50° Torneo Avvenire: Vincono Payola e Oh

Chan-Yeong Oh
(Chan-Yeong Oh – Foto Panunzio)

OH STENDE VALKUSZ, ECCO LA COREA

E JULIA PAYOLA RIPORTA LA SPAGNA IN VETTA

Milano, 14 giugno – Spagna e Corea, un ritorno di prestigio e una novità assoluta. Se Julia Payola ha rimesso gli iberici sul gradino più alto del podio, Chan-Yeong Oh è il primo asiatico di sempre a vincere tra gli uomini. Sono questi i verdetti del 50° Torneo Avvenire, chiuso oggi sui campi del Tc Ambrosiano di Milano. Nella finale maschile, Chan-Yeong Oh ha lasciato sfogare l’enorme talento dell’ungherese Mate Valkusz, strepitoso per un set e mezzo, e poi ha macinato gioco costringendo l’avversario alle corde. Vinto il primo parziale con il punteggio di 6-3, Valkusz è stato in partita fino al 4-3 del secondo. Lì, sul 40-0, si è spento l’interruttore e così dal possibile 4-4, il coreano si è trovato di nuovo a galla (6-3). Di più: sempre da quel punto in poi, Valkusz non ha più vinto un singolo gioco, perdendone otto consecutivi. “Sono molto soddisfatto per questo successo – ha detto Oh, con un accenno di sorriso -, ho vinto in un bellissimo contesto e in una bellissima città”. Dichiarazioni di rito, che racchiudono lo spirito ordinato e quasi militaresco del coreano. Caratteristiche che ripropone anche in campo, con un gioco misurato, solido e diligentissimo. Dall’altra parte della rete, il magiaro è apparso molto stanco, sulle gambe e cotto dalle temperature di questi giorni nonostante soltanto oggi sia stato costretto al terzo set (3-6 6-3 6-0 lo score della finale). L’Italia cede così lo scettro, dopo due anni in cui proprio due azzurri avevano alzato il trofeo (Baldi nel 2012 e Pellegrino 2013), ma si consola sperando nell’emiliano Dalla Valle, sconfitto in semifinale proprio dal futuro vincitore e omaggiato durante la premiazione con la Coppa Mario Belardinelli, riservata al miglior piazzato dei nostri.

Tra le donne, il ritorno della Spagna – in campo femminile gli ultimi successi iberici sono targati 2002-2003 con la doppietta Gonzales-Sabate – stoppa la corsa di Ludmilla Samsonova. Russa di nascita, ma italiana d’adozione, Luda si è trasferita da Murmansk quando aveva soltanto un anno e ora si allena a Bordighera con Giulia Bruschi e con il team di Riccardo Piatti. Oggi, a quasi 4.000 km dalla città natale, è andata a sbattere sulla regolarità della spagnola Julia Payola, autrice di un paio di colpi vincenti in tutto il match ma comunque in grado di chiudere con il punteggio di 6-3 6-2. “Vincere qui è fantastico – ha detto la spagnola, che era in gara con una wild card e che era accreditata della testa di serie n.10 -. La città è splendida, i campi meravigliosi e poi avevo già vinto a Roma da Under 14, ho un gran bel feeling con l’Italia”. È stato un confronto di stili, con la scuola spagnola opposta al tennis pum-pum della russa: “Mi sentivo molto stanca – ha commentato Ludmilla dopo aver smaltito la delusione – perché in questa settimana ho giocato molti match tirati, soprattutto ieri in semifinale (6-4 2-6 7-5 contro l’altra russa Potapova, ndr). Però – prosegue – devo dire che quest’atmosfera mi piace, la musica ai cambi campo, l’arbitro, le tribune piene. Mi sono divertita molto. E poi anche il mio idolo, Maria Sharapova, ha perso in finale all’Avvenire”. Succedeva nel 2000, quando la vincitrice dell’ultimo Roland Garros perse dalla cinese Shuai Peng. Entusiasta anche il direttore del torneo, Giorgio Di Pietro: “È stata una grande settimana, il modo migliore per festeggiare un traguardo storico come quello dei 50 anni di una manifestazione famosa nel mondo come questa”.

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