Conchita Martinez si racconta: “Allenare Andreeva è una gioia, stare sui campi mi fa sorridere”

Donato Boccadifuoco
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W&S Open Cincinnati 2024 Mirra Andreeva (RUS) Photo © Ray Giubilo

Essere su un campo da tennis stampa automaticamente un sorriso sul mio volto”. Un amore smisurato per il tennis prima da giocatrice e poi come coach e direttrice della Billie Jean King Cup. Certo, l’elenco degli innumerevoli titoli conquistati aiuterebbe ma in realtà basterebbe semplicemente questo per descrivere una delle leggende del tennis femminile come Conchita Martinez. È proprio l’ex campionessa spagnola a raccontarsi in un’intervista concessa alla giornalista Molly McElwee per la quinta puntata della serie On Her Shoulders: un viaggio tra i ricordi del passato mescolati a un pizzico di presente.

MODELLI DI RIFERIMENTO

Come ogni tennista anche Conchita Martinez è cresciuta con precisi modelli di riferimento: “Quando ero piccola non veniva trasmesso molto tennis sulle tv spagnole ma ogni volta che potevo guardavo Martina Navratilova e Chris Evert, anche John McEnroe che era uno dei miei preferiti in assoluto. Loro mi hanno ispirato molto perché mi hanno trasmesso la passione per questo sport che era ciò di cui avevo bisogno per credere in me stessa”.

Da direttrice della Billie Jean King Cup, l’ex numero due del mondo descrive così il suo rapporto con colei dalla quale questa competizione prende il nome: “Billie Jean King è stata ed è una continua fonte di ispirazione per me. Ha combattuto e sta ancora combattendo numerose battaglie in favore delle donne nel tennis. Ogni volta che ho la fortuna di parlare con lei corro a prendere appunti. Mostra passione per tutto ciò che fa, la sua non è una battaglia solo a favore delle donne quanto piuttosto per la parità: cercare di far andare il tennis maschile e femminile nella stessa direzione. Tutti noi dovremmo ringraziare per ogni momento che riusciamo a condividere con lei”.

CINQUE VOLTE SUL TETTO DEL MONDO

Una carriera, quella della classe 1972 di Morazon, indissolubilmente legata alla maglia della nazionale spagnola con cui ha disputato ben 53 ties e con la quale è diventata campionessa del mondo per ben cinque volte conquistando altrettanti secondi posti: “Ricordo ancora la prima finale disputata in Giappone nel 1989 contro gli USA, avevo diciassette anni. Io e Arantxa Sanchez giocammo contro Martina Navratilova e Chris Evert, fu un sogno divenuto realtà. Come individualità eravamo forti ma come squadra eravamo ancora più forti. Sono grata di aver indossato la magia della nazionale per molto tempo così come dei successi ottenuti. La finale vinta nel 1991 fu incredibile, ricordo ancora tutto e ancora oggi ogni volta che sento l’inno spagnolo il mio cuore batte forte”.

LA DOPPIA CAPITANA

Non tutte le giocatrici hanno la possibilità di diventare capitane della propria nazionale e non tutte le capitane della propria nazionale riescono a guidare anche la nazionale maschile, Martinez è riuscita a raggiungere anche questo prestigioso traguardo: “Fu un onore per me guidare la squadra di Coppa Davis. Ero molto rispettata, i giocatori credevano molto in me. Poter lavorare insieme a Rafael Nadal e David Ferrer fu davvero grandioso”.

DA MUGURUZA AD ANDREEVA

Tra i successi ottenuti in singolare da Martinez impossibile non nominare quello di Wimbledon nel 1994, torneo che la leggenda spagnola ha vinto anche da allenatrice nel 2017 alla guida della connazionale Gabrine Muguruza: “Sono due successi ovviamente differenti. Da giocatore sei tu a prendere le decisioni, da allenatore ti senti orgogliosa quando in campo la tua giocatrice fa quello che avevate preparato. Vedere la tua giocatrice che migliora di giorno in giorno è una cosa che rende davvero orgogliosi”.

Oltre a essere la direttrice della Billie Jean King Cup, l’ex tennista spagnola è attualmente la coach della giovane giocatrice russa, nonché attuale numero 9 del ranking mondiale, Mirra Andreeva: “Allenare una giocatrice a inizio carriera è molto diverso rispetto a quando ho allenato giocatrici più avanti con l’età, con loro magari riesci a far cambiare più facilmente delle abitudini. Allenare Mirra è una gioia, abbiamo un buonissimo rapporto dentro e fuori dal campo: è più facile lavorare se nel mentre riesci a divertirti”.

Infine, una considerazione generale su come vivere al meglio l’esperienza da allenatrice: “Credo che allenare sia nelle mie vene, adoro tutto ciò che è legato al tennis. Essere su un campo porta automaticamente un sorriso sul mio volto, poter aiutare delle giocatrici a esprimere il proprio massimo è una cosa meravigliosa. Non si tratta di vincere sempre ma di migliorare giorno dopo giorno”.

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