Fabio Gorietti su Luca Vanni: “Deve cercare di più la rete”

Luca Vanni, Gianfranco Palini, Thomas Fabbiano e Fabio Gorietti
(Luca Vanni, Gianfranco Palini, Thomas Fabbiano e Fabio Gorietti)

di Daniele Sforza

Un paio di settimane fa Luca Vanni ha raggiunto, a sorpresa, la finale del torneo Atp di San Paolo, fermato solamente al terzo set da Pablo Cuevas. Luca si allena a Foligno, al Tennis Training Villa Candida insieme a Thomas Fabbiano, altro tennista di livello, sotto la guida di Fabio Gorietti. Il coach ha parlato ai “microfoni” di Spazio Tennis dell’impresa di Vanni, di Fabbiano e di tanto altro ancora.

Impossibile non cominciare parlando dell’autentica impresa compiuta da Luca Vanni a Sao Paolo, dove, partendo dalle qualificazioni, ha raggiunto la finale arrivando a 3 punti dal match contro Pablo Cuevas. Come hai vissuto questa settimana, considerando il fatto che non eri con lui?
Durante tutto il torneo di Sao Paolo ero a Foligno (Villa Candida) e mi sono sentito con Luca tramite messaggi e telefonate ogni giorno, Luca riusciva a giocare bene, sapevo che stava bene fisicamente e anche con il suo tennis, perciò con i messaggi consolidavo quello che era il suo tennis, tutto quello su cui avevamo lavorato nei mesi precedenti. Cercavo di farlo sentire sempre più sicuro dei propri mezzi, senza andare troppo nei tatticismi rispetto agli avversari. Contro Lajovic ci aveva giocato a Quito ma le condizioni erano praticamente opposte, mentre a San Paolo erano un po’ più a vantaggio di Luca. I match più duri sono stati sicuramente quello con Gimeno Traver (ultimo turno di qualificazione, vinto con un doppio 64) e la semifinale contro Souza, con l’aggravante del pubblico contro, nella quale aveva perso il  secondo set con due match point al servizio. E’ però riuscito a rimanere attaccato al match nel terzo. Dopo la finale gli ho detto che aveva fatto un buonissimo torneo e lui mi ha chiesto se avessi un rammarico riguardo a tutto questo. Io gli ho risposto, con molta franchezza: “Si, il fatto che non sono venuto lì con te!” Mi sarebbe veramente piaciuto essere lì con lui e godere di questi momenti, sarebbe stato bellissimo. Sono contento per come è andata e sono felice per quello che è riuscito a trasmettere a tutti, come maturità, serenità, atteggiamento in campo e per le dichiarazioni fatte.

Luca VanniDopo questo inizio strepitoso, cosa ci possiamo attendere da Luca in questa stagione?
Ci dobbiamo aspettare quello che un po’ ha dimostrato in questo inizio stagione. Lui è un giocatore solido e può continuare a giocare a livelli alti, a ottenere risultati importanti perché è un grande lavoratore, perché vive con estrema passione tutta la sua giornata d’allenamento e non si fa sfuggire nulla. Chiaramente le aspettative e gli obiettivi sono gli stessi che c’erano prima, cioè arrivare più in alto possibile. Luca è molto determinato, ha una grande forza di volontà, cosa che ha dimostrato soprattutto negli anni scorsi dopo l’operazione. In questo momento è veramente pronto a tutto e credo che potremo continuare a far bene. Sono stato sorpreso del fatto che abbia infilato 7 partite di fila di quel livello però il fatto che lui abbia giocato con questa costanza per tutti quei giorni mi ha dato la conferma del fatto che stia giocando molto bene. Questa settimana splendida non rimarrà un episodio.

Quali saranno i prossimi impegni di Luca, lo seguirai anche in giro per i tornei?
Si, ero stato a Chennai, Auckland e Melbourne e avevo saltato questa trasferta perché dovevo tornare nell’Accademia, ora vedremo cosa fare, se andare a Indian Wells e poi a Miami ma, in ogni caso, cercherò di dargli tutto quello che posso in modo che raggiunga la più alta classifica possibile.

Dopo questa finale, molti italiani sicuramente si staranno chiedendo dove, veramente, possa arrivare. In cosa pensi debba ancora migliorare?
Luca può migliorare innanzitutto nel rendimento, soprattutto nei suoi game di servizio, poichè ci sono dei game in cui è letteralmente devastante e game in cui lascia un po’ troppo spazio all’avversario, può migliorare nella fase conclusiva, può andare più spesso a rete. Cinque anni fa, quando abbiamo iniziato, lui era essenzialmente un giocatore da fondocampo che remava due metri fuori dal campo; ora lo abbiamo trasformato, cerca di avere i piedi più vicini alla riga, gioca in modo più aggressivo. La fase offensiva va rivista perché essendo molto alto può sfruttare l’attacco andando a rete.

Un aspetto importante per i tennisti è la preparazione invernale, com’è andata per Luca e Thomas?
Abbiamo, vista anche l’età dei due ragazzi, fatto degli allenamenti molto lunghi, cambiando qualcosa rispetto agli anni scorsi. Abbiamo fatto sessioni di 3 ore nelle quali siamo stati molto in campo, poi si sono aggiunti altri giocatori che hanno fatto da sparring. Il punto comune su cui abbiamo lavorato sono dei fattori di equilibrio del corpo e sul balance, cerchiamo anche di curare la mentalità dell’atleta attraverso la conoscenza del proprio corpo e del proprio equilibrio rispetto all’ambiente e tutto questo ha ovviamente anche contenuto tecnico. La preparazione è passata abbastanza velocemente perché si sono impegnati molto, andando per esempio già dalle 7 di mattina a correre insieme. Hanno dimostrato una grande voglia di arrivare e per questo mi aspetto anche qualcosa da Thomas.

Thomas FabbianoThomas ha avuto un inizio di stagione difficile, complici anche alcuni sorteggi difficili. Quali saranno i suoi prossimi impegni? Su cosa pensi debba ancora lavorare?
Tommy ripartirà tra 10 giorni o due settimane, ma non abbiamo ancora individuato i tornei da fare perché vorremmo giocare un po’ di partite. In questo momento lui gioca un buon livello, quando gioca con persone di livello alto gioca bene perciò ha bisogno di giocare partite per prendere il ritmo. Tommy deve esprimere lo stesso livello di gioco in tutte le situazioni, a volte se si esalta riesce a giocare a livelli impressionanti a volte invece va sottotono. Bisogna cercare di rendere costante il suo rendimento che non è fatto di giocate straordinarie. Stiamo provando anche con un sistema di stimoli perché il suo gioco funziona bene quando viene stimolato.

Notizia di ieri sono le convocazioni Davis e Luca è stato escluso. Cosa pensi a riguardo? Meritava una chance?
Penso che i primi 3 fossero quasi intoccabili. Bolelli sta giocando benissimo, Seppi ha fatto un inizio di stagione strepitoso, Fognini lo abbiamo visto a Rio. Lorenzi è un giocatore di esperienza che ha comunque dato molto al tennis italiano e perciò si merita questa grande considerazione, poi essendo stato anche sotto la mia giurisdizione per 4-5 anni non posso non apprezzarlo. Luca deve aspettare, deve continuare a lavorare e a mostrare il suo tennis, e poi chiaramente Barazzutti deve scegliere anche una formazione che gli garantisca il miglior risultato possibile. La Davis non è un premio, è una conquista. Poi se Luca dovesse essere scelto come riserva, ben venga perché la Nazionale è sempre la Nazionale.

Dove pensi possa arrivare questa squadra?
Non voglio sbilanciarmi però abbiamo la coppia di doppio che ha vinto gli Australian Open, singolaristi molto forti, due sul veloce e Fognini, il numero 1 d’Italia, su terra. Sarà anche dura scegliere chi deve giocare il singolare però penso che non ci siano grossi problemi sulla scelta anche perché è un bel gruppo.

Per il futuro ci sono tanti giovani, su chi punteresti?
Si, ci sono tanti giovani (Quinzi, Donati, Napolitano, Baldi, ecc) ma soprattutto ci sono i “non più giovani” come Cecchinato, Travaglia, Giannessi che tornerà dall’infortunio. Sono tutte grandi risorse, c’è Marcora che sta esprimendo un livello alto, Arnaboldi che sta pian piano venendo fuori. Quello che è successo a Luca può essere un esempio per gli altri, i ragazzi devono pensare che questo sia possibile.

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