Arrivo al circolo, il freddo è notevole, siamo intorno ai 2/3° centigradi. Non c’è anima viva, sono arrivato anche prima del direttore del torneo Paolo Verna; ma in realtà, guardando bene verso il campo 2 (il più lontano dall’ingresso), noto del movimento. Mi avvicino.
Sono le 7.15. C’è un signore in campo con due bambine, che sotto il nevischio provano i servizi. Il signore è Hynek Fruhvirt, quello che potremmo definire (all’epoca e anche oggi) un ‘wannabe Richard Williams’). Le bambine, rispettivamente al primo under 12 e primo anno under 10, sono rispondono al nome di Linda e Brenda Fruhvirtova. Le due ragazzine ceche hanno vinto già lo scorso anno (nell’under 10 e under 8) e nel 2016 hanno incantato gli appassionati romani. Un dominio impressionante. Le avversarie più brave, tra le migliori italiane, lottano a chi fa più game. Chi due, chi tre.
La vittoria di entrambe è scontata. Il direttore Verna, che negli anni ha visto passare bambini/ragazzi che si chiamavano Ljubicic, Ivanovic, Jankovic, Myskina, Ancic, Kournikova, Tipsarevic, Musetti, Berrettini, Giorgi e tanti altri, alla fine della premiazione chiama a sé le due sorelle. La foto è d’obbligo.
Linda e Brenda non sono semplicemente forti, sono dominanti. Linda già più potente, Brenda che basa tanto (se non tutto) sul talento: smorzate, strettini di rovescio imprendibili e grande carattere.
Linda, 16 anni, è già oggi intorno al numero 300 WTA con tanto di vittorie nei main draw del circuito maggiore. Tennis potente, fisico notevole e una grande forza mentale. Brenda, anni 14, ha appena vinto il suo primo titolo professionistico nel $25.000 di Tucuman, in Argentina, sotto lo sguardo attento di una certa Gabriela Sabatini. Il rovescio di Brenda è sempre una meraviglia e l’atteggiamento in campo già da giocatrice vera. Verissima.
Sono i rari i casi in cui guardando giocare dei bambini si pensa a un futuro nel circuito maggiore. Quel Lemon Bowl 2016 per me, ma un po’ per tutti i presenti, fu ricco di sorprendenti certezze.
Leggi anche:
- None Found