Carlos Taberner: “Giocare tanto non è un problema, si arriva in fondo partita dopo partita”


Composto, ordinato, timido ai limiti dell’ossequioso. Gli si leggono in faccia i 20 anni a Carlos Taberner, valenciano D.O.C., “next gen” dal presente persuasivo e dal futuro radioso. Da bambino era indeciso fra la racchetta e gli scarpini, poi ha prevalso il cuore. Ha appena battuto il connazionale Inigo Cervantes Huegun con il punteggio di 7-5 6-2 in un’ora e mezza di gioco. “Non avevo ancora mai affrontato Inigo ma sapevo che sarebbe stata dura”, le sue prime parole, “sono stato bravo e fortunato ad aggiudicarmi il primo set, mentre nel secondo credo di essermi imposto con maggiore convinzione”. Due finali Challenger nelle ultime due settimane, a Banja Luka e a Sibiu, scoraggerebbero chiunque. Carlos è un leone, non solo come segno zodiacale: “non mi sento affatto stanco, anzi, giocare tante partite e vincerle non fa che aumentare la mia fiducia”. Non sono sufficienti due finali consecutive per sentirsi fra i favoriti per un ragazzo che continua a “giocare partita dopo partita, punto dopo punto” con il massimo rispetto per gli avversari. Domani affronterà Pedro Sousa, testa di serie n. 6, conscio del fatto che sarà una nuova battaglia. “Pedro è uno dei giocatori più in forma del circuito, ci siamo incontrati tre volte nei Futures la scorsa stagione e non sono mai riuscito a batterlo. Credo comunque di avere le mie chances, ci sarà da correre e tirare forte. Sono pronto”.

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