Go-to-Guy: Thanasi Kokkinakis

Thanasi Kokkinakis Indian Wells
di Giorgio Giosuè Perri

Sul campo 3 dell’Indian Wells Tennis Center, va in scena il terzo turno della parte alta di tabellone tra Juan Monaco e Thanasi Kokkinakis. Il giovane australiano, fresco vincitore di due partite solidissime contro Struff e Garcia-Lopez, si ritrova ad affrontare un ostacolo ancora più insidioso. Vince il primo set senza particolari problemi, nel secondo scende un po’ d’intensità e non riesce a concretizzare le occasioni che si procura. I due non vogliono saperne di tenere il servizio, ma alla fine è l’esperienza dell’argentino ad avere la meglio: si va al terzo. Perso un match point sul 5-4, con il giudice di linea che non chiama l’out sul colpo di Pico e l’arbitro che non fa overrule. Kokkinakis, che ha finito i challenge, incassa, riparte e porta a casa un match incredibile al tiebreak. Avvicina così la Top 100 e si regala il quarto turno contro il connazionale Bernard Tomic, il primo in carriera alla terza partecipazione in un Master 1000.

Nato ad Adelaide il 10 aprile 1996 da genitori di origini greche, Thanasi è, ad oggi, uno dei talenti più promettenti della nuova generazione del tennis mondiale. Si districa nei tornei Juniores tra il 2011 e il 2013, ma solamente nell’ultimo anno riesce ad ottenere risultati degni di nota, con la finale nel primo Slam stagionale, sconfitto dal connazionale Nick Kyrgios, bissata da quella agli Us Open, dove è costretto ad arrendersi ad un altro nome ormai noto a tutti: Borna Coric. In questi anni inizia anche il cammino nei Futures e nei Challenger, senza andare mai oltre le semifinali (raggiunte in tre occasioni, di cui solo una in Challenger, partendo oltretutto dalle qualificazioni) e aggiudicandosi il primo torneo in carriera soalemente nel 2014, in Canada. La testa di Thanasi, però, ha altri obiettivi, altri traguardi da raggiungere, il ragazzo ha voglia di crescere in fretta e di andare a competere con i grandi sin da subito. Il 2014 coincide anche con i primi risultati di prestigio: il primo Main Draw a livello ATP, il primo match vinto in uno Slam, la prima partita con uno dei Fab 4 (Nadal). La stagione, partita alla grande, si rivela però poco profilica, con i risultati che tardano ad arrivare, Thanasi è allora costretto a ricominciare da Futures e Challenger. Ad agosto, però, riesce a centrare il primo tabellone 1000 in carriera, arrendendosi solo dopo una lunga battaglia a Kevin Anderson. Stesso epilogo qualche mese dopo, a Shanghai, dove non riesce a superare l’ostacolo Feliciano Lopez. Chiude il 2014 alla posizione numero 150, ben lontano da Nick Kyrgios, suo grande amico, che con i quarti a Wimbledon aveva stupito tutti.

Il 2015, però, parte in maniera del tutto differente. WC a Brisbane e subito facile vittoria contro Benneteau. Perde contro Tomic, ma agli Australian Open ha la possibilità di rendersi ancora protagonista. Prende Gulbis al primo turno, gioca una partita pazzesca recuperando uno svantaggio di 2 set a 1 e la vince 8-6 al quinto tra il delirio dei famigliari e degli amici. Come nel 2014, ricomincia a provarci con le Quali. degli ATP, questa volta con successo. Si qualifica a Memphis, si qualifica a Delray Beach, si qualifica ad Acapulco, riuscendo a vincere solamente un match nelle tre settimane, ma mettendo in mostra un carattere e una voglia incredibile. Il week-end di Davis, si rivela decisivo. Kyrgios annuncia il forfait a causa di problemi fisici, tocca allora all’ancora più giovane compagno provare a sconfiggere la forte Repubblica Ceca. Il match d’apertura vede in campo Rosol e, appunto, Kokkinakis. Sotto 2-0 nel computo dei set, il giovane australiano riesce a tirarsi fuori da una situazione difficilissima e a portare la partita al quinto, dove la spunta, consentendo all’Australia di volare ai quarti di finale. Indian Wells, ha rappresentato solo un piccolo passo per un giocatore che nel giro di pochissimo tempo ritroveremo molto più in alto.

Se non fossi diventato un tennista, sarei senz’altro un giocatore NBA” dice sicuro Thanasi, tifoso dei Los Angles Clippers. Un caso? Poco probabile. Denominata “Lob City” Los Angeles, ormai in mano ai Clippers e non ai Lakers, può vantare una delle migliori coppie Point Guard-Power Forward della lega, con Chris Paul e Blake Griffin. Un paragone tra quest’ultimo e Kokkinakis, è quantomai azzeccato: fan della palla a spicchi oltreocano, non potrete che essere d’accordo. Dotato di un gioco esplosivo e senza troppe macchie, di un servizio potente e molto piatto, con un movimento che ricorda molto di più quello della scuola croata, che australiana, capace di variare anche in maniera eccellente con la seconda. Il dritto, senza ombra di dubbio colpo migliore insieme al servizio, è anche il più spettacolare: il diagonale fa malissimo, il lungolinea risulta solidissimo. Insomma, servizio-dritto da cineteca, qualche problemino in più con il rovescio, anche se capace di variare molto bene con questo colpo che, però, perde con molta più facilità, soprattutto negli scambi prolungati.

Si esprime al meglio sulle superfici veloci, ma ha più volte ribadito di trovarsi bene anche sulle superfici lente, ritenendo il suo gioco adatto un po’ a tutte le situazioni, ed è anche impossibile dargli torto, visto che aggiunge all’esplosività del suo gioco, anche un’ottima presenza a rete ed una sensibilità da non sottovalutare, soprattutto considerando i quasi due metri d’altezza, che mettono sicuramente un po’ più in ombra le capacità di corsa e di spostamento.

Il tennis australiano può vantare ben tre prime punte. Con Kokkinakis, Tomic e Kyrgios, sognare è più che lecito.

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