15°)

60-51

Al sessantesimo posto troviamo David Guez, tennista transalpino che ha saputo raggiungere questi risultati anche grazie alla continuità con cui si è esibito in questo 2007: ben ventisei i tornei a cui ha preso parte. Molti, ma non quanti Jan Mertl (58), che con i suoi 28 è il giocatore ad aver preso parte a più competizioni challenger. Mathieu Montcourt (59), dal canto suo, ha invece saputo anteporre alla quantità di tornei giocati una determinata qualità, nata da un torneo vinto all’alba di quest’anno (vittoria a Durban) a cui ha saputo affiancare diversi piazzamenti che lo hanno portato fino al best ranking (111) nell’ottobre scorso. Mathieu dovrà però fare un ulteriore salto di qualità per ambire ad un posto nei top-100 Atp.

L’unico messicano presente in questa graduatoria è Bruno Echagaray (57), tennista di 24 anni, molto cresciuto in queste due ultime stagioni, a cui è però mancato l’acuto: le finali del Bronx e di Messico City sono i suoi migliori risultati, nel 2008 proverà pure ad ascrivere il suo nome negli albi d’oro dei vincitori.

Scorrendo la classifica troviamo due giocatori di sicuro valore, relegati fuori dai top-50 solo per la scarsa attitudine a cimentarsi a questi livelli: Michael Russell (56), vincitore del primo challenger del 2007 (come dell’ultimo del 2006) quest’anno ha avuto l’opportunità di giocare a livello Atp ed ha trascurato l’attività challenger, portando a casa, oltre al titolo di Noumea, quelli di Waikoloa e Joplin; analogo discorso per Potito Starace (55), trionfatore nella sua Napoli ed a San Marino.

Il tanto chiacchierato Daniel Koellerer (54) non si può proprio dire che quest’anno abbia fatto parlare di sè solo per il discutibile comportamento in campo, tanto che a settembre ha toccato il suo best ranking (n.131): una mano gli è sicuramente stata data dall’ottima attività svolta durante l’estate, che come apice ha avuto la finale di Rimini. Buona la prima parte di stagione anche per Carlos Berlocq (53), che in Italia ha trovato le sue vittorie (Torino e Barletta), mentre in settembre, a Bucarest, con la prima semifinale Atp, ha conseguito il miglior risultato di una carriera fatta di sudore e fatica; come quella di Fernando Vicente (52), che ancora ha saputo ruggire in talune occasioni e a non mollare la presa. Due successi ed un futuro interessante può attendere Leonardo Mayer (51), anni addietro fermato da un brutto infortunio: l’argentino ha soltanto 20 anni ed una classifica in continuo miglioramento. L’annata si è conclusa con la vittoria a Puebla: che sia una chiusura di buon auspicio per il 2008?

60. David Guez (Francia) 211 [26]

59. Mathieu Montcourt (Francia) 211 [15] (Indoor: 33°)

58. Jan Mertl (Repubblica Ceca) 213 [28] (Indoor: 17°)

57. Bruno Echagaray (Messico) 213 [25] (Hard: 27°)

56. Michael Russell (USA) 213 [6] (Hard: 15°; Indoor: 44°)

55. Potito Starace (Italia) 215 [4] (Clay: 32°)

54. Daniel Koellerer (Austria) 217 [24] (Clay: 39°)

53. Carlos Berlocq (Argentina) 219 [17] (Clay: 22°)

52. Fernando Vicente (Spagna) 220 [24] (Clay: 29°)

51. Leonardo Mayer (Argentina) 223 [24]

50-41

Entriamo nella top-50 e ad attenderci c’è Matthias Bachinger (50), classe 1987, reduce da una stagione tanto ricca quanto sinusoidale nel suo andamento. Il biondo giovanotto tedesco, nato nella tristemente nota Dachau, ha iniziato con buona lena nel 2007 con cinque quarti di finale, prima di perdersi nella parte centrale dell’anno, anche a causa di una scriteriata programmazione che non gli permetteva di giocare su una superficie con continuità. Superata l’empasse, Bachinger riusciva nell’autunno ad aggiudicarsi il primo titolo challenger, a Louisville. Regolari, ma senza vittorie, le stagioni di due giocatori come Adrian Garcia (49) e di Pablo Andujar (48), molto presenti nelle fasi finali dei tornei, ma senza trofei da mettere nel loro palmares. Similare discorso può essere fatto per Konstantinos Economidis (47), che però ha portato a casa il successo nel challenger di Banja Luka. Rainer Schuettler (46) è tutt’altro che un parvenu, ma se si trova in questa dignitosa posizione di classifica è merito del ricco challenger di Kuala Lumpur, da lui vinto, uno dei due challenger che danno al vincitore ben 100 punti: l’esperto tennista tedesco ha infatti limitato le sue esperienze. Così come Martin Vassallo-Arguello (44), che ormai sulla terra battuta ha acquisito un certo spessore di gioco tale che, nelle sue apparizioni ai livelli inferiori, riesce sempre a raccimolare diversi punti, anche se la vittoria è arrivata soltanto a Santiago. Wayne Odesnik (45), invece, ha dimostrato quest’anno quella continuità che può permettergli di migliorare la propria classifica: il mancino nato in Sudafrica ha saputo trovare la via del successo a Sacramento, dopo tante occasioni in cui non era andato molto lontano. Ciò che conta però, più che le numerose volte in cui Wayne ha raggiunto quantomeno i quarti di finale, è la consapevolezza con cui finalmente Odesnik potrà prepararsi alla nuova stagione.

Yen-Hsun Lu (43) e Rik De Voest (42) risultano tra i primi cinque nella classifica circoscritta ai campi rapidi outdoor (quinto il rappresentante di Taipei, terzo il sudafricano): questa non è una sorpresa, visto che proprio lo scorso anno Lu fu il primo della graduatoria medesima, mentre De Voest raggiunse il quarto posto. Per proseguire nelle coincidenze con lo scorso anno, Lu conferma la fama di buon piazzato, mettendo a segno l’unico colpo, come nel 2006, a stagione quasi conclusa (Caloundra nel 2006, Kaohsiung ora), mentre De Voest è rimasto all’asciutto, mantenendo viva tuttavia la sua attitudine a queste superfici. Una delle sorprese di questo 2007 è stato Edouard Roger-Vasselin (41), che finisce l’anno da top-100 (numero 97) nella classifica Atp. Il figlio di Cristophe, semifinalista al Roland Garros, si è arrampicato fino al quarantunesimo posto di questa classifica grazie ai buoni risultati, raggiunti soprattutto in patria (Besancon, Cherbourg, Andrezieux tra gli altri), anche se il punto più alto della sua stagione è stato sicuramente il terzo turno ottenuto nel torneo di Wimbledon, sintomo di un gioco davvero brillante, a cui il giovanotto transalpino dovrà sapere aggiungere un po’ di peso.

50. Matthias Bachinger (Germania) 223 [23] (Indoor: 20°)

49. Adrian Garcia (Cile) 223 [16] (Clay: 34°)

48. Pablo Andujar (Spagna) 224 [21] (Clay: 20°)

47. Konstantinos Economidis (Grecia) 233 [17] (Hard: 40°)

46. Rainer Schuettler (Germania) 235 [12] (Indoor: 9°; Hard: 50°)

45. Wayne Odesnik (USA) 236 [18] (Hard: 20°)

44. Martin Vassallo-Arguello (Argentina) 237 [10] (Clay: 18°)

43. Yen-Hsun Lu (Taipei) 243 [12] (Hard: 5°)

42. Rik De Voest (Sudafrica) 244 [16] (Hard: 3°)

41. Edouard Roger-Vasselin (Francia) 245 [18] (Indoor: 7°)

40-31

Roko Karanusic si attesta in quarantesima posizione. Il tennista croato ha saputo confermarsi sui suoi livelli, anche perchè il best ranking, segnato tre anni orsono, è distante solo 5 posizioni (137 vs 132). Roko ha messo a segno i suoi migliori risultati indoor (vittoria a Donetsk, finale a Eckental), non disdegnando tuttavia (semifinali a St. Brieuc e Chiasso) buone apparizioni sulla terra battuta. Semifinalista a Chiasso è stato anche Olivier Patience (39) che ha concentrato la sua stagione nei mesi centrali dell’anno (primo risultato utile, la finale di Rabat, ultima apparizione sul circuito, un’altra finale a Brasov), dove però ha giocato un tennis a tratti egregio, come accaduto nel terzo turno dello Slam parigino, dove ha portato al quinto set Novak Djokovic: Reggio Emilia è stato l’unico successo per il tennista francese.

I tornei di Trani e Genova, invece, sono stati i due primi successi a livello challenger di Flavio Cipolla (38), che dopo mesi di magra, anche a causa di un infortunio, quest’anno è saputo tornare a quei livelli che lo avevano visto, poco meno di due anni fa, esplodere sul circuito Atp. Col suo gioco atipico, Flavio tenterà di nuovo quel salto verso i top-100, fallito nel 2006: l’esperienza accumulata è sicuramente dalla sua parte. Kristian Pless (37) nei top-100 già aveva fatto ingresso nel 2002, ripetendosi poi dopo, una volta ripresosi da un brutto infortunio che ne aveva lasciato strascichi difficili da cancellare. La sua grande abilità nel giocare nei tornei indoor, quest’anno, non gli ha permesso di confermarsi a quei livelli e la vittoria a Saint-Brieuc non è stata seguita da altri grandi risultati. Differentemente da Jo-Wilfried Tsonga (36), il quale, limitando la sua presenza nei challenger alla prima parte dell’anno ed a soli 9 tornei, ha saputo apporre il suo nome in bei quattro albi d’oro differenti (Tallahassee, Messico City 2, Lanzarote e Surbiton), trionfi che gli sono valsi una classifica tale da garantirsi il soggiorno nei tornei Atp. Tra la posizione numero 35 e quella numero 31 troviamo personaggi e storie diverse: Oliver Marach (34) chiude un 2007 sicuramente negativo, che ne ha sancito l’uscita dai top-100, salvata soltanto da qualche risultato raccolto qua e là nei grossi challenger estivi sulla terra battuta. Jiri Vanek (33) si è invece sostanzialmente confermato, terminando la stagione nella stessa posizione nella quale aveva cominciato (numero 101); per il ceco, giunto ormai alla soglia dei 30 anni, l’ennesima riprova del suo consolidato valore a questi livelli, cui hanno influito il successo di Manerbio e le finali di Lugano e Praga. Federico Luzzi (31) sembrava che col successo di Cherbourg potesse finalmente fare rientro nei top-100 ad oltre cinque anni di distanza, ma l’estate non ha saputo portare quei risultati che gli permettessero l’accesso: una semifinale a Torino, e tanti, tantissimi quarti di finale non sono stati sufficienti al talento aretino per togliersi lo sfizio, ma fortunatamente nel 2008 le sue possibilità saranno pressochè immutate; Chris Guccione (32) invece ce l’ha fatta, confermando il rush conclusivo del 2006, che gli ha permesso di portare a casa, in poco più di un mese, la finale di Medellin e le semifinali di Quito, Bogotà3 e Kuala Lumpur. A queste si aggiungono anche alcune buone comparsate a livello Atp, come il terzo turno sfiorato a Wimbledon e soprattutto la finale raggiunta ad Adelaide, nell’esordio stagionale, fermato solo da Novak Djokovic. Continua a salire Brian Dabul (35) che, nonostante sia limitato da un fisico minuto, ha fatto per la prima volta ingresso tra i top-150 ad agosto, dopo le due vittorie nel giro di 15 giorni, raggiunte a Belo Horizonte e Campos do Jordao.

40. Roko Karanusic (Croazia) 245 [18] (Indoor: 28°)

39. Olivier Patience (Francia) 246 [13] (Clay: 16°)

38. Flavio Cipolla (Italia) 247 [24] (Clay: 21°)

37. Kristian Pless (Danimarca) 249 [20] (Indoor: 4°)

36. Jo-Wilfried Tsonga (Francia) 250 [9] (Hard: 10°; Erba: 3°)

35. Brian Dabul (Argentina) 252 [26] (Hard: 11°)

34. Oliver Marach (Austria) 254 [15] (Clay: 24°)

33. Jiri Vanek (Repubblica Ceca) 256 [17] (Clay: 19°)

32. Chris Guccione (Australia) 263 [15] (Erba: 11°)

31. Federico Luzzi (Italia) 269 [20] (Indoor: 29°; Clay: 38°)

30-21

Yuri Schukin (30) porta con sè, da anni, la fama di bel perdente, tanto che, per lui, presente nel circuito challenger sin dallo scorso decennio, tre soli titoli parevano davvero ben poca cosa. Questo fino alla fine del 2006, dato che, Yuri, nel 2007, ha raddoppiato i suoi trofei nel palmares, grazie ai successi conseguiti a Dresda, Ginevra e Napoli, e trovando in parte quella svolta in carriera che spesso non era stato in grado di trovare in passato. Forse a 28 anni Schukin ha trovato quella maturità e nel 2008 un nuovo salto di qualità, magari con diverse comparsate a livello Atp, è doverosa. Chi difficilmente poteva chiedere di più a questa stagione è Oscar Hernandez (29), per la prima volta transitato tra i primi 50 giocatori del mondo, grazie anche ai due successi challenger di Florianopolis e Braunschweig; sarà difficile confermarsi a questi livelli per Oscar, che tuttavia potrebbe anche ritenersi soddisfato di quanto fatto in questa stagione. Presenza sempre piuttosto singolare quella di Alun Jones (28), che abbiamo tutti avuto la possibilità di vedersi esibire a Flushing Meadows contro Rafael Nadal, in una partita persa, seppur lottata, che ha dato il là ad una mini-crisi, a causa della quale per due mesi non è stato più in grado di vincere partite. Alun, però, non ha demorso, trovando il successo proprio nel torneo conclusivo di Burnie, dopo gli ottimi risultati estivi, tra cui spicca il successo nel challenger su erba di Nottingham, trofeo che gli diede la palma di numero uno su questa desueta superficie. Sembrava dovesse essere la stagione del definitivo lancio di Lukas Lacko (27), ma il ventenne slovacco, da tutti definitivo una delle possibile promesse, ha un po’ tradito, conquistando sì un centinaio di posizioni nella classifica Atp (dal 230 circa al 130), ma fallendo il tentativo di ingresso nei top-100, a causa di continui alti e bassi nel corso della stagione. Ciò nonostante, Lukas ha trovato sul finire del 2007 il primo ed unico successo di questo 2007. Sostanzialmente similari, anche se antitetiche nel loro svolgimento, le performance di Frederico Gil (26) e di Santiago Giraldo (25): il portoghese, dopo un inizio stentato, ha trovato con la primavera il suo gioco ed una buona sequela di risultati, con l’unico successo centrato a Siviglia. Per Gil piccolo miglioramento nella classifica Atp rispetto a 12 mesi fa; il colombiano, invece, ha iniziato molto bene la stagione – vittoria di Bogotà docet – mentre ha fallito nel periodo centrale, tornando a giocare a livelli accettabili soltanto nella parte conclusiva del 2007, trovando così i punti per entrare, non troppo a sorpresa, nella top ten della terra battuta. Giraldo è un tennista classe 1987 cresciuto molto all’ombra, anche rispetto a tanti giocatori del suo livello, ma nonostante ciò sono due anni che porta a casa risultati interessanti. Dalla Spagna arrivano sempre voci interessanti che parlano di Marcel Granollers Pujol (24), giocatore dal grande dritto che pare sempre pronto per il grande salto: sembrava esserlo dopo i quarti di finale dell’Atp di Valencia, miglior risultato della sua carriera, dopo il quale però Marcel non riuscì a superare più di due turni nello stesso torneo prima di Agosto, a Timisoara. Da quel momento in poi, però, Granollers ha trovato una buona continuità ed un crescendo continuo, tanto che la sua stagione, terminata in Sudamerica, si è chiusa con due finali ed una semifinale. Così all’inizio del 2008, il catalano proverà ad abbattere un nuovo muro nella sua corsa verso altri lidi di classifica. Michael Berrer (23) dovrà invece puntare a riconfermarsi, perchè, immaginarselo tra i top-60 ad inizio anno era davvero chimera; Berrer è stato agevolato dalle grandi prestazioni indoor, oltre alla semifinale raggiunta nel ricco Atp di Mosca, anche dai successi challenger, a partire da Heilbronn e dalle numerose semifinali, come quella di Bratislava, ultimo torneo di questo glorioso 2007. Riemerge, dopo un 2006 di rifiatamento, Boris Pashanski (22), assoluto dominatore di queste graduatorie nel 2005: il serbo si è garantito un posto tra i primi 100 della classifica Atp, risultato che depone a favore di Boris, reduce da un’annata dove i tornei challenger l’hanno fatta da padrone, anche se vanno segnalati due ottavi di finale raggiunti da Boris nei tornei maggiori, sul veloce di Tokyo e sulla terra di Barcelona. Per quanto concerne la nostra graduatoria, però, sono stati molto importanti per Pashanski la vittoria di Cherkassy e la finale di Torino. Stagione intensa, ma sicuramente fruttuosa, per Fabio Fognini (21), il numero due d’Italia di questa graduatoria, che dopo un buon inizio (prima finale a Santiago), ha vissuto un periodo di smarrimento, figlio anche del cambio di coach. Proprio con l’inizio dell’avventura col nuovo allenatore, Fabio trovava una serie di risultati necessari a scalare la classifica (finali a Sanremo e Furth, semifinale a Bytom), a cui ha dato un defintiivo scossone col terzo turno di Montreal. Tutto ciò non era ancora sufficiente per raggiungere i top-100 del ranking Atp, risultato che veniva agguantato nel novembre di quest’anno, dopo la semifinale di Asuncion.

30. Yuri Schukin (Russia) 269 [19] (Clay: 17°)

29. Oscar Hernandez (Spagna) 269 [10] (Clay: 11°)

28. Alun Jones (Australia) 272 [23] (Hard: 9°; Erba: 1°)

27. Lukas Lacko (Slovacchia) 278 [22] (Indoor: 30°; Hard: 35°)

26. Frederico Gil (Portogallo) 282 [24] (Clay: 13°)

25. Santiago Giraldo (Colombia) 286 [13] (Clay: 10°; Erba: 15°)

24. Marcel Granollers Pujol (Spagna) 289 [22] (Clay: 7°)

23. Michael Berrer (Germania) 290 [12] (Indoor: 2°)

22. Boris Pashanski (Serbia) 291 [18] (Clay: 12°)

21. Fabio Fognini (Italia) 294 [17] (Clay: 9°)

20-11

Il talento lussemburghese Gilles Muller (20) ha dato prova, anche in questo 2007, di tutta la sua fragilità. Fa specie trovare un giocatore che nel 2005 era stato in grado di eliminare prima Rafa Nadal a Wimbledon e poi Andy Roddick negli Us Open a giocare constantemente a livello challenger, e non sempre con risultati proficui, eppure questo pare il destino di Gilles. Dopo la semifinale di Besancon (febbraio), Muller ha trovato due sole vittorie, di cui una per ritiro, fino a giugno. Dopo Recanati, ecco i primi risultati di rilievo, con una conclusione in costante progresso, anche se senza vittorie: le finali di Rennes e Kolding e la semifinale di Seoul, gli ultimi tre risultati stagionali, ci conferiscono l’idea di un giocatore finalmente tornato in forma, tutta da confermare nel 2008. Pochi, ma davvero buoni, sono stati i tornei giocati da Ernest Gulbis (19), che in soli sette tornei ha superato quota 300 punti (302 per la precisione): il giovane talento lettone ha ottenuto tre vittorie, tutte indoor, a Besancon, Sarajevo e Mons, una semifinale a Heilbronn e due quarti di finale a Napoli e Bergamo: indice che questi tornei oramai gli stanno stretti, la sua esplosione a livello Atp, già anticipata con gli ottavi di finale a Flushing Meadows, pare essere dietro l’angolo. Similare la partecipazione challenger di Simone Bolelli (16), che con un solo torneo in più, ha ottenuto qualche punto necessario a posizionarlo due posizioni avanti rispetto al giocatore baltico: anche per lui tornei col contagocce, con trionfi a Tunisi e Bratislava e finali a Bergamo e Casablanca. Per il ragazzo di Budrio, sempre seguito da Claudio Pistolesi, il 2008 deve essere l’anno del deciso sbarco nel pianeta Atp, così come mostrato nel suo migliore torneo dell’anno, ovvero quello di Miami. L’eclettismo di Mischa Zverev (18) non era invece molto noto, ma quest’anno il tedesco di chiare origini sovietiche ha saputo darne prova vincendo tre tornei su tre superfici differenti: prima sulla terra rossa di Karlsruhe, poi sul cemento all’aperto di Istanbul ed infine sui campi coperti di Dnepropetrovsk, battendo nientepopodimeno che Dmitry Tursunov, vincitore l’anno prima.

Lo scorso anno fu il vincitore assoluto, quest’anno Sergio Roitman (17) non poteva emularsi, soprattutto per la scarsa presenza nei challenger, ma la media ottenuta di punti per torneo, è in linea coi migliori. Tre le vittorie, tra cui le prestigiose tappe di Prostejov e Stettino, due tra i tornei più rinomati del circuito secondario dell’Atp e la conferma di essere un vero spauracchio per chiunque lo incontri nei tornei su terra battuta. Uno spauracchio, soprattutto nel futuro, sarà Donald Young (15), che dopo le numerose sconfitte subite negli anni precedenti, quando imberbe riceveva wild-card a destra e manca in nome del suo risaputo talento, è stato capace di mettere assieme finalmente un tennis competitivo, tanto che proprio al fotofinish il giovane tennista statunitense si è insediato nei top-100 Atp, in attesa di divenire una delle future stelle del circuito mondiale.

Juan Pablo Brzezicki (14) è invece un onesto gregario della racchetta, di quelli che si costruiscono stilla di sudore dopo stilla di sudore. Il suo impegno, profuso lungo il corso di tutti i mesi, è stato ampiamente ripagato, visto che nel novembre scorso, Juan Pablo ha fatto accesso per la prima volta nei top-100 del ranking mondiale: sicuramente importante, il terzo turno ottenuto al Roland Garros, ma di certo non secondari, per importanza, sono stati gli innumerevoli risultati challenger, tra cui spicca la vittoria di Salinas. Si conferma, piuttosto clamorosamente, al tredicesimo posto, Robert Kendrick (13), grazie soprattutto ad alcuni acuti, come i tre tornei vinti a Dallas, Calabasas e Knoxville, più che per la continuità di risultati. Buona la stagione di Denis Gremelmayr (12), che aveva iniziato un po’ zoppicando, ma che poi è andato migliorando di torneo in torneo, trovando due vittorie, a Dusseldorf, sulla terra battuta, e a Eckental, sul tappeto indoor. Per il tedesco buone possibilità di trovare la via del miglioramento di quel best ranking (numero 97) vecchio di un anno e mezzo.

Necessario è spendere due parole su Maximo Gonzalez (11), tennista argentino di Tandil, in grado di vincere 4 challenger nel giro di 1 mese: Vigo, Cordenons, Como e Brasov le sue tappe, inframezzate dal secondo turno di Manerbio. In meno di cinque settimane, Gonzalez ha così raccolto 231 dei 341 punti che conta in classifica, vivendo un mese difficilmente ripetibile: ma non solo da lui, praticamente da tutti.

20. Gilles Muller (Lussemburgo) 295 [19] (Indoor: 5°; Erba: 23°; Hard: 23°)

19. Ernests Gulbis (Lettonia) 302 [7] (Indoor: 1°)

18. Michael Zverev (Germania) 303 [18] (Indoor: 10°; Hard: 29°)

17. Sergio Roitman (Argentina) 306 [8] (Clay: 6°)

16. Simone Bolelli (Italia) 308 [8] (Indoor: 8°; Clay: 47°)

15. Donald Young (USA) 315 [15] (Hard: 4°; Indoor: 19°)

14. Juan Pablo Brzezicki (Argentina) 321 [25] (Clay: 15°)

13. Robert Kendrick (USA) 330 [15] (Erba: 10°; Indoor: 6°; Hard: 32°)

12. Denis Gremelmayr (Germania) 338 [23] (Indoor: 38°; Clay: 26°)

11. Maximo Gonzalez (Argentina) 341 [19] (Clay: 4°)

10°Posto: VICTOR HANESCU (Romania) 347 [15] (W: Timisoara, Graz, Bucarest; F: Milano; S: Roma, Dnepropetrivsk; Q: Zagabria, Reggio Emilia, Como, Bratislava) [Clay: 8°]

E’ sempre piacevole scrivere di Victor Hanescu: un po’ perchè il giocatore rumeno è sempre un bel vedere tennistico, un po’ perchè quella schiena che tanto lo ha afflitto sembrava averlo messo definitivamente fuori gioco. Ed era un gran peccato, per un tennista che era stato in grado, meno di tre anni fa, di raggiungere i quarti di finale al Roland Garros, e che sembrava in procinto di fare un decisivo salto in classifica, verso vette insperate. Il 2007, dopo un inizio che non dava grosse possibilità, è stato l’anno del rilancio: prima proprio dai challenger, con tre vittorie, di cui due nella sua Romania, dove tra l’altro ha conseguito anche la finale nel torneo Atp di Bucarest, in cui è stato sconfitto da Gilles Simon. Numero 76 al momento nella classifica mondiale, Hanescu proverà a risalire la china, come stava facendo proprio due anni fa, quando raggiunse il numero 35: ora che il problema alla schiena pare essere stato sconfitto, non resta altro che sconfiggere gli avversari.

9° Posto: THIERRY ASCIONE (Francia) 351 [20] (W: Roma, Andrezieux; F: Montauban, Mantova; Q: Noumea, Besancon, Casablanca, Rijeka, Rimini, Grenoble) [Indoor: 13°; Clay: 30°]

Torna a fare capolino tra i top-100 anche Thierry Ascione, altro tennista francese ben comportatosi in questo 2007. La vittoria più prestigiosa di quest’annata è stata sicuramente quella di Andrezieux, visto il campo partecipanti e soprattutto l’essere stato in grado di mettere in fila giocatori di valore come Dolgopolov, Llodra, Zverev, Roger-Vasselin e Acasuso; l’altro successo è stato ottenuto al Garden di Roma, mentre impressionante la serie di quarti di finale ottenuti, ben sei, grazie ai quali ha guadagnato quei punti necessari al consolidamento della sua posizione in classifica.

8° Posto: BOBBY REYNOLDS (USA) 354 [27] (W: Naples; F: Yuba City, Aptos; S: Tallahassee, S: Tunica Resort, Vancouver, Nashville; Q: Valencia(CA), Bermuda, New Orleans, Tulsa, Calabasas) [Hard 2°]

Quantitativamente rilevante il numero di tornei disputati da Bobby Reynolds, secondo solo a Jan Mertl (come già accennato prima). Lo statunitense ha lungamente dimorato nei challenger che si disputano sul suolo nordamericano, anche se il suo ottavo posto in classifica è più figlio dei numerosi tornei a cui ha preso parte che non ai brillanti risultati. La vittoria a Naples resta così un successo isolato, in mezzo a numerosi piazzamenti che ne hanno pertanto condizionato un’annata che può considerarsi sì positiva, ma che poteva regalare qualcosina in più, soprattutto perchè priva di spunti a livello Atp.

7° Posto: PABLO CUEVAS (Uruguay) 355 [20] (W: Tunica Resorts, Scheveningen, Lima; S: Napoli, Florianopolis2; Q: Poznan, Montevideo, Buenos Aires) [Clay: 3°]

Sorride sicuramente, ripensando a questi ultimi 12 mesi, Pablo Cuevas. Per lui tante prime volte: il primo trionfo challenger, a Tunica Resorts – seguito poi dai trionfi a Scheveningen e Lima – il primo accesso nei top-200, ed anche abbondante, visto che solo 43 punti, al momento lo separano da Donald Young, al momento centesimo giocatore stando al ranking Atp. Il numero 1 dell’Uruguay ha così concluso un’annata che lo ha visto passare da protagnista dei tornei ITF a quelli challenger: nel 2008 sarà l’ora degli Atp?

6° Posto: WERNER ESCHAUER (Austria) 355 [11] (W: Wroclaw, Monza, Chiasso, Lugano; F: Barletta; S: Dresda) [Clay: 14°; Indoor: 26°]

Difficile sprecare parole per il giocatore austriaco, se non di lode. A 33 anni ha raggiunto il suo apice tennistico, toccando la posizione numero 52 il 27 agosto di quest’anno; a questo livello Werner ci è arrivato conseguendo una finale insperata nell’impronosticabile torneo di Amersfoort, dove è stato sconfitto dall’altro outsider Steve Darcis e grazie a ben quattro successi, di cui tre (Monza, Chiasso e Lugano) ottenuti sulla terra battuta; il quarto, quello di Wroclaw, sul cemento polacco indoor, è però il successo di maggior valore. Segnale negativo per Eschauer è che proprio nel torneo olandese di cui si è parlato prima ha ottenuto la sua ultima vittoria: da allora nove sconfitte consecutive, con le quali ha concluso l’annata. Inequivocabile sintomo di appagamento?

5° Posto: MARCOS DANIEL (Brasile) 360 [19] (W: Bogota3; F: Salinas, Buenos Aires, Lima; S: La Serena, Guayaquil; Q: Santiago, Bogota1, Braunschweig, Belo Horizonte) [Clay: 5°]

Dulcis in fundo. La stagione di Marcos Daniel può essere riassunta con questo detto latino: già, perchè il tennista brasiliano, dopo un’annata che escluso l’acuto di Salinas non era stata esaltante, ha raccolto negli scampoli conclusivi di stagione i risultati migliori: cominciando dalla vittoria di Bogotà3 – unico successo di questo 2007 – per proseguire coi quarti di Belo Horizonte e la semifinale di Guayaquil e per concludere con le due finali, ottenute a Buenos Aires e a Lima. Questi gli ultimi cinque risultati di Marcos Daniel, che ha potuto così raggiungere la quinta posizione nella classifica challenger di quest’anno.

4° Posto: IVO MINAR (Repubblica Ceca) 375 [18] (W: Freudenstadt, Busan2; F: Stettino; S: Cordoba, Alphen, Seul; Q: Trnava, Kuala Lampar, New Delhi) [Hard: 7°; Clay: 42°]

Migliora di un po’, anche se è sempre lecito attendersi qualcosina in più da Ivo Minar, che ha concluso un’altra annata altalenante, da cui è possibile trarre indicazioni sulla sua poliedricità. Le vittorie ottenute su superfici dissimili, come la terra di Freudenstadt e il cemento di Busan, la finale nel competitivo torneo di Stettino, come le semifinali a Seul e Cordoba, confermano la sua capacità di esprimersi su ogni superficie, ma ciò che è mancato è stato un contributo decisivo dai tornei Atp. Per migliorarsi si attendono punti da quei tornei, a partire dal gennaio 2008.

3° Posto: SANTIAGO VENTURA (Spagna) 379 [25] (W: Milano, Montevideo; F: Mas Palomas, Timisoara, Cherkassy; S: Bucarest; Q: Barletta, Monza, Rimini, Poznan, Vigo, Siviglia) [Clay: 2°]

Santiago Ventura è tornato. Ci ha messo un po’ a smaltire la caduta dopo che tra il 2004 ed il 2005 era riuscito a vivacchiare stabilmente tra i top-100, grazie al retaggio dalla vittoria Atp di Casablanca, ottenuta nel maggio di tre anni fa. Ventura ha concluso una stagione molto dispendiosa, che l’ha visto passare dai palcoscenici future a quelli challenger, dove ha dominato in lungo ed in largo, come sottolineato dalle vittorie di Milano e Montevideo, dai numerosi piazzamenti ed dal terzo posto in questo ranking. Tra i suoi risultati c’è anche la semifinale a Valencia ATP.

2° Posto: DUDI SELA (Israele) 406 [17] (W: Togliatti, Seul, Yokohama; F: Cordoba, Kaohsiung; S: Lanzarote, Saransk; Q: Valencia (CA), Yuba City, Penza) [Hard: 1°]

Era lo scorso aprile, l’Italia in Coppa Davis affrontava Israele ed Andreas Seppi veniva sconfitto, nel match d’apertura, da Dudi Sela, giovane tennista di risaputo talento, ma che veniva malvisto, data la sua scarsa consistenza fisica. All’epoca il buon Dudi gravitava attorno alla duecentesima posizione e, nonostante la buona impressione destata a Melbourne, nessuno si sarebbe aspettato il suo exploit, arrivato da luglio in poi, con una serie di prestazione che lo hanno proiettato in una posizione di classifica insperata, numero 64. Sarà da valutare se saprà restarci a lungo a quei livelli e se saprà mantenere un rendimento costante negli Atp, anche se depongono a suo favore i risultati ottenuti, oltre che a Melbourne, anche a Flushing Meadows e a Tokyo, dove ha raggiunto i quarti di finale.

1° Posto: PETER LUCZAK (Australia) 449 [19] (W: Fes, Mas Palomas, Furth, Bytom; F: Marrakech, Tampere, Tarragona; S: Ostrava; Q: Salinas, Trnava) [Clay: 1°]

E’ l’australiano Peter Luczak a succedere a Sergio Roitman nella veste di re dei challenger 2007. Luczak ha vissuto un periodo caldo nella prima parte di estate, frapponendosi in due occasioni anche alle possibilità di vittoria di nostri connazionali. A Furth negò la gioia a Fabio Fognini, a Bytom fu invece la volta di Simone Vagnozzi di arrendersi in finale, il tutto nell’arco di 7 giorni. A queste due vittorie vanno ad aggiungersi i challenger di Fes e Mas Palomas, le finali di Marrakech, Tampere e Tarragona. Per Luczak questo pieno di risultati non è stato sinonimo un passaggio a tempo pieno ai tornei Atp, nonostante la classifica lo segnalasse tra i migliori 80 giocatori del mondo.

Per l’australiano nato in Polonia e residente in Svezia (dove si è trasferito per convolare a nozze con la nobile Anna Catarina Ericsdotter Queckfeldt, da cui ha avuto una figlia nel 2006), il 2008 sarà l’anno dell’eventuale conferma.

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