L’Ucraina vista dal tennis (2)

di Daniele Sforza

Se la scorsa settimana avevamo chiesto aiuto ad Alyona Sotnikova per illustrarci la difficile situazione dell’Ucraina alle prese con gli scontri in piazza Maidan, quest’oggi abbiamo interpellato la giovane ucraina Elizaveta Ianchuk (sorella di Olia, anch’essa tennista di buon livello), classe 1993 e con un best ranking al numero 313 ottenuto nel 2012. Dopo vari infortuni e uno spostamento in America, dove si allena, comincerà la sua nuova stagione la prossima settimana in Orlando.

La scorsa settimana, dopo la fuga di Ianukovich e l’instaurazione di un governo provvisorio con a capo Oleksandr Turchynov sembrava essersi risolta la difficile situazione che riguardava l’Ucraina ormai da più di 3 mesi. Tutto è cambiato nella giornata di giovedì 27 Febbraio.

In questa giornata 2.000 parà sono arrivati in Crimea, occupando due aeroporti e provocando le reazioni, in primis, di Turchynov che ha accusato la Russia di voler provocare un conflitto con un’aggressione non dissimulata per annettere questo territorio.

Proviamo a capire perché proprio la scelta è ricaduta sulla Crimea. Elizaveta afferma: “Questo territorio fu assegnato da Krusciov (Chruscev se preferite il russo) nel 1954 all’Ucraina ma è da sempre stato popolato da persone di etnia russa, più che ucraina (un quarto, a cui si aggiungono i tartari di Crimea che, essendo stati deportati da Stalin nel 1944, sono contro la Russia). La Crimea è importante perché è uno sbocco sul mare e di conseguenza c’è un continuo “import-export” che passa da qui, portando denaro ed è per questo è considerato un grande business.

Mentre la Crimea, rappresenta per i russi una fonte di ricchezza per il suo sbocco nsul mare, l’Ucraina la rivendica in quanto rappresenta un luogo di vacanza per gli ucraini e in quanto, come già accennato, gli ucraini e i tartari di Crimea non accetterebbero in nessun modo un governo Russo.

Per quanto riguarda il perché dell’interessamento da parte della Russia a questa nazione ci sono diverse ragioni. “Le connessioni culturali sono profonde e Putin non può non voler rimanere vicino a una nazione, l’Ucraina, così vicina e con cui ha condiviso la sua storia. La nazione, una risorsa importante di cibo e un nodo di transito per le esportazioni di energia, è economicamente e strategicamente importante per la Russia. Poi ci sono ragioni ancora più profonde, l’ Ucraina reagendo rompe l’immagine della Russia come grande potenza mondiale e la rende “piccola”. Potremmo affermare, riprendendo una frase dal Foreign Policy Community College, che la Russia senza l’Ucraina è soltanto una nazione, con essa diventa un vero impero. Inoltre, l’obiettivo principale di Putin, è quello di tenere lontana l’Ucraina dall’ Unione Europea e nel caso in cui non riuscisse in questo, vedrebbe tutta l’Europa occidentale contro di lui. C’è, infatti, un sospetto da parte dei russi che pensano come l’Occidente non sarebbe dispiaciuto per una eventuale distruzione della propria nazione, motivo per cui i russi si oppongono alla occidentalizzazione del paese; per cui si tende a sottolineare l’importanza dell’Ucraina che rappresenta una sorta di “cuscinetto” tra Russia e Unione Europea.

Nel frattempo i russofoni hanno ottenuto un’importante conquista: i deputati del parlamento, occupato da paramilitari, hanno indetto un referendum nella data del 30 Marzo (in precedenza era stato indicato il 25 Maggio, giorno in cui ci saranno anche le elezioni presidenziali in Ucraina) per dare alla Crimea maggiore autonomia.

La situazione peggiora di giorno in giorno e per questo passiamo ad analizzare alcune dichiarazioni da parte dei capi politici mondiali, soprattutto dopo l’appello lanciato da Arseni Iatseniuk: “La Russia ci ha dichiarato guerra, siamo sull’orlo del disastro. Questo è un allarme rosso. Questa non è una minaccia, è di fatto una dichiarazione di guerra contro il mio paese.”

Nel frattempo è tornato a parlare dopo la fuga anche Ianukovich, l’ex presidente, che ha definito il nuovo potere rivoluzionario come neofascista e ha sostenuto di voler continuare a lottare per il futuro del paese, contro il terrore e la paura, trovando l’appoggio del presidente del Parlamento di Crimea, Volodimir Konstantinov.

Klitschko, uno dei leader della protesta che ha portato alla fuga di Ianukovich, ha chiesto la mobilitazione generale dell’esercito ucraino contro l’aggressione russa.

Obama è intervenuto, invitando Putin a ritirare le truppe impiegate in Crimea e si è dichiarato pronto ad aiutare l’Ucraina. Nonostante questo Putin ha continuato nel suo progetto, costringendo gli americani a boicottare le Paralimpiadi di Sochi, non mandando una delegazione presidenziale. Questa la prima misura attuata da Obama, che si propone di espellere la Russia dal G8 e di imporre sanzioni economiche alla nazione.

A tutto questo, Ban Ki-Moon afferma di essere preoccupato per la situazione, continuando a monitorare gli eventi chiedendo il rispetto e la protezione dell’indipendenza, della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Il papa ha chiesto di pregare per l’Ucraina che vive una situazione delicata. Ha preso posizione anche la Nato con il segretario generale, Rasmussen: “La nato esprime pieno sostegno a Kiev e guarda con preoccupazione alla decisione di autorizzare l’impiego delle forze armate russe in Ucraina e chiede alla Russia di ritirare le forza per evitare ogni interferenza. Quanto sta facendo la Russia, viola i principi della Carta Onu e costituisce una minaccia per la pace e la sicurezza in Europa.”

Anche in Europa si sono registrate le prime manifestazioni pro Ucraina. A Varsavia i manifestanti hanno esibito striscioni in cui Putin viene paragonato a Hitler o a Stalin. A Berlino, 400 persone hanno manifestato davanti l’ambasciata russa mentre a Londra, si operava allo stesso modo con l’aggiunta di striscioni con slogan del tipo: “Liberate l’Ucraina.”

Nel mezzo delle dichiarazioni e delle manifestazioni ci sono  i fatti. Mentre tutti parlano, la situazione peggiora . Sono stati occupati due aeroporti (Simferopoli e Belbek, a 20 chilometri da Sebastopoli). Le guardie di frontiera ucraine hanno inoltre denunciato l’arrivo di militari russi che continuano a raggiungere la Crimea, senza che Kiev fosse informata a riguardo. Sono stati circondati il centro di intelligence della marina militare ucraina e il centro approvvigionamenti militari di Bakhcisarai.

Se poi nella mattinata di ieri Putin aveva dichiarato di aver fermato le esercitazioni militari al confine con l’Ucraina, in serata il tutto è stato smentito dal lancio di prova di un missile balistico intercontinentale dalla regione meridionale di Astrakhan che ha colpito l’obiettivo, un campo affittato in Kazakhistan.

A sottolineare la gravità della situazione ci ha pensato anche l’ucraino Dolgopolov che dopo una stagione deludente, è ritornato nelle ultime due settimane (forse anche motivato dalla difficile situazione nel suo paese) ad ottenere buoni risultati, ed ha pensato di invitare i vari Nadal, Djokovic a lanciare un messaggio di sostegno al popolo ucraino

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Difficile pensare a quello che potrà accadere, Elizaveta non è molto positiva: “Penso ci sia un 70% di possibilità di uno scoppio di guerra mondiale. Questo non so se sarà un bene o no per la popolazione ucraina. Dopo la fine della guerra, non si sa quale futuro potrebbe avere l’Ucraina. Tutto è troppo complicato.”

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