A tu per tu con… Matteo «Grigo» Grigatti

Grigo
(Matteo Grigatti con Andrej Martin)

di Giorgio Giosuè Perri

Bello, simpatico e intelligente. Abbiamo avuto il piacere di intervistare Matteo “Grigo” Grigatti, appena entrato nell’ambiente ma già con tanta esperienza alle spalle. Laureato in comunicazione e modello, ma con il tennis sempre nel cuore.

Allora Matteo, come ti sei avvicinato al tennis?
Mi sono avvicinato al tennis all’età di 8 anni, ho giocato a livello under 12 facendo un sacco di tornei e qualificandomi anche al Lemon Bowl, ma pur giocando non seguivo lo sport, fin quando non ho scoperto Juan Carlos Ferrero e ho iniziato ad amarlo, a seguire tutti i tornei, tutte le partite. Infine nel 2007 ho conosciuto Fulvio (Fognini, il papà)  prima e Fabio dopo, e ho iniziato a seguirlo e conoscerlo ed ora eccomi qui.

Grigo e Fabio FogniniCome hai conosciuto la famiglia Fognini e che rapporti hai con loro?
Fabio l’ho visto la prima volta al Foro Italico contro Johansson, nel 2006, ma l’ho conosciuto nel 2007 sempre lì tramite Fulvio, che avevo contattato su un forum e che aveva intuito la mia grande simpatia nei confronti di Fabio. Da lì è nata subito una grande amicizia, tanto che dopo il primo incontro sono andato al Roland Garros insieme a lui. Adesso parliamo tutti i giorni, ci vediamo spesso ed è veramente piacevole la sua compagnia. Con la famiglia ho altrettanto un grandissimo rapporto, tutti mi vogliono bene e io voglio bene a loro, è stato un grande onore per me riuscire a entrare nelle loro simpatie.

Com’è iniziato il tuo percorso nell’ambito giornalistico che ora ti ha portato a girare per il mondo?
E’ iniziato tutto nell’ultima parte del 2007, quando dopo Fognini-Devvarman a Mumbai ho inaugurato il sito ufficiale di Fabio. Ho cominciato ad occuparmi del sito più per amicizia che per altro, fin quando l’anno scorso non me ne sono allontanato per mancanza di tempo, ma quando posso do sempre una mano. Seriamente ho iniziato a lavorare da maggio di quest’anno, dopo aver preso contatti con la Crionet durante la Coppa Davis. Ho iniziato da maggio al Foro Italico, grazie a Matteo Veneri, poi al challenger di Mestre e al WTA di Istanbul che è stata una grande esperienza per me, soprattutto perché parecchie volte mi è capitato di gestire la regia grafica.

Quindi, per chi lavori?
Per Crionet, che ha in sè il progretto editoriale di youtennis che segue la parte giornalistica. E’ una società in grande espansione con un potenziale enorme vista la quantità di servizi offerti. Sono fiero di lavorare per e con loro. Si occupa principalmente di servizi informatici e tecnologici applicati a tennis ma non solo, quindi livescore, streaming, Ledwall, rilevatori di velocità. I tornei che interessano sono quelli di fascia inferiore, come ITF e Challenger, ma quest’anno sono stati acquistati anche i diritti per molti WTA in Asia e per l’ATP di Rio.

Qual è stata l’esperienza più gratificante dall’inizio della tua “ancora breve” carriera?
Roma, sicuramente. Ma anche Istanbul è stata un’esperienza molto importante per me. Ho potuto assistere e lavorare alla parte operativa e parallelamente occuparmi anche di quella giornalistica. Mi ha fatto crescere molto.

Grigo e Sara ErraniPer te che ti sei avvicinato al tennis maschile, com’è stato passare a lavorare e seguire il femminile?
Il tennis femminile lo seguivo molto di meno, anche se subito dopo aver conosciuto Fabio ho avuto anche il piacere di incontrare Sara Errani, con cui tutt’oggi ho una bellissima amicizia. Quindi ho iniziato a seguirlo grazie a lei, ma non come il maschile, naturalmente. Ultimamente, però, sto rivalutando il femminile, perché grazie alla minore potenza dei colpi si  possono apprezzare di più gli scambi e le scelte tattiche.

Cosa ne pensi del tennis italiano, maschile e femminile, presente e futuro?
A livello maschile, penso che abbiamo trovato una buona Nazionale grazie al trio Fognini-Bolelli-Seppi, che ancora può darci tante altre soddisfazioni, ma dietro di loro non vedo un buon ricambio generazionale. Quinzi ancora non mi convince, ma vedo molto bene Donati, Napolitano e Mager. Per quanto riguarda il femminile, a parte la Errani, le altre hanno ancora pochi anni di carriera (Pennetta, Vinci) e come per il maschile, penso che solo la Giorgi sia pronta per fare il salto. Riuscirà ad entrare in top 10. Tra le altre, apprezzo molto la Matteucci, che con quel servizio è la più pericolosa, e Martina Trevisan che finalmente ha ripreso l’attività agonistica, sono molto felice per lei, anche perché è ancora giovane.

E i tennisti più simpatici? Chi sono?
La più simpatica è la Errani, oltre ad essere umile e disponibile. La Perrin è un’altra molto divertente, mentre tra gli italiani penso Starace, Donati e la Burnett. Con quest’ultima c’è sempre stata molta simpatia (ride).

E i tuoi preferiti, invece?
Mi piacciono i tennisti che lavorano per centrare degli obiettivi, mi piacciono i tennisti che sono prima persone e bravi ragazzi e poi professionisti. Per questo rispondo dicendo: Bedene, Bautista-Agut che a inizio anno avevo pronosticato top  20 e anche Blaz Rola e Dominic Thiem. A livello femminile, invece ho una scommessa in ballo riguardo la Mekovec, top 30 entro qualche anno, fatta con Perrin e Sotnikova. Inoltre mi piace molto la Haddad Maia anche se la mia preferita è Belinda Bencic, prossima numero 1 del mondo.

Torneo preferito?
Umago, perché dal 2008 al 2013 non ho perso un edizione, soprattutto grazie a Fabio che mi ha sempre voluto con lui. Torneo fantastico perché sembra una vacanza. Il circolo è stupendo, ci si può spostare in bicicletta, c’è il mare a due passi e non si inizia a giocare mai prima delle 17. E’ perfetto. E poi è stato anche il primo vero torneo per Fognini, visto che nel 2008 riuscì a battere Moya, suo idolo, ai quarti prima di arrendersi a Verdasco. E’ stata una grande emozione.

Il tuo sogno è lavorare in ambito giornalistico nel mondo del tennis, quindi l’ultima domanda è: chi è il giocatore che sogni intervistare?
Pur essendo amici, non ho mai intervistato Fognini, e spero di farlo in un’intervista a due, con Pascal Maria. Dopo Wimbledon, la scenetta ormai diventata famosa, è diventata per me motivo di divertimento. In Coppa Davis dopo la partita con Murray, Fabio mi ha costretto a farla insieme a lui. Mi sono divertito molto. Un’esperienza simile mi è capitata con Andrej Martin qualche mese fa a San Benedetto del Tronto. Dopo il suo debutto lo avevo intervistato e non aveva fatto altro che parlarmi del suo amore per la caprese col prosciutto. Dopo la vittoria mi sono presentato sul campo (insieme a Matteo Veneri) con  un piatto pieno di prosciutto, mozzarelle e pomodori. La sua reazione è stata fantastica.

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