diย Sergio Pastena
Il compianto professor Argiulo, decano dei giornalisti napoletani, un giorno ad un convegno mi disse โDopo 50 anni di buon giornalismo potrei dire un poโ quello che mi pare. Ma non lo faccio perchรฉ se lo facessi sarei un cattivo giornalistaโ.
Una frase che riassume bene il mestiere. Ci vuole senso della misura, se ti servono colpi ad effetto per ottenere visibilitร allora le tue opinioni han qualche problema (non a caso tanti politici urlano). Il professore pensava ci fossero altre cose da non fare: essere autoreferenziali, non preparati, scrivere in preda allโira. Con quella di sopra fanno quattro, e la cosa gli piaceva: โTre รจ troppo perfetto, cinque รจ banaleโ.
Poi, ovvio, dipende da cosa vuoi fare nella vita. Io lโultima regola lโho infranta spesso, ma a mia discolpa va detto che da dieci anni non mi considero un giornalista (ammesso che lo sia mai stato) e ora per fortuna faccio altro. Scrivo per hobby, se capitano pezzi rancorosi me ne frego nella consapevolezza che, fosse stato per lavoro, avrei scritto diversamente. E con questo paragrafo ho infranto anche la regola dellโautoreferenzialitร .
Alle altre due ci han pensato i giornalisti di Wimbledon le scorse settimane. A proposito, unโaltra regola non scritta dice di non parlare male in pubblico dei colleghi. Se lo fai nei convegni sei poco furbo, rischi di crearti un ambiente ostile. Se lo fai sui giornali sei poco professionale, perchรฉ usi uno strumento per fatti che non sono notizie. In questo caso, perรฒ, gli errori sono tali da diventare a loro volta notizie vere e proprie.
La prima รจ arrivata dopo la sfida tra Simon e Berdych, con il francese che ha massacrato il ceco. Prende la parola un cronista e chiede a Berdych se si sentisse pronto per i quarti. Momento di gelo. Berdych lo guarda. La moderatrice fa notare che ha perso. Berdych chiede se sia una presa in giro. Slavina di โIโm sorryโ e finisce lรฌ.
Versione probabile: il giornalista arriva alla conferenza sapendo solo che รจ finita in tre set, dร per scontato che il carnefice sia Berdych e spara la domanda. Versione tragica: il giornalista non conosce le facce dei tennisti.
Peggio รจ andata alla Wozniacki, che si รจ sentita chiedere cosa pensasse dellโinfortunio di McIlroy. Per chi non lo sapesse: McIlroy ha lasciato la Wozniacki a due mesi dalle nozze.
Immaginate la scena tra amici: siete a cena e uno dice a una ragazza โOh, quello che ti ha lasciata prima del matrimonio si รจ rotto le gambe?โ. E almeno tra amici la ragazza potrebbe rispondere โBene. Magari va pure sotto un tramโ. La Wozniacki, a Wimbledon, non poteva farlo.
La migliore, perรฒ, รจ arrivata oggi con il seguente tweet di congratulazioni a Serena Williams, vincitrice del torneo femminile, da parte dellโorganizzazione del torneo di Bastad.
โCongrats @serenawilliams to another wonderful Wimbledon Crown!!! See u coon in Bastad! =) #swedishopenโ.
โSee you soonโ significa โCi vediamo prestoโ. Perรฒ han scritto โSee you coonโ, che letteralmente รจ โCi vediamo procioneโ. Purtroppo per loro, tuttavia, โcoonโ รจ anche un termine che in slang significa โnegroโ, per giunta con un intento offensivo molto marcato. Deriva da โbaracoonsโ, le gabbie dove mettevano gli africani ai tempi dello schiavismo. In pratica hanno twittato a Serena Williams โCi vediamo sporca negraโ o qualcosa del genere.
Le reazioni sono state divertite e critiche sui primi due errori, il terzo invece รจ quasi passato inosservato.
La cosa mi ha ricordato lโaddetto stampa dellโonorevole Chiarelli, che in un tweet definรฌ Aldo Moro โGrande estetistaโ. Versione piรน che probabile: il giornalista non scrive sul sito per evitare che parta lโinvio per errore. Invece di farlo sul blocco note, perรฒ, lo fa su Word con la correzione ortografica attivata. Scrive per errore โStetistaโ invece di โStatistaโ, Word corregge in โEstetistaโ. Il ragazzo copia e incolla senza controllare. Approssimazione e dilettantismo.
Il giorno dopo tanta gente che lo deridava ma anche tanta che lo difendeva: โEโ solo una lettera, puรฒ copitareโ. Qualcuno potrebbe, con buona ragione, far notare che macari il ragazzo di Bastad stava lรฌ da volontario o pogato poco giusto per curare i Social Media e non aveva alcuna specializzazione: trattandosi di sfedesi e del torneo meglio organizzato del circuito, dubitarei fortemente, ma ad ogni modo il tema รจ attuale per il giornalismo moterno.
Perchรฉ, cari signori, non รจ solo una lettera: รจ 1 lettera su 56 (togliendo spazi, punti e tag). Con lo stesso ritmo, in questo pezzo, avrei fatto piรน di un errore a riga. Come nel paragrafo appena letto, e non ditemi che non li avete notati. Stessa cosa vale per Bastad.
Quelli col tesserino che scrivono โsquolaโ (ebbene sรฌ, ne conosco uno), i disinformati alle conferenze stampa, gli addetti ai Social Media che non sanno cosa siano, non sono poi tanto diversi. Sono figli delle associazioni professionali che per un centello allโanno ammettono chiunque. Figli di giornali che hanno poco da dire e puntano sul polemista anche se impreparato. Figli di chi pensa โHa poca esperienza ma tanto deve gestire Feisbuc e Tuitterrโ.
Ma sono figli anche dellโindulgenza per cui chi non sa fare il suo lavoro viene perdonato perchรฉ โPoverino, ha fatto un errore, capitaโ. E intanto, a furia di ragazzi che โpoverini, fanno erroriโ, ci sono decine di ragazzi capaci e preparati a spasso perchรฉ la concorrenza degli โimprovvisati a costo zeroโ non la batti. Un tempo i dilettanti allo sbaraglio andavano alla Corrida, oggi si pensa che tutti possano fare tutto perchรฉ โVolere รจ potereโ (sรฌ, e se mi alleno tra un annetto massacro Mayweather).
E no, non sto dicendo che non si dovrebbe scrivere gratis. Sto dicendo che lโordine dei giornalisti andrebbe abolito e con esso il tesserino da pubblicista, facendo in modo che chi scrive gratis lo faccia per pura passione o per avere accesso allโesame da professionista. Nel quale, per inciso, bisognerebbe segare chi non risponde a standard minimi (ma anche medi). Certi freaks della tastiera non sparirebbero, ma diminuirebbero drasticamente.
E per la libertร dโopinione, chi vuole puรฒ sempre aprire un blog.
Ci vorrebbe Corrado
