Francesca da applausi, ma passa la Wozniacki


di Sergio Pastena
A volte la storia la fa chi perde. Pensiamo a Chuck Wepner, alias il sanguinolento di Bayonne, puglie che ha ispirato Rocky. Record di 35 vittorie e 14 sconfitte, se vogliamo niente di che, ma non andava mai al tappeto. Si feriva, resisteva, cadeva in piedi. Ecco, oggi Francesca Schiavone ha perso contro la numero uno al mondo Caroline Wozniacki ma alla fine il pubblico era in piedi per lei.
Chi scrive ha l’obbligo di essere realista, e non era immaginabile che Francesca oggi potesse rappresentare un pericolo per la danese dopo aver dovuto affrontare un match come quello con la Kuznetsova (e aver giocato in precedenza già due incontri di tre set). La Schiavone ci ha abituato a grandi imprese, ma qui la questione era di resistenza fisica: può una persona recuperare dopo uno sforzo del genere?
Così quando la Wozniacki, nel primo set, è arrivata a palla break, l’impressione è che sarebbe stato l’inizio di un massacro. Immaginate che sorpresa nel vedere la leonessa non solo annullare tre break point alla danese, ma poi addirittura toglierle il servizio e andare a servire per il set. “Would you believe it?”, il commento degli attoniti telecronisti americani. Francesca va 15-40, lotta, recupera la parità, annulla ancora una palla break per un totale di sei, quindi prima dissotterra una volèe e poi scende di nuovo a rete a prendersi il set, alla sua maniera. 6-3. Troppo bello per essere vero.
Ancora, nel secondo set la Schiavone fa il break al terzo gioco e si porta sul 3-1. Quando sul 30-15 la Wozniacki viene incenerita da un passante di Francesca viene da stropicciarsi gli occhi e si pregusta l’impresa epica: fino a quel momento 20 vincenti per la nostra tennista, 2 per la prima del ranking. La danese, però, tiene il servizio e a quel punto c’è il primo passaggio a vuoto della Schiavone, che perde la battuta a zero. La Wozniacki torna a crederci, si ricorda di essere la prima favorita e di avere una grandissima occasione per vincere il suo primo Slam e, a quel punto, ai salvataggi alla Ferrer a cui ci ha ormai abituato unisce anche qualche vincente: un gran lob e un paio di passanti, tutti di ottima fattura, che spingono la bella Caroline sul 6-3 e prolungano il match.
Ecco, è qui che siamo costretti a stupirci, nonostante ci fossimo ripromessi di non farlo più. Francesca ha corso tantissimo e quando cede il servizio in apertura di terzo set ti aspetti un rapido 6-0, al massimo 6-1. No, la Schiavone non ci sta: ottiene subito il breakback a zero ma perde di nuovo la battuta per via di un paio di errori e di una gran risposta dell’avversaria. La Wozniacki, sul 2-1, va a servire ed è costretta di nuovo ai vantaggi: annulla una palla break e tiene il servizio mentre i telecronisti si chiedono da dove vada a prendere tutta questa energia la nostra tennista. Quando Francesca sparacchia fuori un diritto e si trova 15-30 per l’ennesima volta si pensa che la fine sia vicina, e invece no: altra reazione e 2-3. La Wozniacki tiene un servizio senza patemi d’animo e, sul 4-2, va a prendersi il secondo break con un salvataggio dei suoi, letteralmente allucinante. A quel punto si porta velocemente sul 5-2 40-15 e ha due match point sul servizio. Finita? Neanche per idea. Prima la Schiavone piazza un rovescio vincente e poi, in un punto da ricordare, si traveste da Wozniacki e, dopo due salvataggi allucinanti, infila un passante che fa esplodere la Rod Laver Arena. Ancora una palla match e Francesca scende a rete, senza paura, piazzando un drop shot che costringe il pubblico a spellarsi di nuovo le mani. A quel punto la Francesca si procura prima una palla break, poi un’altra sulla quale scende a rete e chiude il game: 3-5 e lo stadio scatta in piedi mentre lo sguardo della Wozniacki è della serie “Ma quando riuscirò a scrollarmela di dosso?”. Ci riuscirai nel game successivo, Caroline, dopo esserti procurata la quarta palla match con un passante da antologia e dopo un challenge giocato sui centimetri.
Per inciso, alla Wozniacki va dato atto di aver giocato una grandissima seconda parte di match dopo essere stata dominata da Francesca per oltre un’ora: se le sue ben note capacità difensive generano spesso frustrazione, va detto che ha giocato anche dei grandissimi colpi. Il palcoscenico, però, oggi è per Francesca, applaudita a scena aperta: nel terzo set la fatica, umanamente, si è fatta sentire, eppure ha raschiato ancora il fondo del barile e ha continuato a correre. Non sappiamo come sarebbe finita in un’altra occasione, ma non ci serve saperlo: basta la soddisfazione per l’ennesima impresa regalataci da un’autentica campionessa.

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