Fognini e Bolelli nella storia

bolelli fognini
di Alessandro Mastroluca
La prima coppia italiana in finale Slam nell’era Open. Piccola grande impresa di Simone Bolelli e Fabio Fognini, che sulla Rod Laver Arena hanno sconfitto l’olandese Jean-Julien Rojer e il rumeno Horia Tecau 64 36 63 in un’ora e 58 minuti. Un doppio azzurro torna così a giocarsi un titolo Slam al maschile per la prima volta dal 1959, dal successo di Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola al Roland Garros, dopo le finali perse nel 1955 a Parigi e nel 1956 a Wimbledon. In finale affronteranno Nicolas Mahut e Pierre Hugues Herbert, che non avevano mai giocato prima uno Slam insieme in doppio, capaci di rimontare da sotto 2-5 nel terzo set contro la coppia testa di serie numero 4, Ivan Dodig e Marcelo Melo, fino alla vittoria finale per 64 67(5) 76(5).
“Siamo chiaramente felici” ha detto Fognini. “E’ la nostra prima finale ma la nostra seconda semifinale qui a Melbourne” ha aggiunto, ricordando quella persa contro i Bryan nel 2013, la seconda a livello Slam per la coppia azzurra, battuta da Petzschner e Melzer all’Us Open del 2011. “E’ stato un match duro, equilibrato” ha commentato Bolelli. “Abbiamo piazzato tre o quattro risposte incredibili nel terzo set, è stata questa la chiave della partita. In finale troviamo una coppia come noi, non due specialisti del doppio. Ma noi giochiamo diversamente, più da dietro”.
Una tattica che ha funzionato anche contro Tecau e Rojer. Simone, migliore in campo, mostra subito le sue qualità in risposta, ne stampa tre vincenti al terzo game per togliere il servizio a Rojer, salvo poi mancare una facile volée nel game successivo che, insieme a un paio di rovesci mancati da Fognini, costano l’immediato controbreak. Ma Tecau perde ancora la battuta e gli azzurri fanno valere il maggior tasso tecnico. Anche per questo, nei game di servizio Fabio e Simone non prendono subito la rete, attaccano sfruttando molto la potenza delle accelerazioni diagonali da fondo fino al 6-4.
Fognini si conferma un po’ in difficoltà al servizio in apertura di secondo set. Rojer e Tecau allungano sul 3-0 grazie al secondo break subito da Fabio, che appare non abbastanza fluido nei movimenti. Sul 3-5, per gli azzurri matura una chance per rientrare, ma l’ace di Rojer e due chiusure a rete di Tecau allungano il match al terzo. L’impressione è che i nostri avversari siano vicini ad esprimere il massimo del loro potenziale, Bolelli e Fognini invece possono ancora crescere molto.
A inizio terzo set, però, la situazione potrebbe complicarsi. Gli azzurri scelgono di invertire l’ordine dei servizi e cominciare con Bolelli in battuta. Ma il bolognese deve arginare subito una palla break. Ci riesce pressando da dietro col dritto ma nel game successivo Fognini si fa breakare per la terza volta. Si fa perdonare però prima con una gran risposta vincente che aiuta il controbreak del 3-3, poi con un game di servizio finalmente autoritario per il controsorpasso (4-3). Si libera finalmente Fabio, che libera il tracciante lungolinea di rovescio per il 5-3. Per festeggiare, basta aspettare qualche minuto e il terzo match point.
Dopo aver conquistato due titoli in carriera, Umago 2011 e Buenos Aires 2013, Bolelli e Fognini ora inseguono un posto nella storia del tennis italiano.

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