Nei panni del nemico

James Ward
(James Ward)

di Federico Mariani

Alle porte della grande sfida di Napoli tra Italia e Gran Bretagna, andiamo a conoscere meglio quelli che, da italiani, dobbiamo considerare “nemici”.

E’ innegabile che sia gli azzurri che britannici siano approdati ai quarti di finale del World Group anche grazie a importanti defezioni dei rispettivi avversari (vedi Del Potro ed Isner) e ciò amplifica l’importanza della sfida che venerdì prenderà il via nel capoluogo partenopeo. E’ un’occasione più che ghiotta per entrambe le compagini, forse irripetibile.

In questa contesa l’Italia parte, seppur di poco, favorita. Non ci si può nascondere, la vittoria è cosa assai fattibile e quasi tutto è nelle mani di Fognini & Co. I favori del pronostico sono dalla parte degli uomini di Barazzutti principalmente per il fattore campo, e per campo non si intende solo la location di Napoli che sicuramente darà un contributo importante col suo caloroso supporto, ma il campo in sé. La terra, presumibilmente molto lenta dell’Arena napoletana, poco si confà (per usare un eufemismo) alle caratteristiche dei tennisti britannici. Fatto salvo Murray che è un campione su tutte le superfici (per quanto comunque non ami particolarmente il mattone tritato), il resto della selezione britannica palesa una forte inesperienza su questi campi, diametralmente opposti alla cultura tennistica vigente nel Regno Unito.

Oltre a Murray, i convocati sono Ward, Hutchins e Fleming, mentre Evans è rimasto a Napoli ma solamente come quinto uomo. Ward è infatti più adatto alla terra battuta e le incerti condizioni meteo hanno consigliato a Leon Smith di scegliere due doppisti specialisti. Ward è stato l’eroe della sfida agli States andando a vincere la sua prima e tuttora unica partita sulla terra in un appuntamento diverso da qualificazioni e challenger; lo ha fatto battendo uno stralunato Querrey e regalando, di fatto, il punto decisivo date per assodate le due vittorie di Murray.

Andando a scovare le statistiche di Ward c’è poco da stare allegri per Smith: sono solo 34, infatti, i match disputati da professionista sulla terra con un bilancio di 15 vittorie contro 19 sconfitte. Sono invece 11 le volte in cui Ward è stato impiegato in Davis, con un record positivo di 7-4.

A bocce ferme, a far pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra dovrebbe essere l’incontro di doppio in programma sabato: Barazzutti schiererà la collaudata coppia formata da Fognini e Bolelli, mentre Smith risponderà con Fleming e Hutchins, ed anche qui per la bravura e l’affiatamento mostrati dalla coppia azzurra, dovrebbe esserci assoluto equilibrio. La Davis è uno sport a parte e può succedere davvero di tutto, ma ci sarebbe da stupirsi se sia Fognini che Seppi dovessero perdere contro James Ward.

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