Madison Brengle: sorrisi dopo la grande paura

brengle primo piano
di Paolo Angella

Ogni tennista scende in campo per vincere la sua partita contro il proprio avversario, ma spesso capita che tante persone debbano scendere in campo per vincere partite difficili contro brutte malattie, che fanno tanta paura.

Chi vince contro queste terribili malattie, sa che poi potrà vincere contro qualsiasi avversario. Lo sa bene Madison Brengle, a cui lo scorso settembre era stato diagnosticato un cancro alla pelle.

Due giorni prima degli ultimi US Open, Madison ha notato una strana macchia sulla gamba. Poche settimane dopo è arrivata la terribile diagnosi: tumore cutaneo. Si sottopone subito ad un intervento chirurgico che rimuove una massa tumorale, che fortunatamente risulta benigna e, dopo cinque settimane di riposo, ha avuto il via libera dai medici per riprendere gli allenamenti.

Dopo aver battuto il grande nemico, Madison ha capito che può scendere in campo per battere chiunque, e ha iniziato il 2015 nel migliore dei modi.

Supera le qualificazioni e due turni a Brisbane e poi, partendo dalle qualificazioni, arriva in finale a Hobart, dopo aver superate tra le altre la nostra Karin Knapp nei quarti, perde solo da Heather Watson, anche lei reduce da un lungo e grave infortunio.

Questo risultato la porta al suo best ranking alla posizione numero 64 della classifica WTA.

Madison ha 24 anni, viene da Dover, negli Stati Uniti. Inizia a giocare a tennis prestissimo, si dice a soli 2 anni, seguita dalla madre Gaby, maestra di tennis nel Dover Indoor Tennis Center, una delle tante accademie statunitensi che permettono a ragazzi e ragazze di avvicinarsi a questo sport.

La piccola Madison passava le sue giornate con la mamma e con il fratello David sui campi da tennis e a poco a poco iniziava a vincere anche con le ragazze più gradi e robuste di lei, diventando sempre più brava.

Da un piacevole passatempo, in breve tempo il tennis diventa sempre più importante e Madison inizia a giocare in giro per gli Stati Uniti e a vincere tanto, scalando molto rapidamente le classifiche giovanili.

Nel 2005, a soli 15 anni, gioca e vince il suo primo torneo professionistico, un ITF a Baltimora. Nel 2006 vince il doppio all’Orange Bowl e nel 2007, a 16 anni, arriva in finale all’Australian Open Junior,perdendo in finale con Anastasia Pavlyuchenkova.

Un sogno, che diventa realtà per lei, poter assistere agli allenamenti di Federer, potersi portare a casa gli asciugamani ufficiali del torneo, di cui ha una collezione proveniente da tutto il mondo, quello che era il suo divertimento preferito stava diventando il suo lavoro.

Madison, non smette mai di studiare e a questo punto della sua giovane vita si pone il grande problema se entrare in università e praticare collage tennis oppure dedicarsi esclusivamente alla carriera di tennista professionistica.

Alla fine, decide di intraprendere definitivamente la carriera di tennista pro e, la mamma Gaby, che nel frattempo è entrata, come allenatrice, in una hall of fame, decide, forse un po’ a malincuore, ma con tanta soddisfazione, di lasciare la sua accademia e di seguirla in giro per il modo come sua coach.

Dopo alcuni anni ad arrancare ai margini del “tennis che conta” lo scorso anno la svolta con buone prestazioni che la portano nelle prime 100 del mondo.

Poi lo scorso settembre la notizia terribile del cancro sembrava mortificare i suoi sogni e le sue aspirazioni, e invece, per fortuna, la rinascita che l’ha portata a giocare ancora e soprattutto a vincere ancora, come non aveva mai fatto prima di ora.

Madison Brengle che ha battuto al primo turno la testa di serie numero 13, la tedesca Andrea Pektovic e poi ha superato in due agevoli set le connazionali Falconi e Vandeweghe. Ora è attesa al difficile match contro Madison Keys per l’ingresso nei quarti di finale.

Comunque andrà a finire il suo Australian Open, raggiungerà il suo best ranking.

“E ‘incredibile, non potrei essere più felice “, ha detto Madison sul campo dopo aver battuto Coco Vandeweghe nel terzo turno. “Non sapevo che sarei venuta in Australia fino a due settimane prima della mia partenza. Ogni volta che scendo in campo, cerco di apprezzare un po’ di più quello che faccio perché non ti rendi conto di quanto sei fortunata ad essere in buona salute fino a quando ti capita uno spavento del genere. Sono molto felice, davvero. “

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