La Laver Cup è un’esibizione? A rispondere a questa domanda ci ha pensato uno dei suoi ideatori, Roger Federer, intervenuto ai microfoni di Tennis Channel: “Quando ho creato l’evento con Tony (Godsick, il suo agente), l’idea era che dovesse essere vero tennis. Non può essere un’esibizione: quelle possiamo organizzarle altrove.
Quando sei seduto in panchina e accanto a te c’è un giocatore leggendario, e sugli spalti ci sono Rod Laver, io o John McEnroe, ovvero delle leggende che vogliono vedere il miglior tennis, tu scendi in campo per dare il massimo. Inoltre giochi anche per la tua squadra e per tutto coloro che vorrebbero essere al posto tuo. Credo che l’intera dinamica spinga i giocatori a dare il meglio“.
Il commento sulla rivalità Sinner-Alcaraz
L’ex tennista svizzero ha poi detto la sua sulla rivalità tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, che ha caratterizzato le ultime due stagioni: “Penso che sia straordinaria per il tennis. A mio avviso tutti sapevamo che fossero molto bravi, ma probabilmente non ci aspettavamo che dominassero in questo modo fin dall’inizio. Devo ammettere che è davvero impressionante, ma anche fantastico per il gioco“.
Federer ha quindi tentato di rispondere alla domanda più gettonata attualmente, vale a dire chi sarà il terzo incomodo: “Sarà dura, ci vorrà tempo. Allo stesso tempo, però, mi chiedo per quanto tempo potranno continuare così. Loro la fanno sembrare facile, ma io ci sono passato e in realtà è dura“.
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Laver Cup: futuro in altri continenti?
Infine, un commento sul futuro della Laver Cup, che il prossimo anno tornerà in Europa, alla O2 Arena di Londra: “L’obiettivo era quello di giocare in posti dove non si vede spesso il tennis. Credo che ci siamo riusciti tra Berlino, Vancouver, ma anche qui a San Francisco. Vediamo cosa succederà dopo Londra. Considerando il calendario, l’Asia non sarebbe una cattiva mossa. E neppure in Sud America. Immaginate una Laver Cup in Sud America con Fonseca in squadra…“