Antonio Massara: “Sto giocando bene. Doping? La cosa peggiore che un atleta possa fare”

antonio massara
di Matteo Mosciatti

Con un tennis solido ed aggressivo, alle spalle di giocatori ben più acclamati di lui, Antonio Massara sta collezionando risultati molto importanti a livello Futures. Il ventenne di Siracusa ha vissuto un gran 2015 conquistando il primo titolo in carriera e chiudendo dentro i 700 del mondo e con la stessa determinazione ha cominciato il nuovo anno, nel quale già vanta una finale ed una semifinale raggiunte in Egitto. Lo abbiamo sentito appena rientrato a casa.

Ciao Antonio, finito il tour de force in Egitto come stai?
Stanco ma contento. Nelle ultime tre settimane ho giocato praticamente tutti i giorni, sono state giornate impegnative ma positive sotto tutti i punti di vista, anche perché non credevo di poter giocare così bene sul veloce. Nonostante il caldo e il grande dispendio di energie, posso dire che in Egitto sia andato tutto bene.

Bilancio positivo della trasferta in Africa dunque…
Sì, anche se inizialmente non ero così in forma. Ho giocato tre tornei, poi sono tornato a casa per allenarmi e poi sono volato nuovamente in Egitto. Nella prima parte della trasferta dovevo entrare nel ritmo partita, anche perché come ogni anno non è mai facile esprimersi al meglio nei primi match. Poi, come detto, ho giocato davvero bene.

Stai giocando il miglior tennis della tua giovane carriera?
Mah, il finale di stagione scorsa giocavo molto bene, ma in fin dei conti ti direi di sì. Non mi aspettavo di battere alcuni giocatori veramente forti e di giocarmela alla pari con altri con cui un anno fa avrei fatto 4-5 games. A novembre ero indeciso se continuare i tornei per sfruttare il momento di forma o cominciare la preparazione: io e il mio allenatore Paolo Cannova abbiamo optato per la seconda opzione e adesso capisco che è stata la scelta giusta.

Guardando i risultati che hai messo in fila e il tuo Ranking ATP mi viene da pensare: senti di aver superato definitivamente gli step precedenti dai quali sei passato? Quando giochi i primi turni dei Futures hai la sensazione di essere più forte del tuo avversario?
Sicuramente. Mi sento più consapevole del fatto che quando entro il campo il mio avversario mi deve battere, nel senso che fino alla scorsa stagione mi capitava di lottare un po’ contro me stesso. Ora so quello che posso dare in una determinata partita e anche quando non sento bene la palla non mollo e do tutto, così è difficile che un avversario che non è più forte di me mi batta. Ho imparato anche a “girare” il match, tirandomi su da situazioni di punteggio difficili. Anche quando affronto giocatori con classifica molto più alta della mia so di avere possibilità di spuntarla, ciò è molto positivo.

Il  tuo “salto” è stato possibile grazie a miglioramenti che avrai fatto un po’ in tutti gli aspetti. Ce n’è qualcuno in particolare che ci tieni a sottolineare?
Mi sento tanto migliorato a livello fisico. Nelle giornate in cui i colpi non mi aiutano abbastanza comincio a correre e provo almeno a buttare tutte le palle di là. In passato ho dovuto abbandonare incontri al terzo set per crampi (spesso generati dalla tensione), ma grazie al lavoro fatto in inverno questo non mi capita più. E poi gioco meglio il rovescio, che ho sempre avuto più debole del diritto.

Cosa prevede la tua programmazione da qui in avanti?
Ora gioco il torneo open BNL di Catania per le pre-quali degli Internazionali, poi andrò in Tunisia a giocare due Futures, dopodiché il Challenger a Napoli assieme a Salvo Caruso e poi inizia la Serie A2, che come sempre faccio con il Match Ball Siracusa.

Qual è il posto più bello e quello più brutto in cui hai giocato un Futures?
I tornei più belli sono sicuramente quelli in Italia, a partire dall’organizzazione. Forse rispetto all’Europa il posto peggiore è la Tunisia, anche se noi siamo chiusi in un resort con i campi da tennis, quindi la città non la viviamo per niente.

Che idea ti sei fatto del caso Sharapova? E come agiresti nei confronti di un tuo collega trovato positivo a un test antidoping?
Non ho letto abbastanza sulla Sharapova, ma ho sentito che lei ha dichiarato di prendere quella sostanza per combattere il diabete. Ci credo poco e mi sembra molto strano che una superstar come la russa, con tutto lo staff che la segue, non si sia accorta che il farmaco fosse diventato vietato. Questa storia mi ha lasciato perplesso e mi ha fatto pensare: “Chissà quanti tennisti prendono sostanze che negli anni verranno considerate doping!” I controlli è giusto che vengano fatti perché falsare la prestazione con l’aiuto di pillole è la cosa peggiore che un atleta possa fare. Dispiacerebbe se succedesse a un amico ma ognuno deve assumersi le responsabilità degli errori che commette.

Hai un obiettivo preciso per questo 2016?
Non mi piace darmi obiettivi di classifica, o quantomeno preferisco volare basso. Voglio dare il massimo in ogni partita, poi il ranking arriva di conseguenza. Se vuoi un numero ti dico che punto ad entrare tra i primi 500 del mondo.

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