Ricomincio da Tre


(Filippo Volandri – Foto Nizegorodcew)
di Gianluca Dova alias Freddo (inviato a Bucarest)
Era molto tempo che non scrivevo di tennis, un pò per problemi personali, un pò perché ho faticato a seguire questo sport che ti succhia via tante energie e non sempre ti regala gioie. Faccio fatica a scrivere di tennis tutt’ora ma ci sono giornate che vanno raccontate, storie di tennis, di fatica, di cuore, di sudore ma alla fine anche di soddisfazioni. Sono 16 anni che seguo il torneo di Bucarest ed ho visto un po’ di tutto però mai 3 italiani nei quarti, mai storie diverse ed inaspettate ed in fondo così belle come quest’anno. Comincio dai match di oggi ma presto racconterò pure dei giorni scorsi, perché se c’è una cosa bella nel tennis è che niente comincia e finisce, c’è sempre qualcosa dietro e qualcosa avanti, qualcosa che merita di essere scritto.
Volandri gioca per primo contro Marcel Granollers un tipo tosto, che serve bene, corre tanto, fa i giochetti vicini a rete e che ti da quasi sempre palle difficili alte e cariche. Filippo ci aveva perso già l’anno prima e non partiva certo favorito. Come al solito seguo il match vicino a Fanucci, in una tradizione ormai decennale. C’eravamo abbandonati anche ai ricordi io e Fenuch il giorno prima, agli anni delle semi e della finale, a quando su la terra Filippo era tra i più forti in assoluto. Fabrizio mi aveva detto: ”Sono contento che Filippo dopo quest’anno avrà un altro anno da professionista, non era scontato a 30 anni. Il tennis è cambiato, tirano tutti fortissimo, Filippo ha perso qualcosa fisicamente ma sono orgoglioso che per batterlo l’hanno dovuto addirittura copiare. Non scherzo, gli spagnoli hanno studiato il suo rovescio che li faceva impazzire, ed infatti non li vedi può spostarsi per tirare il dritto dal angolo sinistro, ma hanno cercato di trovare contro misure. In qualche modo si è contribuito a cambiare il tennis. Per quel che riguarda me non so se avrò voglia di girare quando Filippo smetterà ma finchè mi vorrà cercherò di aiutarlo”. Amarcord. Quando sembra che stia per finire qualcosa ci si sente un po’ vecchi ed il match di oggi l’aspettavamo con serenità ma forse con un pizzico di amarezza, quello del tempo che passa e che non ritorna. Oggi invece qualcosa è tornato, non so se il miglior tennis di Filippo quello forse no, ma di certo una bella partita ed una vittoria prestigiosa. I quarti domani di nuovo in un Atp sono un altro giorno sul centrale, un’altra battaglia da gustare insieme . Bisogna essere onesti Granollers non era il diabolico giovane pallettaro e giocoliere dello scorso anno, il giovane maratoneta che ingiustamente faceva valere la sua gioventù e freschezza sul campo da tennis. Aveva qualche problema al fianco, sbagliava qualcosa ed il suo rovescio non andava tanto, ma bisognava batterlo, malgrado il tifo della ragazza venuta apposta per seguirlo in terra straniera. Non ne voleva sapere di ritirarsi, malgrado un primo set con molti errori, malgrado avesse chiamato il fisio due volte. C’è voluta la solita sofferenza ed un Volandri lucido e solido, ma alla fine lo spagnolo con nostra gioia ha potuto concedersi il meritato solazzo nelle braccia della sua simpatica “cica”. Ringraziamo e gli auguriamo un piacevole soggiorno a Bucarest ed una piacevole serata ad entrambi ma dopo i dispiaceri dello scorso anno per una volta sono convinto che godiamo più noi.

(Alessandro Giannessi – Foto Atp Bucarest 2011)
Il match di Filo finisce giusto il tempo per seguire “Gianna” (Giannessi) sul campo vicino, Alessandro è seguito da un mio amico, Gabrio Castrichella. Gabrio lo conosco da 13 anni ma non lo vedevo da molto tempo, mi ha fatto veramente tanto piacere rincontrarlo. Perché credo che fosse il primo tennista professionista che ho avuto la possibilità di conoscere nella mia vita. Altro amarcord, altro tuffo nel passato di un match di quali in cui Gabrio perse contro Arnaud Di Pasquale dopo aver avuto un set ed un break di vantaggio nel secondo. La farò breve, il francese vincerà e raggiungerà addirittura la finale del torneo impedendo a Castrichella di poter giocare il suo primo torneo Atp in carriera. Un sogno infranto insomma, una rivincita da prendere a 13 anni di distanza attraverso il proprio allievo. Non sarebbe bastato qualificarsi e forse neanche vincere al primo turno contro Montanes, ci voleva qualcosa di più. Qualcosa di impensabile solo tre mesi fa, quando Giannessi giocava i futures ed inimmaginabile quando ad inizio anno era numero 500 del mondo e tutti nell’ambiente dicevano che era scarso. Un altra rivincita contro tutti.
Il Giannessi di oggi è qualcosa che raramente si è visto nel tennis italiano, non tanto per la tecnica ma per il cuore ed il fisico. Per il suo gioco fatto di fiammate con il dritto mancino, per i suoi piedi velocissimi, per un rovescio non bello, sicuramente imperfetto, ma efficace nel suo gioco fatto di toppone alti per poi comandare con il dritto a sventaglio. Alessandro ha anche un buon servizio, appena sotto i 200 km orari, ma costante, fastidioso perché mancino ed un’ottima seconda. Un gioco anomalo insomma fatto di imperfezioni ma anche di qualità, quella qualità che tanti facevano fatica a vedere in lui, e che invece meno appariscente che in altri esiste e sta uscendo fuori accompagnata da un grande cuore. Il primo set contro Gil è un travaglio, non perché Gianna giochi male ne perché il solido portoghese faccia cose straordinarie, perché un po’ di tensione si sente in un ragazzo coraggioso e con personalità ma che gioca il suo primo torneo Atp. Due volte si va avanti di un break e si perde il servizio. Gabrio mi dice “Non mi piace come sta girando questo match, oggi forse non è giornata, non sente la palla, sta troppo alto con le gambe. Forse ha bisogno di qualche punto lottato per sciogliersi, fa cose buone ma un po’ a strappi non è ancora completamente lui.” Il tiebreak contraddirà la sua prima affermazione ma confermerà la seconda. Nella lotta Alessandro si esalta, si carica, sfiamma con il dritto mancino in lungo linea che prende il portoghese sempre in difficoltà sul dritto e chiude con il servizio abbastanza agevolmente.
Nel secondo set Gil mette in campo il suo miglior tennis, un tennis fatto di anticipo e di palle piatte, non tira forte ma è preciso, fastidioso, regolare, ottimo in difesa ma un po’ meno in fase di spinta. In questa fase non sbaglia più niente e sembra scoppiare un dramma, Alessandro è in preda ai crampi per stanchezza, caldo e nervosismo, non si muove più, in un baleno si và tre a zero Portogallo. Tutto sembra segnato. Si chiama il fisio ma bisogna prendere delle decisioni. Gabrio lo guarda e gli dice “Molla il set, è inutile ammazzarsi, ci giochiamo tutto al terzo, vedrai che i crampi posso passare.” Altri intorno a noi sembrano dubbiosi ma non c’è altra scelta, Gianna lo ascolta e si va al terzo non si sa con quali carte in mano, forse è solo un bluff e tutto potrebbe finire in poco tempo. I primi due games del terzo set sono di lotta, Gil continua con il pilota automatico, ormai risponde sempre, non sbaglia più, ma almeno Alessandro riesce a tenere il servizio. Il terzo games è un inferno, Gianna si lamenta, un net malefico gli impedisce di vincere il games subito e dice verso di noi: “E’ troppo forte in difesa non ce la posso fare, non riesco a fare un punto.” Gabrio lo incita:”Sei più forte tu, lotta che puoi far crepere il suo gioco”. Si annullano almeno tre palle break quasi sempre con numeri e vincenti di dritto e con smorzate millimetriche e alla fine sorprendentemente Alessandro ce la fa a vincere quel game che a posteriori sarà della svolta. Il portoghese non fa un piega, sta sempre zitto, inespressivo, in qualche maniera mette soggezione ma ricomincia lasciare qualcosa e nel gioco successivo si fa il break. Si, certo con un paio di errori di Gil ma anche con un paio di vincenti e sorprendentemente a zero. Ormai Gianna è un leone, riprende tutto, alza tutto quello che può con il suo rovescio balordo e appena può spinge con il dritto. Sul 5 a 3 Giannessi serve per il match, sembra finita si và subito 30 a zero ma il portoghese sale di livello e con alcuni scambi ottiene la palla break, Alessandro l’annulla tirando con servizio e dritto e correndo per tuti gli angoli del campo ottiene anche il match point decisivo. L’ultimo punto è qualcosa di assurdo, il punto più bello della partita, dopo recuperi e contrattacchi per almeno una ventina di scambi tiratissimi il portoghese è chiamato a rete per chiudere, sul primo passante in precario equilibrio se la cava con una volee angolata sul rovescio, passante con back stretto dello spezzino, palla corta di Gil, e contro smorzata passante. Il pubblico esulta e noi con loro. La giornata delle rivincite finisce ma la soddisfazione è grande.
Domani si inizia di nuovo sul centrale ci sarà anche Seppi che ieri ha giocato benissimo e che ha eliminato l’ex finalista del torneo Andreev, anche per lui spesso bistrattato dalla critica è una rivincita questo torneo. Non sarà facile per nessuno ma una cosa è certa, “si ricomincia da tre…”.

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