Paula Badosa Gibert: spagnola d’attacco

Paula Badosa Gibert
di Paolo Angella

La vincitrice del Roland Garros Junior di quest’anno è la spagnola Paula Badosa Gibert, 17 anni e mezzo, che ha sconfitto in finale la russa Anna Kalinskaya per 6-3 6-3 e in semifinale aveva battuto sempre in due set la numero uno al mondo nel ranking junior la ceca Marketa Vondrousova, recente vincitrice a Milano del torneo Bonfiglio. Al primo turno Paula aveva estromesso dal torneo la nostra Bianca Turati.

Nata a New York, dove i genitori si erano trasferiti per motivi di lavoro, è cresciuta in Spagna, a Begur in Costa Brava, Paula Badosa Gibert è comunque una tennista spagnola molto differente dalla maggior parte delle ragazze iberiche che praticano il tennis. Gioca infatti in modo molto aggressivo, con un servizio veloce e potente, con la continua ricerca di colpi vincenti, soprattutto con il rovescio bimane che spesso diventa colpo definitivo.

Le sue grandi potenzialità le avevano sicuramente intuite gli organizzatori dell’importante Premier Mandatory di Miami che le hanno concesso una wild card per il torneo e Badosa ha onorato alla grande la fiducia concessa, battendo prima Petra Cetkovska e poi Saisai Zheng, arrivando fino al terzo turno dove si è dovuta arrendere solo a una Karolina Pliskova in gran forma in quel periodo.

Fino al successo di ieri al Roland Garros, la Badosa aveva ottenuto tutti i suoi successi e risultati più significativi su campi veloci, come la vittoria sul cemento di Sant Jordi nel 2013, unico successo a livello di ITF finora e la finale ottenuta, sempre sul cemento, nel 25.000 dollari di Ciudad Victoria in Messico lo scorso anno.

Nel circuito WTA, oltre al grande successo di Miami, si è messa in mostra con le qualificazioni superate a Madrid vincendo prima con Ana Konjuh e soprattutto con Laureen Davis, in quello che lei stessa definisce “il miglior match finora della mia carriera”.

Dopo un’esperienza a Valencia, Paula Badosa si allena a Barcellona, all’Accademia Pro-AB, preparata da Victor Carceller e da Xavi Budo, il team che segue, tra le altre, anche Carla Suarez Navarro.

Il suo idolo sportivo è Maria Sharapova e, fatte le dovute proporzioni, ha molto in comune con la tennista siberiana, intanto l’altezza, essendo alta oltre 180 centimetri, ma soprattutto il tennis aggressivo da fondo campo e la grande determinazione.

Mi piace dominare il gioco, devo essere io a decidere di chiudere i punti e non aspettare l’errore dell’avversaria” dice la Badosa, confermando che il suo tipo di gioco è basato sull’attacco e non sull’attesa.

A guardare la sua finale del Roland Garros c’erano passato e presente del tennis spagnolo, Carlos Moya, Juan Carlos Ferrero e soprattutto Conchita Martinez, capitano della squadra spagnola di Fed Cup, che vede in lei il futuro del tennis spagnolo: “L’ho già convocata in Fed Cup come sparring partner, perché ha un gran potenziale, serve benissimo e fortissimo, ha un’idea di gioco molto precisa, gioca un tennis molto potente, ma al tempo stesso vario e imprevedibile. Fra l’altro ha un ottimo carattere, si è subito integrata con le altre ragazze ed è consapevole che deve imparare molto dalle tenniste più esperte di lei.

Conchita Martinez poi continua con le lodi per Paula: “Il suo rovescio è spesso un colpo definitivo, fa molto male a tutte le avversarie ed è anche difficile da anticipare perché lo sa nascondere assai bene. Se saprà migliorare anche di poco tutti i fondamentali potrà veramente diventare una top player

Anche il suo allenatore Xavi Budo ha le idee molto chiare su di lei: “Questa ragazza non ha limiti nel tennis, ha tutte le caratteristiche per diventare una vincente, coraggio, determinazione, voglia di vincere, mi ricorda davvero Maria Sharapova o Vika Azarenka, quando avevano la sua età. Ha un gioco aggressivo, ma sa anche leggere bene tatticamente gli incontri e, se necessario, ricorrere a un piano B o anche a un piano C.”

I prossimi anni ci diranno che Conchita Martinez e Xavi Buda avevano visto giusto e se Paula Badosa Gibert diventerà una stella del tennis mondiale.

 

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