Djokovic parla del caso Clostebol: “Credo a Sinner, ma non mi è piaciuto il trattamento favorevole che ha ricevuto”

Antonio Sepe
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Novak Djokovic - Foto Netflix

Novak Djokovic ha parlato anche di Jannik Sinner nell’intervista rilasciata a Piers Morgan e pubblicata sul canale YouTubePiers Morgan Uncensored“. In particolare, al tennista serbo è stato chiesto un parere sul caso Clostebol che ha coinvolto Sinner e che ha comportato uno stop di tre mesi.

Credo che questa vicenda lo seguirà come una nuvola per il resto della carriera. Così come succede a me con quella del Covid. Con il tempo svanirà, ma non sparirà mai del tutto: è qualcosa di troppo grande e ci sarà sempre un gruppo di persone che la tirerà fuori” ha ammesso Djokovic.

Djokovic: “Quando è successo ero scioccato”

Non è poi mancato un giudizio personale, anche in base al rapporto che ha con Sinner: “Conosco Jannik da quando aveva 13-14 anni perché il suo primo coach, Riccardo Piatti, aveva lavorato in passato anche con me. Mi allenavo spesso alla sua accademia in Italia e mi è capitato più volte di palleggiare con Jannik. Mi piaceva molto perché era un ragazzo magro, alto e cresciuto sciando sulle montagne: una storia molto simile alla mia. L’ho sempre trovato molto genuino, calmo. Non gli interessava molto di ciò che succedeva nel mondo, ma era solo concentrato ad essere essere il miglior giocatore. Mi piaceva questa mentalità. Quando è scoppiato il caso Clostebol ero scioccato. Credo che Jannik non l’abbia fatto di proposito, ma il modo in cui il caso è stato trattato solleva molti campanelli d’allarme“.

Le differenze con altri tennisti

Djokovic ha ribadito di credere nell’innocenza di Jannik, tuttavia è stato piuttosto critico nei confronti di com’è stata gestita la vicenda: “È stato tutto piuttosto strano: dalla mancanza di trasparenza a due pesi due misure, fino alla sospensione affinché non saltasse neppure uno Slam“.

Non mi è piaciuto il trattamento favorevole che ha ricevuto, specialmente rispetto alle situazioni simili che hanno vissuto molti altri giocatori. Loro sono stati fermati per un anno, lui per tre mesi: non è giusto. Voglio credere che non l’abbia fatto volontariamente, ma è lui il responsabile, lo dicono le regole” ha ribadito Nole, verosimilmente strizzando anche l’occhio alla sua associazione, la PTPA, che assiste proprio giocatori coinvolti in vicende del genere.

Mi rendo conto che non è stato facile per lui, anzi ho provato un senso di empatia e compassione. Ha gestito in maniera molto matura la tempesta e gli faccio i complimenti perché non è semplice. In tutto ciò ha continuato a dominare, a giocare in maniera incredibile e a vincere Slam” ha concluso Djokovic, invitando infine Piers Morgan a intervistare lo stesso Sinner.

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