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(Gianluca Naso – Foto Nizegorodcew)

di Roberto Commentucci

Riprendiamo la nostra carrellata su alcuni tennisti azzurri di seconda fascia che nel 2008 hanno compiuto progressi importanti, alla ricerca dell’elemento più promettente in chiave futura.

Un elemento da non sottovalutare è sicuramente Walter Trusendi, classe ’85, un robusto toscano dotato di due fondamentali eleganti e ben portati che ha iniziato solo da un paio d’anni la sua attività internazionale: “ho fatto la scuola superiore in un istituto Statale, mi sono diplomato, e solo di recente ho trovato il modo di finanziare la mia attività internazionale” ci disse lo scorso anno al CT Eur, dove disputava il torneo future. Una frase sentita tante volte. Walter tuttavia sta recuperando rapidamente gli anni persi: nel 2007, partendo dal nulla, è arrivato intorno alla 500° posizione; lo scorso anno, si è confermato e anzi ha guadagnato un altro centinaio di posti. Tuttavia, riteniamo che Walter sia, tra i ragazzi esaminati, quello il cui ranking (400 e qualcosa) dica meno la verità. Il toscano ha qualità fisiche notevoli e un bagaglio tecnico di rara completezza (non a caso è un ottimo doppista). Quel che finora lo ha limitato, nella gestione dei suoi match, è una insufficiente fiducia nei propri mezzi, che lo porta a giocare quasi sempre contratto, e ad assumere un atteggiamento tattico troppo rinunciatario, nonostante sia in possesso di due fondamentali pesanti e ben costruiti. E’ probabile, tra l’altro, che l’azzurro sia tennista più adatto alle superfici rapide. In una sola circostanza quest’anno è riuscito ad esprimere un tennis consono alle sue possibilità: nel challenger di Rimini dove, partendo dalle qualificazioni, si è arrampicato fino alla finale. Più fiducia Walter, coraggio!

Il compagno di allenamento di Trusendi è Matteo Marrai, classe ’86, che ha una storia per certi versi simile. Buon talento giovanile, ma poco convinto di potersi inserire nel professionismo e un po’ lento nel maturare come uomo e come atleta, Matteo sta anche lui facendo sul serio solo da inizio 2007, sotto la guida del maestro Parenti (che segue anche Trusendi). Gran rovescio ad una mano, ottimo tocco di palla, buon gioco al volo, Matteo ha compiuto progressi importanti sul diritto (ne ha accorciato l’apertura, in precedenza eccessiva) e sta lavorando duramente sul servizio. Giocatore particolarmente temibile sulla terra rossa, Matteo nel 2008 ha vinto 4 futures, accumulato esperienza a livello challenger e ottenuto una prestigiosa qualificazione al torneo Atp di Barcellona. Risultati che lo hanno portato intorno alla 280° posizione. Da Marrai i tifosi italiani si aspettano molto, in questa stagione.

Alcuni di voi hanno inserito Alberto Giraudo nella lista delle possibili sorprese del 2009. Ne prendiamo atto, analizzandone brevemente le caratteristiche. Talentuoso, dall’ottimo servizio, il torinese come ogni buon mancino, cerca di fare gioco con il proprio diritto. La potenza è notevole, anche se dal punto di vista mentale ha sempre lasciato a desiderare. In più una serie di infortuni ne hanno rallentato la crescita. L’elemento che fa propondere verso un giudizio positivo su ciò che potrà far vedere in questo 2009 è il suo nuovo allenatore: Leonardo Caperchi. Un ottimo allenatore, per un giocatore dalle grandi potenzialità. (Nizegorodcew)

Chiudiamo questa carrellata con un tennista che non può certo definirsi un veterano dall’esplosione ritardata, il siciliano Gianluca Naso, classe ’87. Tuttavia, in qualche modo anche lui può essere accostato a questa tipologia di giocatori, dal momento che anche la sua carriera è stata rallentata da una serie di problematiche che ne hanno ostacolato la crescita. Già inseparabile compagno di allenamento di Fabio Fognini, sotto la preziosa guida di Leo Caperchi, Gianluca ha iniziato a trovare la sua strada ad inizio 2007, grazie all’incontro con il coach catanese Fabio Rizzo, storico tecnico di Alessio Di Mauro. Il sodalizio pare funzionare a meraviglia. Gianluca, un potente atleta di oltre 1,90, dotato di un ottimo servizio e di due fondamentali molto potenti, fra cui spicca un rovescio ad una mano stupendo, un gesto di rara eleganza ed efficacia, ha il suo tallone d’achille nella mobilità e nella rapidità. Grazie al lavoro effettuato in questi due anni, tuttavia, l’azzurro è riuscito a compiere notevoli progressi, al punto di riuscire ad avanzare sensibilmente la sua posizione in campo: ciò gli consente di rendere davvero devastanti i suoi colpi e di diventare competitivo anche sul cemento, una superficie sulla quale potrebbe fare in prospettiva benissimo, pur avendola praticata molto poco. Il simpaticissimo “Giallo”, come lo chiamano gli amici, ha disputato un buon 2008 (ha guadagnato circa 160 posizioni, collocandosi intorno al 230° posto), ma soprattutto ha sempre seguito una programmazione particolarmente ambiziosa: ha giocato pochissimo a livello future, e ha spessissimo tentato la via delle qualificazioni Atp a scapito dei più redditizi (in termini di punti) tabelloni challenger. Così facendo, ha forse scalato qualche posizione in meno, ma in compenso ha avuto l’opportunità di confrontarsi spesso con giocatori di buon livello (in stagione ha sfidato ben 9 top 100) accumulando così preziosa esperienza. Non solo per motivi anagrafici, Gianluca è a parere di chi scrive il tennista con le maggiori potenzialità fra quelli che abbiamo esaminato.

Considerazione conclusiva. Spesso questa maturazione tardiva dei nostri tennisti viene imputata al carattere particolare degli italiani: mammoni, viziati, poco inclini ad assumersi le loro responsabilità, eccetera. C’è del vero. Ma alcune di queste storie raccontano anche una realtà diversa: quella della mancanza, da noi, di un percorso strutturato, di un itinerario modello, che faccia da riferimento e che guidi i singoli tennisti a compiere le scelte giuste, nei tempi giusti, con le persone giuste. Proprio quel che altri movimenti tennistici di migliore tradizione hanno acquisito e consolidato.

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