I “Federeriani” e l’elaborazione del lutto

di Sergio Pastena

Un esercizio che ritengo particolarmente utile quando si verificano momenti importanti nella storia del tennis è andare in giro per i forum, italiani e soprattutto esteri, a saggiare le reazioni degli appassionati. L’ho fatto ieri, dopo che Roger Federer è stato sorprendentemente steso da Robredo (perché diciamolo, va bene la crisi ma contro Robredo era difficile pensare perdesse) e devo dire che i risultati sono stati all’altezza delle aspettative.

Prima, però, facciamo un breve riassunto della teoria dell’elaborazione del lutto della psichiatra svizzera Elisabeth Kübler Ross. Questa teoria è stata sviluppata per studiare le reazioni delle persone a cui era stato comunicato di avere una malattia incurabile, ma successive sperimentazione hanno portato a ritenerla valida per tutti i tipi di lutto che implicassero, in diversa misura, una perdita con annesso distacco affettivo. Per la  Kübler Ross il lutto si compone di cinque fasi:

–        Rifiuto: è la fase in cui non crediamo di avere la malattia, rifacciamo le analisi, pensiamo che debba esserci per forza un errore

–        Rabbia: capito che non ci sono errori, siamo pervasi da ira e ce la prendiamo con gli dei, con la gente o con noi stessi

–        Contrattazione: cerchiamo di sopravvivere e di trovare nuovi obiettivi che diano un senso a quello che resta della nostra vita

–        Depressione: con l’avvicinarsi del momento finale il nostro umore scende a terra

–        Accettazione: la fase conclusiva, nella quale ci si rassegna e si cerca di preparare al meglio il proprio addio

Ovviamente, a seconda del tipo di lutto, la durata e l’intensità di queste fasi cambia o, come si suol dire, se muore il nonno tutto sommato ”Era anziano”. Ebbene, guardando i tifosi di Federer più accaniti sui forum si ha una sensazione paradossale: ci sono tifosi talmente a lutto che se uno tsunami gli spazzasse via mogli, figli e cane loro commenterebbero “Ma Roger cambia ancora racchetta?”.

Ebbene, da storico tifoso di Federer che non può fare a meno di sperare di vederlo ancora vincere qualcosa, ho letto cose che mi han lasciato allibito. Ma partiamo dalla fase del rifiuto, che non ho paura a definire la più lunga della gloriosa storia della psichiatria moderna, visto che dura pressappoco da sette mesi. In questo periodo sono state esplorate tutte le possibilità recondite del rifiuto del lutto. Guardiamone qualcuna, trascurando ovviamente le sconfitte con Nadal che non fanno testo.

–        Era stanco (Benneteau, Rotterdam): beh, aveva avuto più di una settimana per riposarsi, ma agli Australian Open si era massacrato, ci può stare

–        L’ha sempre fatto soffrire, poi la superficie… (Dubai, Berdych): anche questa plausibile, il ceco non è mai stato un avversario facile per Roger, specie sul cemento

–        E’ stato fermo parecchio (Madrid, Nishikori): da Indian Wells a Madrid, ci può stare, ma qualche dubbio comincia a sorgere…

–        Giocava in trasferta (Roland Garros, Tsonga): esilarante, i francesi non vincono uno Slam da quando non c’erano i pc

–        Sull’erba ha un gioco fastidioso (Stakhovsky, Wimbledon): era erba… e non si fuma

–        Era molto più giovane (Amburgo, Delbonis): come tre quarti del circuito, e allora?

–        Giornata storta (Brands, Gstaad): eh, certo, il resto della stagione è stato dritto?

Ora… con Robredo, fateci caso, queste scuse cadono tutte: un Federer in buona forma e non stanco, visti i match lampo precedenti, non reduce da una lunga inattività, contro un avversario pressappoco coetaneo e terraiolo, affrontato sul cemento e che in precedenza non gli ha mai dato il minimo fastidio.

E cosa ho letto? Si sapeva che era un giocatore ostico!

Ah, ecco la chiave! Federer soffre molto i giocatori non eccelsi tecnicamente ma con un carattere di ferro, non è che li spazza via per ko tecnico! Prima di ieri Federer non aveva un 24-0 nei precedenti con Robredo e Ferrer, no! Un giocatore ostico sta a Federer come un chilo d’abbacchio a Bud Spencer: può creare problemi a chiunque al mondo, tranne a lui.

Alla prossima sconfitta di King Roger nei forum risuonerà possente un “Arbitro cornuto!”.

Comunque, facciamola rapida: alcuni tifosi sono passati alla fase della rabbia e se vogliamo si vede ancora di peggio. Gente che se la prende con Nadal, evidentemente colpevole di avergli messo la sangria nel Gatorade, tizi che danno la colpa al cambio momentaneo di racchetta (perché prima andava alla grande), noti preparatori fisiciche dissertano sulla preparazione (eh, certo) e persino tifosi che se la prendono con lui perché non possono vederlo perdere, come se per stare in campo a perdere Federer dovesse chiedere il permesso a chi sta in tribuna.

Ce ne fosse uno che dicesse che Federer ha 32 anni e tennisticamente è nella terza età, nessuno.

Al limite qualcuno prova la fase della contrattazione con frasi tipo “Può ancora vincere Slam, ma deve giocare meno tornei” e una fracca di depressi cronici privati del loro Dio tennistico, come se non si potesse ancora godere della purezza del suo gesto. (Nella foto, un classico tifoso di Federer dopo la sconfitta con Robredo)

Quello che resta, amici miei, è l’accettazione: non tiferò mai contro Federer e vederlo rivincere sarebbe magnifico, ma non ci credo. Sarebbe facile sparare che potrebbe ancora farcela per poi darsi arie da novello Clerici se dovesse accadere l’impensabile, ma mancano i presupposti razionali.

E vi dirò: chi se ne frega se perde. Come il buon Santoro, spero di vederlo in campo più a lungo possibile. Con buona pace di tifosi a lutto e psicologhe svizzere.

 

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