New York è pronta ad accogliere Ben Shelton con il suo carico di energia, spettacolo e ambizione. Reduce dal primo titolo Masters 1000 conquistato a Toronto, l’americano classe 2002 si presenta agli US Open 2025 con l’aura dell’outsider più pericoloso. In conferenza stampa, Shelton non si è nascosto: “Questo è il torneo più importante dell’anno per me. Ho lavorato tanto per arrivarci nelle migliori condizioni, mi sento preparato, fiducioso, pronto a scendere in campo e vedere cosa succede”.
L’elemento emotivo, da sempre parte integrante del suo tennis, è stato uno dei temi affrontati con i giornalisti: “Sono un intrattenitore per natura, ma ho imparato a trovare uno stato mentale in cui riesco a competere al meglio divertendomi. Non sarò mai un robot che non mostra emozioni, ma so quale bilanciamento mi fa rendere di più”.
Shelton debutterà già nella giornata inaugurale di domenica. “Capisco la scelta del torneo, è un vantaggio in termini di biglietti e visibilità. Due giorni di pausa tra i primi due turni? Non è indispensabile, ma nemmeno un problema. L’ho già vissuto a Parigi, lì addirittura ho aspettato cinque giorni. Preferisco giocare subito”.
Il nome di Shelton circola tra i papabili per un cammino importante. Patrick McEnroe ha predetto una vittoria americana a New York, senza sbilanciarsi sul nome. Shelton resta cauto: “Mi piacerebbe moltissimo. Ci sono tanti americani che possono far bene. Foe (Frances Tiafoe) si esalta sempre qui, Fritz è stato in finale, Tommy (Paul) ha ottimi risultati. È solo questione di tempo”.
Sulle possibili sfide contro Carlos Alcaraz e Jannik Sinner, Shelton non guarda troppo avanti: “Per vincere un grande torneo oggi, devi passare da loro. Ma io penso un match alla volta. Se ti proietti troppo nel futuro, rischi di inciampare subito. So chi affronterò al primo turno, mi concentro su quello”.
C’è anche spazio per un tocco personale, con un ricordo di famiglia: “Il mio secondo nome è Todd, come mio zio Todd Witsken, ex top 30 in singolo e top 5 in doppio. Non l’ho mai conosciuto, è morto prima che nascessi, ma mi raccontano che avessimo caratteristiche simili. È bello aver vinto titoli dove lui ha vinto in doppio. Sento di seguire le orme di due figure importanti per me: lui e mio padre”.
Shelton ha parlato anche della partnership con il brand On: “Per me è una grande azienda, non capisco chi dice che non sia importante. Ho iniziato con loro, mi sento supportato. È una collaborazione che mi dà tanto”.
Sulla preparazione, nessuna rivoluzione: “Non mi fisso su un colpo solo. Quando si avvicina il torneo, sai su cosa puoi contare e su cosa devi migliorare. È sempre un equilibrio. Poi elimino tutto ciò che può distrarmi: ho cancellato X (ex Twitter) due anni e mezzo fa e non sono mai tornato indietro. Guardo highlights, studio gli avversari, visualizzo il gioco. Così arrivo più sereno in campo”.
Infine, una parentesi su un evento che ha diviso il pubblico: il torneo di doppio misto, giocato con Taylor Townsend. “Una bellissima esperienza. Quest’anno gli stadi erano pieni, anche nei misti. Se altri Slam lo organizzassero nella settimana pre-torneo, lo rifarei volentieri”.
Con la sua energia contagiosa, Ben Shelton promette scintille a Flushing Meadows. Il pubblico americano è pronto a seguirlo. E lui sembra deciso a prendersi il palco.