Jacopo Vasamì è uno dei gioiellini del tennis italiano. Mancino classe 2008, allievo della Rafa Nadal Academy, vincitore del prestigioso Torneo Bonfiglio, già semifinalista a livello Challenger nel torneo di Milano. L’attuale numero 665 del ranking, a Wimbledon ha anche fatto da sparring a Sinner prima del match contro Shelton. Il fatto di essere mancino lo rende ricercato: “In allenamento faccio comodo, i mancini sono rari” ha ammesso in una recente intervista per Gazzetta dello Sport.
Ha parlato della programmazione per la prossima stagione: “Inizio con il cemento, tra febbraio e i mesi successivi, giocando in Europa. Poi tra marzo e aprile comincia la parte lunga dei Challenger su terra in Italia. Sarà un periodo molto italiano con Napoli, Monza, Modena, Roma, Sassuolo, Perugia… ce ne sono tantissimi”. Sul fatto di poter disputare tanti tornei in Italia ha scherzato così: “Sono trasferte che spesso puoi fare in auto. Così mia madre non deve accompagnarmi continuamente in aeroporto all’alba o in stazione la sera”.
FIGURE DI RIFERIMENTO
A proposito di mamma Concetta ha detto: “Abbiamo davvero un buon rapporto: mi ha sempre fatto vivere anche fuori dal tennis, come un ragazzo normale. Ho fatto un percorso scolastico normale e mi sono diplomato”. Nel corso degli anni Concetta ha iniziato a occuparsi anche della carriera di Jacopo: “Ora, crescendo, è più coinvolta: non solo come genitore, ma anche nell’organizzazione. Gestisce molte cose: viaggi, contratti, parte economica”.
Il talento romano ha parlato anche di un’altra figura di riferimento fondamentale: coach Fabrizio Zeppieri. Sul rapporto con l’allenatore ha ammesso in modo molto maturo: “È chiaro che non è piacevole sentirsi dire cosa fai male, ma l’allenatore non è solo quello: deve anche valorizzarti, ricordarti i punti forti, darti fiducia e farti dubitare meno. La parte scomoda è lavorare sulle lacune. Devi ascoltare analisi che non ti fanno piacere”.
SOGNI E OBIETTIVI
Vasamì ha raccontato anche del suo rapporto con gli italiani già presenti nel circuito ATP: “I ragazzi più affermati cercano spesso di dare una mano ai giovani: ti prendono sotto l’ala e ti danno consigli”. A proposito di Italia ha parlato del sogno Coppa Davis: “In Italia per giocare la Davis di solito significa essere tra i primi 50 del mondo. È un traguardo che indica che hai raggiunto un livello molto alto”. Per il momento l’obbiettivo è un altro: “Il primo obiettivo è giocare gli Slam il prima possibile. Non mi do una scadenza precisa: se riesco già a Parigi bene, se riesco a New York bene, altrimenti punto all’Australian Open del 2027”.
Consapevole di dover lavorare molto Jacopo ha concluso così: “Per entrare negli Slam serve più o meno essere intorno alla 230-240 posizione. Io sono circa 650, quindi devo giocare tanti Challenger e tante partite”. Nel 2026 Vasamì vorrebbe togliersi un’altra soddisfazione: “Mi piacerebbe anche qualificarmi per le Next Gen l’anno prossimo: sarebbe molto bello”.