Gojowczyk sbanca Heilbronn


(Peter Gojowczyk)

di Piero Emmolo

Riparte il circuito challenger dopo il major aussie. Appuntamenti in America ed Europa con autoritarie affermazioni di Klahn, Gojowczyk e Falla. Fattore casalingo determinante in tutte e tre le prove in calendario questa settimana.

MAUI (50000$, HARD); Profeta in patria lo statunitense Bradley Klahn, il quale fa suo il secondo titolo challenger in carriera su cinque finali disputate. L’americano si conferma giocatore da superfici rapide, come da tradizione per i giocatori a stelle e strisce. La vittoria vale al californiano il best ranking di numero 82 ATP. Klahn ha sfruttato al meglio la defezione last minute del favorito della vigilia Bogomolov Jr, ritiratosi a main draw già compilato per un fastidio muscolare al bicipite. Complice il tabellone apertosi e un feeling di palla sempre crescente in itinere, il 23-enne ha dominato il canadese Peter Polansky ai quarti e l’asiatico Tatsuma Ito in semifinale, prima di demolire in finale il taipeiano Yang con un perentorio 6/3 6/2. Con occhio critico e prospettico, la vittoria di Klahn è l’ennesima inconfutabile polaroid di un movimento tennistico incapace di produrre giocatori di vertice. Al momento un ricambio generazionale che competa ai fasti degli “slamers” di un decennio fa è pura utopia. La platea americana, per certi aspetti, sta vivendo la medesima, nostalgica, saudade della Germania tennistica successiva ai campioni “on grass”. Haas, Kiefer e Shuettler stanno a Becker e Stich, come Isner e Querrey stanno a Sampras e Agassi. Classifiche invidiabili, risultati prestigiosi, autentici traini per l’iniziazione di movimenti giovanili se solo fossero nati in paesi dalle tradizioni tennistiche non così eccelse. Invece no. Sono sempre destinati a portare sul groppone il fardello di aspettative degli appassionati, irriducibilmente memori delle gesta degli hall of famers dei tempi che furono.

HEILBRONN (106.500$, HARD) Il ricco appuntamento teutonico è stato preferito, per ovvi motivi logistici, specie da chi è stato estromesso nelle qualificazioni dello slam downunder. Diversi gli specialisti del veloce in tabellone. L’olandese Igor Sijsling e il tedesco Benjamin Becker godevano dei favori del pronostico per una vittoria finale, essendo accreditati delle prime due teste di serie. L’urna ha posto dinanzi, al primo turno, due derby tra veri habituè del circuito challenger: i rumeni Ungur e Copil e i tedeschi Brown e Gojowczyk. Desta piacevoli steps di miglioramento l’aitante ceco Jiri Vesely. Il talentuoso teenager s’è issato sino in semi, mostrando attitudine e concentrazione da veterano in due match molto equilibrati contro esperti come Haider Maurer e Ungur. Riesce a qualificarsi per il main draw Andrea Arnaboldi, estromesso ai quarti da Sijsling (7-5 6-4) dopo due buone affermazioni contro il “perdente fortunato” Martin Fischer e, soprattutto, il ben più quotato sloveno Blaz Kavcic. Ritiro al primo turno per il palermitano Marco Cecchinato. Il siciliano, dopo aver perso il primo set contro il lussemburghese Gilles Muller, è stato costretto al ritiro per un problema alla caviglia sinistra. La vittoria finale è andata all’idolo di casa Peter Gojowczyk, vittorioso per 6-4 7-5 sull’orange Igor Sijsling. Peter conferma così il positivo avvio di stagione già delineatosi in quel di Doha. Nella capitale qatariota il 24-enne di Dachau era arrivato sino in semifinale, riuscendo a strappare un set a (un opaco,a dir la verità) Rafael Nadal. Il finalista, sempre fin troppo dipendente dal suo colpo migliore, non è riuscito a cimentarsi in uno schema diverso da quello “servizio-dritto”, soccombendo così alla maggiore solidità del teutonico. Per il vincitore, best ranking di numero 99 ATP.

BUCARAMANGA (40000$, CLAY) Non conosce fine la cabala autoctona per il colombiano Alejandro Falla, che si aggiudica l’undicesimo titolo challenger in carriera (9 dei quali conquistati proprio in patria). Il veterano di Cali bissa cosi il titolo in Nuova Caledonia di inizio anno, inanellando un invidiabile en-plein stagionale di vittorie nei tornei disputati fin’ora. Falla, ormai non più giovanissimo, in alcune interviste alla televisione colombiana ha lasciato intendere di optare decisamente per una dimensione tennistica di prestigio minore, nel quale è comunque ancora molto competitivo. Il favorito della vigilia era il colombiano Alejandro Gonzalez, finalista soccombente al nostro Filippo Volandri (al quale va un plauso per la convocazione in Davis), nelle ATP challenger finals di San Paolo. Un ritrovato Paolo Lorenzi ha però arrestato in semifinale la corsa della prima testa di serie, infliggendogli un sonoro 6-4 6-2. La finale ha conosciuto verve agonistica solo nel primo parziale. La svolta all’undicesimo game con il break di Falla che decide set e match: 7-5 6-1 lo score finale. Ben auspicante la prova del senese che proveniva da un finale di 2013 non proprio incoraggiante. La copertura streaming dell’evento ha però permesso di (ri)ammirare il tennis solido e “di margine” del totoscano d’adozione. Per buoni tratti, Paolo ha destato il ricordo del gioco vistosi in quel di Torino contro il croato Marin Cilic in occasione degli ottavi di Davis Cup contro la Croazia.

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