Roberta Vinci: “Tyra Grant ha talento, ma serve pazienza”

L’ATV Bancomat Tennis Open entra nelle sue fasi conclusive, e i quarti di finale hanno sancito l’uscita di scena delle ultime italiane in tabellone. Sui campi in terra rossa del Circolo Antico Tiro a Volo, davanti a un pubblico attento e numeroso, non sono bastati cuore e talento a Tyra Grant e Dalila Spiteri per ribaltare pronostici difficili.

Grant, classe 2008 e reduce da due splendide rimonte, ha ceduto 6-2 7-5 alla lettone Darja Semenistaja, numero 2 del seeding e tra le giocatrici più solide del torneo. In contemporanea, Spiteri ha pagato le fatiche dell’incredibile rimonta contro Prozorova e si è arresa alla più fresca Tamara Zidansek con un netto 6-2 6-1.

Sabato sarà proprio Zidansek, ex semifinalista del Roland Garros, ad affrontare Petra Marcinko: la giovane croata ha travolto 6-2 6-0 la testa di serie numero uno Varvara Lepchenko. Nell’altra semifinale, Semenistaja sfiderà la campionessa in carica Oksana Selekhmeteva, che ha fermato l’entusiasmo della sedicenne Oktiabreva con un 3-6 6-4 6-3 carico di qualità ed esperienza.

Roberta Vinci - Foto Martegani
Roberta Vinci – Foto Martegani

Vinci a bordo campo, tra passato e futuro

Da inizio torneo, tra le tribune dell’Antico Tiro a Volo, c’è una presenza che non passa inosservata: Roberta Vinci. L’ex finalista degli US Open e protagonista dell’epopea azzurra in Fed Cup ha da poco intrapreso una nuova esperienza, a fianco della FITP, per affiancare da vicino i team di Lisa Pigato e Nuria Brancaccio.

È una collaborazione cominciata da poco – racconta Vinci – lavoro a stretto contatto con i coach e le ragazze, mettendo a disposizione la mia esperienza. È stimolante, mi piace mettermi in gioco in una veste diversa”.

L’ex numero 7 del mondo ha osservato con interesse anche il cammino delle altre azzurre, tra cui proprio Tyra Grant: “È alta, potente, ma ha anche un tocco raffinato. Deve lavorare su questo aspetto e, soprattutto, sulla gestione delle aspettative. Quando sei giovane e sotto i riflettori, serve calma. Ma il talento c’è, e lo sta dimostrando”.

Vinci ha poi speso parole importanti sul movimento italiano femminile, spesso dato per orfano dopo l’era delle Fab Four: “Dopo di noi si diceva che non c’era nessuna, ma era una visione sbagliata. Paolini, per esempio, è cresciuta tantissimo. Due finali Slam, Roma, un oro olimpico: non si vincono per caso. Ha saputo costruirsi, ha limato i suoi limiti ed è diventata completa, matura, solida. È un modello perfetto per le ragazze che stanno salendo”.

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