Diario di Bordo Finale dal Rio Open

Fabio Possenti
(Fabio Possenti al Rio Open)
da Rio de Janeiro, Fabio Possenti

Ci eravamo lasciati mercoledì, col ritiro di Fabio Fognini e la pioggia che tormentava il torneo. La febbre che mi ha colpito nei giorni successivi mi ha impedito di recarmi al torneo nei giorni successivi.

Fabio Possenti e Francesca Schiavone

Si arriva così alla domenica conclusiva. I postumi dell’influenza e i 37°C che ci sono fuori mi consigliano di evitare di uscire per la finale femminile. Scelta fatta con molto dispiacere data la presenza in campo della nostra Francesca Schiavone opposta all’americana Shelby Rogers. Seguo il match da casa sull’Ipad mentre in tv assisto alla partita della mia Roma. Grande vittoria della nostra atleta (e anche della Roma nonostante il “caso Totti”), che si impone in 3 set e torna ad alzare un trofeo WTA bissando la vittoria di Sara Errani dell’anno scorso.

Esco di casa alle 18.15 con l’obiettivo di essere sul centrale intorno alle 18.30, orario in cui è previsto l’inizio della finale maschile tra l’uruguaiano Pablo Cuevas e l’argentino Guido Pella.

Arrivo al club, entro nel Media Center e vedo che nella sala adibita alle conferenze stampa esce un gran numero di giornalisti. Mi affaccio e dentro c’è ancora Francesca Schiavone, reduce dalla conferenza stampa e ora intervistata dalla tv brasiliana SporTV. Francesca è raggiante, traspare una felicità che sembra incredibile per un’atleta che ha vinto in carriera tornei di ben altro livello come il Roland Garros. Si vede quanto la Schiavone sia ancora appassionata per il suo sport e quanto voglia ancora lottare per ottenere risultati. Dichiara ai presenti che avrebbe il sogno di arrivare alle Olimpiadi che proprio a Rio si terranno tra qualche mese, ma è anche consapevole della difficoltà nel raggiungere un ranking sufficiente per prendervi parte.

La Schiavone si dimostra disponibile con tutti e non si tira indietro nello scattare una foto con i presenti (me compreso!)

È ora di trasferirsi sul centrale dove è da poco iniziata la finale maschile e sui cui spalti mi aspetta l’amico Dario. Arrivo ai piedi della tribune e indovinate? Diluvio e match sospeso. Non posso crederci!

Torno con Dario verso la clubhouse in cerca di riparo. Piove veramente forte e non resta altro da fare che sedersi su un divano ad aspettare. Arrivano le 20 e, data la situazione, decidiamo di mangiare al ristorante del circolo, l’esclusivissimo Jockey Club Brasileiro, che ospita il torneo. Cena a base di sushi, mentre fuori smette di piovere. La ripresa del gioco è prevista per le 22. In verità bisognerà attendere le 22.30 affinché il gioco riprenda da dove interrotto (3-3 30-0 con Pella al servizio nel primo set).

La partita è abbastanza monotona, il campo pesante non aiuta la spettacolarità del gioco. Un break di Cuevas al nono gioco decide il primo parziale (6-4). Il secondo set segue l’andamento dei servizi, non si vedono palle break, ma torna a vedersi la pioggia verso il finale di set. Cuevas non sfrutta un mini-break di vantaggio sul 5-4, perde 3 punti di fila ed è tutto da rifare: 1 set ciascuno.

Per fortuna la pioggia smette di cadere, non si interrompe però l’equilibrio. Si seguono i servizi, il tie-break sembra inevitabile anche in questo set, ma sul 5-4 Cuevas osa di più e Pella deve concedere una palla break, che vale il match point. Cuevas entra nello scambio, prende in mano il pallino, Pella tenta di resistere alle accelerazioni dell’avversario ma deve cedere. La mezzanotte è passata da 25 minuti quando Cuevas può alzare le braccia al cielo in segno di vittoria di un titolo insperato.

Può essere contento anche l’argentino, il cui torneo si sarebbe potuto concludere già al primo turno, quando fronteggiò e salvò 3 match-point contro John Isner.

Si conclude così la terza edizione del Rio Open, torneo che quest’anno poteva vantare un campo di partecipazione migliore delle precedenti edizioni, ma che ha finito per rivelarsi non molto fortunato: innanzitutto il tempo è stato veramente inclemente, con acquazzoni praticamente tutti i giorni a rovinare e ritardare il programma serale e quindi gli spalti non sono apparsi mai gremiti. Inoltre i grandi nomi non hanno ben figurato: Tsonga e Isner sono usciti al primo turno, Fognini è stato sfortunatissimo con l’infortunio al secondo turno (poteva davvero essere il suo torneo), Ferrer è parso ben al di sotto delle sue possibilità, così come Nadal (fermato da Cuevas in semifinale) e Thiem, che fino alla disastrosa partita con Pella sembrava il più accreditato alla vittoria finale.

In ogni caso, per me è stato comunque un piacere poter partecipare anche quest’anno all’evento e poter scrivere della mia esperienza. All’anno prossimo! Forse…

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