Il Punto Atp – Nadal e Djokovic non fanno sconti

Novak Djokovic
di Sergio Pastena
Stavolta tutto è andato secondo le previsioni: nessuna sorpresa clamorosa, i vincitori di Tokyo e Pechino dovevano essere Rafael Nadal e Novak Djokovic e i primi due del ranking hanno portato a casa i titoli, anche se in maniera diversa.
In Giappone il maiorchino, ad esempio, prima di avere la meglio in finale su Monfils è andato davvero vicino alla sconfitta in semifinale contro il serbo Troicki, uno che quest’anno sta facendo collezione di imprese sfiorate (si pensi agli Us Open, dove al primo turno era avanti di un break al quinto contro Djokovic). Rafa ha dovuto annullare due match point durante il terzo set, prima di chiudere 9-7 il tie break decisivo. Si stavano materializzando i fantasmi della sconfitta contro Garcia-Lopez, anche se in questo caso l’andamento del match era stato meno schizofrenico. Il Rafa di quest’anno, però, a differenza di quello di due anni fa, domina di meno e vince di più: a ben guardare ci ha guadagnato. Gli altri favoriti della vigilia si sono fermati presto: Roddick nei quarti è andato a sbattere contro Monfils ed è nuovamente uscito dalla Top Ten lasciando il decimo posto a Ferrer, Tsonga si è arresto subito a Nieminen e Melzer è stato fatto fuori da Troicki. Qualche segnale di vita giunge da Tursunov (terzo turno facendo fuori Gulbis e Gasquet) e Stepanek, fortunato col tabellone ma bravo ad arrivare fino alle semifinali. Andreas Seppi, dopo aver eliminato Dodig, ha ceduto a Monfils: ha fatto il suo.
Rafael Nadal
In Cina Djokovic aveva, almeno sulla carta, avversari ben più complessi ma ha vinto in scioltezza, anche se lo scoglio maggiore (almeno considerando il seeding) è stato Ferrer in finale: per il resto, tra il cinese Gong al primo turno, un walkover al secondo, Simon e Isner, non si può dire che per il serbo sia stata una passeggiata di salute ma di certo non gli è andata male considerando che parliamo di un Atp 500. Brutta mazzata, invece, per Andy Murray, buttato fuori nei quarti dal miglior Ljubicic visto da Indian Wells ad oggi. Il britannico non è stato mai in partita, mentre il croato pare essersi svegliato: ha fatto fuori Youzhny e Dolgopolov prima di arrendersi lottando a Ferrer ed ha conquistato punti importanti in vista delle cambiali di Lione e Shanghai, oltre 400 punti totali.
Questa settimana si resta in Asia per il Masters 1000 di Shanghai, dove davvero ci saranno tutti: tanto per rendere l’idea, le teste di serie sono i primi sedici al mondo. Tornerà anche sua maestà Federer, che ha un tabellone abbastanza “morbido”, visto il torneo: bye al primo turno, poi presumibilmente Isner e Cilic prima dell’eventuale prova del fuoco nei quarti contro Soderling. Meno fortunato Djokovic, che dovrebbe avere subito un Ljubicic in grande spolvero per poi pescare uno tra Monfils, Gulbis e Gasquet (questi ultimi due si affronteranno al primo turno: potrebbe nascerne un gran match). Non può lamentarsi Murray, anche perché dalla sua parte è uscito subito Almagro, mentre Nadal attende il vincitore di Simon-Wawrinka. Per Andreas Seppi sorteggio abbastanza complicato contro Marin Cilic.
Finito il torneo di Shanghai, il circo dell’Atp tornerà in Europa per una serie di appuntamenti via via più importanti che culmineranno nel gran finale: prima gli Atp 500 di Valencia e Basilea, poi il Masters 1000 di Parigi e, come ultimo atto, le finali Atp di Londra, riservate a pochi eletti che per la maggior parte sono ancora da stabilire. Per ora è sicura la partecipazione di Nadal, Djokovic e Federer, il prossimo mese dovrà tirare fuori gli altri cinque ammessi al torneo più selezionato dell’anno.
Piccola considerazione, stavolta fatta con spirito quasi notarile: Fabio Fognini prosegue il suo giro dei Challenger volando in Paraguay, ad Asuncion, dove è testa di serie numero 1. La sua scelta finora ha pagato, il suo ranking è migliorato sensibilmente ed è facile che riesca a difendere i 70 punti in scadenza nel torneo cinese (dovrebbe arrivare in finale, ma gli avversari non sono di quelli che fan tremare le vene ai polsi). Il ligure è giovane e questo “level down” può essere una scelta intelligente, utile a dargli una classifica tale da poter giocare con meno preoccupazioni l’anno prossimo: tutto bene, quindi, anche se l’augurio per l’anno prossimo è di vederlo volare nuovamente in Asia, magari almeno da Top 50.

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