Marion Viertler: “Lavoro per migliorarmi ogni giorno”

Sulle (complicate) orme di Jannik Sinner. Marion Viertler, altoatesina classe 2001, ha qualità interessanti e da scoprire. Lo scorso anno ha conquistato in Egitto il primo titolo da professionista ed è attualmente intorno al numero 800 Wta. Siamo andati ad Ortisei, dove si è svolto un torneo Itf da $15.000 (vinto da Federica Di Sarra), per conoscerla meglio.

Rientrata in campo dopo il lockdown – racconta Marion – ho impiegato parecchio tempo per tornare al livello di gioco di inizio 2020. Ho giocato a Tarvisio, a settembre, ma non ero pronta. Peraltro ero andata in Friuli con mia mamma, perché in quel momento non avevo altra scelta; il mio allenatore Renato Ercolani non era riuscito a venire, ma devo dire che a livello tennistico non ha funzionato nulla. Ho perso con Mira Antonitsch, giocatrice austriaca piuttosto brava, in due set. Quando ho rotto le corde non sono più riuscita a rientrare nel match. Non era la prima volta che mi succedeva, è stato come un ‘deja vu’.

Dal punto di vista tennistico su cosa vi siete concentrati con il tuo allenatore nel lavoro fatto durante il “lockdown” e dopo?
“Mi alleno a Merano, quasi sempre sulla terra battuta. Il nostro focus è stato su tutta la parte tecnica ma soprattutto sul servizio, perché ho notato negli ultimi tornei ITF che mi manca ancora qualcosa rispetto alle altre giocatrici”.

Avete cambiato qualcosa al movimento del servizio?
Non proprio, alcuni piccoli dettagli a cui dovrei prestare attenzione, affinché la racchetta scorra ben sciolta, e che io salga abbastanza in alto. Dal mese scorso abbiamo provato qualcosa di nuovo, siccome unisco i piedi quando servo, il cambiamento consiste nell’iniziare con il piede esterno più indietro prima dell’inizio del movimento di “foot-up”, in modo da poter portare più slancio nel servizio. Credo i risultati si inizino a vedere”.

Alla fine della scorsa stagione avevi detto che l’allenamento in palestra e il lavoro con i pesi ancora è molto limitato o assente, ci sono stati dei cambiamenti a riguardo?
“Non proprio, anche se ne abbiamo parlato solo dopo la ripartenza. Abbiamo ribadito di lavorare poco con i pesi prima dei tornei, il che significa che rispetto all’allenamento in palestra non è ancora cambiato molto”.

Marion ViertlerCome organizzi i tuoi allenamenti?
Mi alleno sempre a Merano, soprattutto con due ragazzi coetanei, Matteo Ricci e Alessandro Ercolani, che è il figlio del mio allenatore. Un paio di volte alla settimana anche con Jonas Masten, che ha 14 anni. Talvolta anche con una ragazza che ha due anni più di me, Teresa Schwienbacher, ma lei ora ha iniziato gli studi universitari e quindi è poco presente”.

Per l’anno 2021 quali obiettivi avete, anche come programmazione tornei?
“Dipenderà dalla pandemia, ma la programmazione sarebbe più o meno come doveva essere quest’anno, quindi giocare alcuni tornei ITF e poi per due settimane a Merano, e avanti così cercando di salire il più possibile in classifica”.

Dopo i successi di Jannik Sinner hai notato una crescita verso l’interesse nel tennis a livello locale, ad esempio un maggiore afflusso di giovani al circolo? O anche più interesse da parte dei tuoi coetanei verso quello che fai?
“Devo dire che quest’anno alla “giornata a porte aperte” del TC Merano vi è stata una quantità sbalorditiva di persone. A parte questo, da quando Jannik è sui giornali, e questo capita quasi ogni giorno, si nota che molte persone si interessano al tennis più di prima e vogliono parlare di lui. Per quanto riguarda l’interesse verso me, personalmente non è cambiato molto, a parte che quando qualcuno mi associa al tennis, mi chiede subito: “allora conosci Sinner?”

Hai seguito il successo di Iga Świątek al Roland Garros, ti ha portato a fare qualche riflessione?
“In tono scherzoso devo dire che in genere ho un atteggiamento piuttosto “negativo” nei confronti delle ragazze che hanno la mia età e che hanno già dei buoni successi a livello alto. Devo dire che la prima volta che ho visto Iga giocare al Roland Garros, è stato contro Simona Halep, ho pensato: “ma cosa sta succedendo?” Ho pensato tra me e me che giocare così bene è qualcosa di speciale; poi ha anche mantenuto il livello per tutto il torneo”.

Magari può servire anche come ispirazione o motivazione a proseguire per altre giovani come te?
“Siamo della stessa annata, 2001. Sì, la sua prestazione è stata sicuramente motivante, anche se la strada è molto lunga per arrivare ad un risultato così grande”.

Iga Świątek lavora con una psicologa dello sport con ottimi risultati, hai mai pensato di provare qualcosa di simile?
“In realtà sì, ma ho sempre pensato che prima di tutto vorrei migliorare il mio tennis dal punto di vista tattico/tecnico, poi se c’è bisogno di qualcosa in più si può sempre aggiungere. L’aspetto mentale è veramente importante e non è facile mantenere la concentrazione per tutta la partita”.

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