“Jannik Sinner, al netto del suo livello tennistico superiore, ha dimostrato di essere umano“. Tommaso Dell’Amico, terapista ATP e WTA, ha raccontato a Spazio Tennis cosa accade a un giocatore professionista a fine stagione. “Il corpo prima o poi presenta a tutti il conto e una settimana in più di recupero può essere veramente importante per un atleta professionista. Una settimana in più per tennista del circuito a fine stagione equivale a un impiegato a cui, anziché due settimane di ferie, ne danno otto“. Dell’Amico si è soffermato, tra le altre cose, sul periodo di ottobre e novembre di ogni singola annata. “In nove anni di lavoro con atleti ATP e WTA posso confermare che in questo periodo della stagione siamo uomini che donne arrivati completamente sfiniti, il loro corpo è allo stremo. Sono esausti fisicamente ma anche mentalmente, perché giungono da mesi e mesi di viaggi, spostamenti, fusi orari, tensioni, stress di varia natura. Il periodo di recupero è indispensabile“.
“Inoltre – ha proseguito Dell’Amico in questa lunga intervista che trovate in video alle fine di questo articolo – a fine anno si gioca sempre sul veloce, ed è dimostrato che disimpegnarsi spesso sul cemento ha conseguenze negative: vi è un sovraccarico a livello di articolazioni, nella zona lombare e anche muscolarmente. Ogni giocatore a fine ottobre ha il 150% di ciò che aveva e, scherzosamente, potremmo definire questa fase il ‘canto del cigno’. Dopo questi ultimi sforzi arriverà una fase di recupero e poi l’inizio della pre-season, che può andare dalle tre alle sei settimane“.
 
					 
		 
		 
		 
		 
		 
			 
		 
		 
		