(Federico Luzzi – Foto Nizegorodcew)
di Diego Stocchi
Avevo messo la mia penna virtuale nel cassetto ma di fronte a una così terribile notizia ho deciso di scrivere un pezzo per ricordare insieme a tutti voi quel tennista, ma prima ancora quel ragazzo di 28 anni, che troppo prematuramente ci ha lasciati.
Era un normale sabato pomeriggio quando l’amico Matteo mi invia un sms; solitamente l’sms è un “amico” grazie al quale noi della grande famiglia del tennis ci aiutiamo nel tenerci informati sulle gesta dei nostri beniamini quando siamo impossibilitati nel seguirli al pc oppure in tv. Alla lettura del mittente mi sono chiesto il motivo, non giocava nessun azzurro in quel momento, ma poi ho piano piano realizzato; ho letto, sono corso al computer incredulo e ho capito ciò che stava, che era accaduto. All’improvviso Fede Luzzi aveva perso la partita più importante, quella con la vita.
Uno strano, terribile aneddoto mi è subito rimbalzato nella mente… era il 12 febbraio 1997 e la giovane promessa dell’Atalanta Federico Pisani moriva giovanissimo a causa di un incidente stradale; Federico da Lucca, toscano pure lui. Ho sofferto allora come soffro oggi per la scomparsa di un mio idolo, stesso nome, stessa regione d’origine. Sono passati più di undici anni e ancora oggi un Chicco di uno dei miei due sport amati ci ha salutati troppo presto.
Luzzi era “quel tennista un po’ così” uno di quelli della categoria che o si odiano o sia amano, un personaggio ancora prima che uno sportivo, uno show man, uno che non passava mai inosservato, vuoi per le sue “luzzate”, vuoi per il suo aspetto fisico. L’ho visto giocare poche volte e sempre al challenger di Bergamo ma quel poco è bastato per inquadrare il personaggio Luzzi e per capire che ciò che leggevo su di lui era vero, un talento incredibile, uno spasso vederlo sul campo; fantastico l’episodio di due anni fa: doveva scendere in campo da lì a pochi minuti per il match di primo turno ma di lui nessuna traccia allora Barazzutti, dietro di me, prende il telefono e lo chiama sentendosi rispondere che si era appena svegliato e che sarebbe corso al palazzetto il prima possibile; incredibile anche lo scorso anno quando perse al primo turno contro De Bakker ingaggiando un fantastico testa a testa più che con l’avversario con il giudice di sedia durato tutto l’incontro e con continue domande al pubblico (me compreso) su palle dentro o fuori… li, solo vedendolo, potevi realizzare come era veramente Fede; un ragazzo solare, sempre sorridente e scherzoso, che in campo si trasformava ma non perdeva la sua ironia e la sua voglia di fare la giocata. Si, lui era così, non importava vincere o perdere ma il pubblico doveva ricordarsi di lui al termine della partita per qualcosa.
E pensare che nei miei primi approcci al tennis è stato proprio lui uno dei primi che ho seguito con interesse. A Roma un giovanissimo italiano col viso tinto di lentiggini faceva impazzire il foro italico e io lo seguivo grazie agli interventi radiofonici della RAI in diretta dalla capitale appassionandomi al tennis ma soprattutto a questo giovanotto, del quale si diceva un gran bene, anche se non l’avevo mai visto dal vivo.
Che strano parlare di lui oggi che non c’è più… avrei preferito mettergli un bel 4 per una prestazione oscena ma con la consapevolezza che la settimana dopo avrebbe recuperato e superato l’esame invece Fede non c’è più e non potrò più vedere le sue luzzate dal vivo, non potrò più esaltarmi per un suo punto da sotto le gambe, non potrò più incazzarmi per un suo match buttato via. Sono questi i momenti che nessuno di noi vorrebbe mai attraversare, quelli che ti fanno arrabbiare con la vita, che ti fanno rimbalzare nella testa mille “perché” che non troveranno mai risposta… il tennis è così, sarà anche perché non ha molto interesse mediatico e forse proprio per questo ti fa sentire tutti amici, appassionati ed addetti ai lavori, proprio come quando, fuori dal palazzetto di Bergamo, me lo sono trovato di fronte e l’ho salutato con un “ciao Fede” pur non avendo mai scambiato con lui due parole vere e proprie e lui mi ha risposto come fossimo amici.
Purtroppo la vita è così, disegna sempre parabole speciali, inprevedibili, a volte terribili ma che noi siamo sempre costretti ad accettare, nel bene o nel male, nella gioia e nel dolore… e allora, come i suoi amici e compagni di mille battaglie hanno scritto per dargli l’ultimo saluto, a me piace immaginarmelo così il nostro Fede, che fra le nuvole e le stelle del cielo sta insegnando a tutti il gioco del tennis, col suo sorriso e la sua spontaneità, irridendo gli avversari e facendoli impazzire con le sue giocate magiche… si, voglio ricordarlo così cercando di non pensare a una vita stroncata troppo presto, prima di poter cogliere tutte le varie sfumature che ti regala l’esistenza, certo che lui da lassù alle lacrime versate per la sua scomparsa avrà risposto con il suo sorriso furbesco, perché la vita è purtroppo così.
Amici miei, l’abbiamo già fatto mille volte in questi ultimi giorni ma per un istante, mentre state leggendo queste righe, chiudete gli occhi e, in silenzio, ripensate al suo magnifico punto contro Coria agli australian open… asciugatevi le lacrime e sorridete perché quello era Federico Luzzi, uno splendido pazzerello, da ricordare col sorriso perché lui vorrebbe così!
Ciao Fede salutaci le stelle!
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