Berrettini lascia Wimbledon tra i dubbi: “Stanco di dover rincorrere sempre le cose. Ho bisogno di tempo per riflettere…”

Non solo lo spettacolo offerto da Fabio Fognini e Carlos Alcaraz nel day-1 di Wimbledon 2025. Una prima giornata in cui l’Italtennis ha festeggiato i successi di Mattia Bellucci (6-7 6-3 6-4 6-4 su Crawford), Luciano Darderi (7-6 1-6 6-7 6-3 6-1 su Safiullin) e Jasmine Paolini (2-6 6-3 6-2 su Sevastova). Sospesi gli incontri di Giulio Zeppieri, che domani sarà costretto a giocare il 5° e decisivo set dopo aver condotto 2-0 ai danni di Mochizuki, e Matteo Arnaldi, che invece ha perso 7-6 7-6 le prime due frazioni di gioco contro Van De Zandschulp.

Chi invece ha già salutato l’edizione 2025 dei Championships è l’ex finalista Matteo Berrettini, che tornava in campo dopo più di un mese e mezzo di stop per il problema agli addominali. Il tennista romano si è arreso per 6-4 2-6 4-6 7-5 3-6 al polacco Majchrzak, mostrando una prevedibile poca brillantezza atletica dopo il lungo stop, ma soprattutto tanti momenti di sconforto nel corso del match. Emblematica la frase “Come siamo arrivati che stare in campo è diventata una sofferenza…” verso il suo angolo durante il quarto set.

Impressioni che successivamente un amareggiato Berrettini ha confermato davanti ai giornalisti in conferenza stampa: “A livello fisico mi sono anche sentito bene in campo, quello che non c’è stato però è l’atteggiamento, l’energia che ha caratterizzato tutta la mia carriera”. “Sono state settimane difficili, fatte di tanti momenti di down in cui mi son trovato a decidere se provare o meno ad esserci qui – ha analizzato l’ex numero 6 al mondo – Fondamentalmente forse sono un po’ stanco, stanco di dover sempre rincorrere le cose. Per questo ora ho bisogno di giorni, perché per come sono io, stare in campo così non è ciò che voglio”.

“Mi dispiace per i ragazzi che mi stanno aiutando, per i miei genitori – ha proseguito ancora Berrettini -. Oggi non riuscivo neanche a caricarmi dopo un bel punto vinto. Spero sia soltanto un passo falso, ma semplicemente non mi sentivo pronto a competere. Non so bene cosa devo fare e che tipo di lavoro mi aspetta, so solo che questa volta non voglio darmi colpe come ho fatto troppo spesso. È normale essere giù dopo tutto quello che è successo in questi anni, e ora ho bisogno di tempo per riflettere e capire”.

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