Diario da Linz: niente tennis giocato per noi, ma spettacolo alla Tips Arena

Schett Linz

di Michele Galoppini e Giulio Gasparin

Una sveglia un po’ posticipata rispetto al solito fa cominciare la quinta nostra giornata all’International di Linz. Un po’ posticipata perché ieri sera, tra la chiusura della sala stampa a mezzanotte e mezza, il ritorno a casa ed un po’ di relax con quattro risate, siamo andati a letto alle due. L’obiettivo di questa mattinata è duplice: fare qualche video in giro per la città per il mini video documentario che uscirà post torneo ed andare a goderci un’ora di tennis giocato nel circolo adiacente al palazzetto. Obiettivo 1: fallito! Anche oggi c’è un tempaccio e la luce grigia e piatta non va affatto bene per un video su una ridente cittadina. Obiettivo 2: fallito! Il club ha cinque campi e da qui a domani sera gli unici slot liberi sono stasera alle 21 o domattina alle 8 (e domattina alle 8 sia, visto che probabilmente alle 21 saremo ancora al lavoro).

In tutti questi fallimenti, quasi annoiati nel sapere di non avere da fare nelle successive due ore (ed invasi da dei maledetti moscerini che non capiamo da dove provengano…), ci lanciamo in un acquisto via web. Una paio di scarpe da tennis nuove a testa: ci servono, Giulio ha uno sconto ed il gioco è fatto! Arriva poi la notizia della WC a Flavia Pennetta a Mosca e si scatena il putiferio: ricerca di conferme, ricerca di news su altre possibili WC a Venus o Pliskova, calcoli su calcoli e scervellamenti vari e praticamente mangiamo ingozzandoci come oche perché in ritardo per raggiungere la Tips Arena.

FriedsamPrimo match alla Tips Arena è il primo quarto di finale di giornata, tra Anna-Lena Friedsam e Margarita Gasparyan. Match sulla carta molto equilibrato, poiché la russa proveniva da una bellissima vittoria contro la Giorgi e la Friedsam aveva ridato segni di vita proprio in questo torneo, che lo scorso anno la portò fino in semifinale. L’equilibrio sulla carta non trova corrispondenza in campo. Una Friedsam impeccabile, bilanciata nell’essere aggressiva e contemporaneamente solida, ha dettato il ritmo dall’inizio alla fine, schiacciando la Gasparyan, al contrario fallosa ed in palese difficoltà a tenere gli scambi. È probabilmente il non riuscire ad appoggiarsi ai colpi attrettanto bene come contro la Giorgi a metterla così in difficoltà, ed il punteggio piano piano la condanna. Questo è vero quantomeno fino al 6-3 5-2 per la tedesca, quando è la Friedsam a tirare i remi in barca, a diventare maggiormente passiva (troppo passiva) ed a lasciare l’iniziativa in mano alla russa. La Gasparyan non si fa certo pregare e coglie l’occasione al volo, trovando vari vincenti e rifacendosi sotto nel punteggio, fino al 3-6 4-5. La tedesca al servizio ritrova la prima e la lucidità dei game precedenti e questa volta chiude i conti, accedendo alle semifinali, dove troverà la vincente tra Brengle e Larsson, match che sta per cominciare ora.

Anna-Lena è certamente apparsa sorridente in conferenza stampa. “Mi piacciono le condizioni di questo campo, un pochino più lente, e chiaramente mi piace questo torneo, visto che ho ripetuto almeno la semifinale dello scorso anno.” Poi prosegue: “Giocare con la Gasparyan, che ha un rovescio ad una mano ed un stile di gioco che mi mette molto a mio agio, ovviamente mi piace. Mi permette di esprimermi al meglio.” Infine, rispetto all’infortunio patito a Bad Gastein ed ai suoi obiettivi di fine stagione, conclude dicendo: “L’infortunio non ci voleva, è stato un periodo difficile. Sono stata fuori 6 settimane ma quando sono tornata agli Us Open non ero ancora davvero pronta. Ora finalmente sto meglio. Sono vicina alle top100 e giocherò Lussemburgo e ITF in Francia, così da poter entrare nel main draw degli Australian Open.”

Il secondo match di giornata è quello tra Johanna Larsson e Madison Brengle, ma poiché io scendo all’entrata a scattare qualche foto ed a fare un paio di video (ed a prendere due mele gratis), lascio il compito della cronaca al compagno di merende (Krapfen nello specifico) Giulio.

LarssonIl match che ne è seguito ha visto come protagoniste forse due giocatrici non tra le favorite della vigilia, ma entrambe capaci di un tennis meritevole della semifinale. L’incontro tra Madison Brengle e Johanna Larsson è stato infatti molto combattuto, con scambi e game lunghi, in una lotta a tutto campo con continui capovolgimenti di fronte. Il campo lento, ma dal rimbalzo molto basso ha favorito il ricorso alla creatività di entrambe, che si sono sfidate a colpi di back e slice, chop e discese a rete, donando al gremito centrale di Linz un match dal sapore un po’ retro. Pur mostrando già dai primi scambi un rovescio insolitamente solido e aggressivo, la Larsson ha impiegato diversi giochi ad abituarsi alla palla lavorata e spesso senza peso dell’americana, scivolando sotto 5-2. La svedese però non ha mollato, accettando l’idea di scambi lunghi e lavorati. Sfruttando a pieno le capacità di trasformare la difesa in attacco, la Larsson ha saputo contenere le accelerazioni della Brengle e ribaltare lo scambio con efficaci incursioni a rete. Pur non vedendo un calo dell’americana, il set ha visto una svedese di livello assoluto, che ha messo a segno un parziale di cinque giochi consecutivi e fatto proprio il primo set.

Il secondo si è aperto all’insegna dell’equilibrio: i primi due giochi sono stati lunghissimi e sofferti, con tante occasioni da una parte e dall’altra ed entrambe le giocatrici abili nel ribaltare continuamente l’inerzia di ciascun punto. Uno stadio sempre più gremito si è scaldato per questo match così combattuto e decisamente atipico rispetto agli standard del tennis moderno, sopratutto al femminile. La Larsson, partendo per seconda, si è trovata sempre nella posizione di rincorrere, tanto da vedersi costretta a fronteggiare una palla set sul 5-4 in favore dell’americana. La vincitrice quest’anno del torneo di Bastad è riuscita però a cancellarla con coraggio, trascinando il set ad un giusto epilogo con un tiebreak. Anche lì l’andamento è stato a strappi, con allunghi non definitivi da una parte e dall’altra, così che ai due cambi di campo si è passati sempre in parità: sul 3-3 e sul 6-6.

È stata infine la tennista svedese ad assicurarsi l’incontro al secondo match point, al termine di uno scambio lungo e sofferto, chiusosi solo con un tentativo di dropshot della Brengle arrestatosi sul nastro. Johanna si è detta davvero contenta del risultato ottenuto, perché è stato un match molto difficile (tanto da stancarla, come lei stessa ha dichiarato) già dopo pochi game e perché arriva in un momento di buona forma in cui sta recuperando la strada perduta dopo l’infortunio. La superficie non è la sua preferita ed anzi è quella che dichiara piacerle meno. Purtroppo si dice dispiaciuta che la stagione stia finendo, poiché sta trovando buoni risultati in un momento di forma.

FlipkensMik riprende la parola e nel frattempo sono in campo Kirsten Flipkens e Denisa Allertova. Non ce ne vogliano, ma con varie altre cose da fare, interviste comprese, non siamo riusciti a seguirle come avremmo voluto. Non è stato difficile notare, però, che la belga sta continuando il suo periodo di ottima forma e che il suo gioco migliora partita dopo partita. L’avversaria di oggi era ben diversa da quella di ieri, la Wozniacki, ma la stanchezza accumulata ieri contro la Strycova è stata decisiva oggi contro la Flipkens. Game dopo game la sua brillantezza e la sua precisione sono andate spegnendosi e, nonostante una reazione d’orgoglio che le ha dato una palla del rientro e della parità sul 5-5 nel secondo set, la Allertova si è arresa 6-3 6-4. Siamo riusciti quindi a scambiare quattro parole contro la vincitrice, che domani affronta la vincente del match ora in corso tra Pavlyuchenkova e Krunic.

Credo che il mio livello sia vicino a quello del 2013, la mia stagione migliore, soprattutto quello mostrato ieri contro la Wozniacki,” ha esordito dicendo la Flipkens. “A causa dell’infortunio il mio ranking non è quello che dovrebbe essere e questo è il primo torneo post Us Open e quindi non sapevo che aspettarmi. Mentalmente e fisicamente sono ancora molto fresca, avendo saltato tutto il mese di settembre, quindi penso di poter avere un qualche vantaggio su molte giocatrici.” Infine le chiediamo di alcune discussioni avute in campo con i giudici di linea. “Non è semplice, ognuno vede la palla che vuole da un diverso punto di vista e può capitare che io la veda diversamente dai giudici. Ci sono stati alcuni errori, uno molto grave in un momento chiave. So che ognuno dà del suo meglio ma soprattutto nei punti chiave bisogna stare più attenti.

PavlyuchenkovaDopo una breve ma meritata pausa caffè con biscottini tocca all’ultimo match da seguire. Ci sono Anastasia Pavlyuchenkova ed Aleksandra Krunic in campo, pronte a darsi battaglia non solo con bordate da fondo campo ma anche con colpi di fioretto (per modo dire, niente scherma per ora). Nonostante mi stia aspettando un match molto combattuto e potenzialmente esaurito solo dopo un terzo set, la partita finisce presto per prendere un senso unico nella direzione della russa. Infatti, dopo i primi infiniti sei game, durati circa 35-40 minuti, la Pavlyuchenkova ha messo il turbo e non ha più permesso, nemmeno nel secondo parziale, alla Krunic di imporre il suo ritmo ed il suo divertente ma difficile tennis. Dal 3-3, la russa si porta sul 6-3 2-0 e quel break di vantaggio sarà decisivo anche per il secondo set, che si chiuderà 6-3 6-3.

Il risultato di basa sulla solidità e sulla capacità della Pavlyuchenkova di gestire i lunghi scambi e le variazioni della Krunic. La serba al contrario non riesce quasi mai a portare a casa gli scambi di tanti colpi, nonostante tenti più volte di far breccia nelle difese della russa con tante armi, che invece difende senza particolari problemi e contrattacca efficacemente appena può. La Krunic viene quindi spinta all’errore più volte e questo comporta anche il tentativo di affrettare gli scambi, senza gloria, per evitare di cadere sempre nelle stesse trappole di fattura russa.

Anastasia arriva così alla 13esima vittoria consecutiva a livello WTA su un campo indoor, dopo le cinque di Parigi 2014 e le cinque di Mosca dello stesso anno. Lei stessa risulta piacevolmente sorpresa dalla curiosa statistica (la risposta è stata “woooow”) ed è molto soddisfatta del suo match, nel quale è riuscita a fare esattamente ciò che si era prefissata. “Ci siamo anche allenate assieme ad inizio settimana, so come gioca ed ero pronta ai suoi colpi difficili da gestire. Volevo essere aggressiva e ci sono riuscita. Allo stesso modo sono stata efficace con le mie variazioni, quindi ho giocato un match davvero positivo.” La Pavlyuchenkova è anche l’unica testa di serie rimasta in tabellone: “Non importano ranking o testa di serie, ogni match è complicato, soprattutto al giorno d’oggi dove chiunque può battere chiunque, quindi bisogna restare concentrati dal primo turno in ogni caso.” Ci ha parlato infine della sua avversaria: “L’ho vista giocare prima del mio match ed è molto in forma, gioca anche lei con molte variazioni quindi non sarà affatto un match semplice.

CRdmxLsXAAEQd9AOra, che ci vogliate credere o meno, dopo una qualche interazione con la mascotte del torneo, Floewi il Leone, sono solo le 21:38! Quasi non ci credo nemmeno io. Manca poco alla fine del lavoro giornaliero, e nello specifico mancano solo alcune registrazioni per il podcast in italiano. Quindi non metterò il “ps” a fine pezzo, sappiate di non dimenticare i due podcast in fondo all’articolo! Ho solo timore di una cosa: tutto è andato secondo i piani, ho l’impressione che comincerà a piovere e che non arriveremo a casa proprio asciutti.

Noi torniamo al lavoro, così finiamo presto. Giornata finita, domattina presto tennis giocato e questa sera un po’ più di relax (e dovremo anche lavare i piatti). Ciao! A domani col diario e con le semifinali: Friedsam vs Larsson e Pavlyuchenkova vs Flipkens.


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