MIGLIORARSI, alla Nadal

di Mauro Simoncini (“0-15”)

Non basta esser tecnicamente perfetti, caro Roger

Ieri sera, mentre passavano per la 100a volta le immagini dei gol di Ronaldinho, neo acquisto Milan, mi veniva in mente il talento innato di Federer.

Roger è la perfezione. C’è un documentario di ESPN -“The Making of a Champion”-, uno speciale sulla sua vita; e l’introduzione parte con una dichiarazione di Rafael Nadal: “E’ il giocatore perfetto, perfetto il diritto, perfetto il servizio, perfette le volèes etc.etc.”. Ecco: Roger è il Tennis, la tecnica perfetta. Esecuzioni lineari, ineccepibili. Da filmare e spiegare a tutti i bambini delle Scuole Tennis di tutto il mondo. Madre Natura gli ha consegnato un bagaglio di capacità unico al mondo (che nel documentario potete vedere già sviluppate anche in tenera età). Un po’ come Ronaldinho, Kobe Bryant o Valentino Rossi.

Infatti si è sempre detto che i coach di Federer dovrebbero rivolgere gli sforzi maggiori verso la tattica, la preparazione atletica, la psicologia, la programmazione dei tornei. Da migliorare, dal punto di vista strettamente tecnico, non c’è nulla. Roger ha vinto tutto, tranne il Roland Garros. Ha battuto tutti, ma ha sempre sofferto un avversario, un personaggio, Nadal. E lo soffre tuttora, forse più di prima. L’apice è stato raggiunto nella finale di Wimbledon, il “giardino” di Roger, espugnato da Rafa.

Incredibile? Un caso? No, per niente, visto che Rafa era alla sua terza finale consecutiva ai Championships: coloro che dicono sempre “senza Nadal Federer avrebbe portato a casa il Roland Garros (e sarebbe così stato considerato il più grande di tutti i tempi)” si ricordino che senza Federer Nadal avrebbe vinto a Londra, e magari già tre volte. Mica Male. Non è un caso neanche che le prestazioni dell’iberico sono andate (anche in termini statistici) migliorando: prima 3 set a 1 (2006), poi al quinto (2007) e poi… ha vinto.

Nadal non più è solo un terraiolo, sa giocare oramai dappertutto. Più semplicemente: NADAL E’ MIGLIORATO, tecnicamente e tatticamente. Andate a rivedervi le finali 2006 e 2007 di Wimbledon (io l’ho fatto): guardate come serviva, come giocava il back (anzi scusate, non lo giocava proprio!) o come portava il rovescio. Oggi è un altro giocatore: più equilibrato nei colpi da fondo (fa punto spesso e volentieri anche di rovescio), sa giocare anche a rete (il serve&volley sull’8-7 al quinto set?) più di rovescio ma anche di diritto; e serve molto meglio, con più variazioni e migliori percentuali. Insomma, il lavoro paga.

E’ il prototipo perfetto del Tennis del Duemila. Che, come tutti gli sport rispetto a qualche decennio fa è più fisico certo, ma non solo. Volete mettere il fisico di Kakà con quello di Maradona?

Poi si può anche ragionare sull’età: Rafa è del 1986, Roger del 1981. Anche qui: si dice sempre che lo spagnolo non potrà durare in eterno a livello di energie: ma ha sempre 22 anni, mentre lo svizzero (per quanto sia arrivato più tardi ad altissimi livelli) ne ha già 27 (tra poco). Quanto potrebbe migliorare ancora nei prossimi 5 anni? Colui che è stato per ora bollato nel ruolo di terzo Incomodo, Novak Djokovic, ha vinto il suo primo Slam quest’anno, a 21 anni, quando Rafa aveva già vinto 3 Roland Garros e giocava da un paio da n°2 al mondo. Un fenomeno, soprattutto di precocità.

E Roger? E’ migliorato da quando si è affacciato sul Circuito? Quanto?Può essere che la sua perfezione tecnica sia stata paradossalmente uno svantaggio e che si sia “seduto sugli allori”? Perché non riesce a migliorarsi dove può? A evolvere la sua tattica piuttosto che riuscire ad affrontare psicologicamente Nadal. Vederlo teenager, esuberante e altezzoso che lanciava la racchetta (nel documentario) fa effetto. E se centrasse qualcosa?

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