Omaggio a Davide Sanguinetti

Nel giorno del ritiro ufficiale di Davide Sanguinetti, vi ripropongo un pezzo da me scritto per la rubrica “Perché il Tennis?” di Tennisteen.it

di Alessandro Nizegorodcew

Qualche tempo fa mi sono ritrovato ad interivstare Sandro Donati, docente di metodologia dell’allenamento e paladino della lotta al doping. Lo avevo contattato dopo aver letto un articolo che elencava i grandi vecchi dello sport; nel pezzo comparivano Paolo Maldini, Barry Bonds, Alessandro Costacurta, più altri nomi importanti di sci, atletica leggera e basket. Il colloquio si era basato sul come e perché alcuni atleti avessero, nonostante l’età anagrafica, la capacità atletica e muscolare dei loro colleghi più giovani; si era discusso di età biologica, di metodi di allenamento, di semplice casualità. L’unica certezza che ho maturato alla fine dell’intervista è che non vi può essere una risposta univoca alla domanda che avevo posto a Donati.
Nell’elenco dei “grandi vecchi” però c’era una grave assenza, non compariva il nome di un uomo che vi sarebbe dovuto entrare di diritto.
Mancava Davide Sanguinetti.

Un tennista, un atleta, a dir poco sorprendente; un esempio per tutti i giovani che si avvicinano oggi a questo sport o, per meglio dire, allo sport in generale. Un atleta che, se possibile, sembra migliorare di anno in anno, nonostante il tennis sia uno sport logorante come pochi altri; Davide, come ha detto più volte il suo allenatore, Claudio Pistolesi, ha diritto di essere considerato un campione. Per quello che ha fatto in campo, per come interpreta la vita da professionista, per quello che sta continuando a fare nel tennis.
Non starò qui ad elencare tutti i risultati di Sanguinetti, anche se una partita mi sento di doverla citare per forza. L’incontro a Milwaukee contro Todd Martin durante la semifinale di Coppa Davis con gli Stati Uniti rappresenta probabilmente la partita perfetta.
Racchetta accordata in stile Mcenroe, rovescio a due mani sublime, in particolar modo nell’incrociato e nel passante stretto in cross, diritto un po’ insicuro ma incisivo sulle superfici veloci, Davide ha resistito anche alla grande crisi del tennis italiano, che, per alcuni periodi, lo ha visto come unico protagonista nei 100 del nostro movimento. Le emozioni che ha regalato al tennis azzurro sono indimenticabili; chi di noi appassionati non ricorda l’intensità dell’incontro con Srichapan agli Us Open? Mi basta chiudere gli occhi per rivivere quegli istanti. Quel rovescio incrociato sul match point è nitido come se la pallina la stessi colpendo ora, in questo istante. La gioia di quella notte la porto sempre con me..attendendo la prossima impresa..

Se non si era capito…

Complimenti Davide

Non ci sarà la prossima impresa, Davide appende la racchetta al chiodo il 13 marzo 2008, dopo aver regalato al tennis italiano momenti indimenticabili. Grazie campione..

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