Riccardo Merone: “Un buon 2012”


(Riccardo Merone – Foto Nizegorodcew)

di Alessandro Nizegorodcew

Riccardo Merone è un ragazzo dall’ottimo talento. Osservarlo negli durante alcuni incontri di Serie B, in particolare in doppio, mi ha lasciato intuire le potenzialità di questo ragazzo. Diviso tra lavoro e tennis, ha disputato pochissimi tornei Itf professionistici in stagione. Ha sfiorata la qualificazione nel futures di Vicenza, superandola invece a Pozzuoli, dopo aver superato Gianluca Di Nicola e Manuel Mazzella e venendo sconfitto al primo turno del main draw da parte di Damiano Di Ienno. Riccardo, classe 1990 allenato da poche settimane dal maestro Enrico Sellan, sogna il circuito Atp. Il percorso sarà lungo, difficile, per molti praticamente impossibile, ma non possiamo non fargli un grande in bocca al lupo…

Come giudichi il tuo 2012?
“Posso dire che è stata una stagione soddisfacente…”

Quali sono gli aspetti su cui hai lavorato maggiormente e nei quali ti senti migliorato? Su cosa invece senti di dover ancora lavorare?
“Nel 2012 ho seguito i corsi universitari di Matematica c\o l’Università la Sapienza di Roma ed il pomeriggio ho lavorato c\o il Circolo Canottieri Roma in qualità di istruttore di 1° livello per cui non ho avuto tempo per allenarmi. Su cosa devo lavorare?? Nel 2013 ci saranno molte sorprese e capirete su cosa ho lavorato…”

Facciamo un passo indietro: ci racconti come e quando hai iniziato a giocare? chi ti ha spinto al tennis? ti è piaciuto subito? quando è nata la vera passione?
“Ho iniziato a giocare a tennis nel 1997 allo Sporting Club Santa Marinella con i maestri Roberto e Riccardo Ferranti. Ho voluto provare perchè la mia baby sitter era amica della segretaria del circolo e quindi vedevo questi signori che giocavano e alla fine ho provato. Mi è piaciuto perchè la prima lezione non ho mai lisciato la palla e facevo già qualche palleggio. La passione è nata nel 2002 quando ho iniziato ad ottenere buoni risultati a livello regionale sfiorando la qualificazione alla Coppa Lambertenghi.”

Come vivono i tuoi genitori i tuoi match?
“Mia mamma è venuta 10 volte a vedermi in 10 anni di tornei, ovviamente per motivi di lavoro. Mio padre si incazza anche quando vinco 60 60 ma è un’arrabbiatura positiva che mi spinge sempre a migliorare e che mi ha spronato ad ottenere il meglio.”

Chi è il tuo idolo nel circuito professionistico e qual è il tuo sogno nel cassetto per quanto riguarda il tennis?
“I miei idoli si sono ritirati da tempo. Sto parlando di Tim Henman e Pat Rafter… Il sogno è entrare nella classifica Atp e poi spingere il più in alto possibile.”

Hai mai pensato di poterti trasferire all’estero per giocare o negli stati uniti per giocare nei college e intanto studiare?
“No, non ho mai pensato di emigrare.”

Chi è il tuo allenatore e in che circoli ti alleni? Il tuo coach ti segue nei tornei e chi si occupa della tua preparazione fisica? Di quella mentale?
“Mi alleno presso il Circolo Canottieri Roma. Dal 1 ottobre 2012 il mio allenatore è Enrico Sellan coadiuvato dal Prof.Luca Mampieri per il lato atletico. Insieme ad Enrico sono molto importanti anche i consigli di Daniele Baldassarri e dei senatori del circolo: i maestri Bruno Orecchio, Giuseppe Orecchio e Giovanni Biccai. Quella mentale la curo da solo…”

Domanda finale: Cos’è per te il tennis? Cosa rappresenta? Ti pesano i sacrifici che fai per questo sport?
“Per me il tennis è divertimento e spero che in futuro possa diventare un lavoro. I sacrifici non mi pesano altrimenti non mi alzerei la mattina alle 6 per prendere il treno alle 7 per poi allenarmi e quindi rientrare la sera alle 20.30 visto che fino alle 18.30 lavoro.”

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