Salsomaggiore si tinge d’azzurro

Matteo Berrettini
(Matteo Berrettini)

di Giovanni Cola

Non era mai successo, nelle trenta precedenti edizioni del torneo, che l’ITF juniores di Salsomaggiore venisse vinto da due italiani. In sostanza che ci fossero un re e una regina tricolori nei tabelloni maschile e femminile. A riuscire nell’impresa sono stati Bianca Turati e Matteo Berrettini. Due cavalli di razza versione “teen” del tennis azzurro che sono stati protagonisti di due finali vinte da entrambi in rimonta con tanto pathos e sprazzi di gran bel tennis.

La vittoria per Bianca (4-6 6-2 6-3), 17 anni ancora da festeggiare, ha avuto un sapore ancora più particolare perchè la lecchese è stata la prima italiana a poter scrivere il proprio nome nell’albo d’oro di Salsomaggiore. A fianco di personaggi del calibro di Azarenka, Kanepi e Bencic, tanto per citarne qualcuno a caso.

Il suo rovescio ad una mano della Turati è da stropicciarsi gli occhi. La 16enne azzurra ha inoltre saputo dimostrare anche una grande condizione atletica, contenendo da fondo le sfuriate della sua avversaria Georgia Brescia e trafiggendola con passanti chirurgici non appena capitasse l’occasione.

Vincere un torneo come questo dà tantissima motivazione per il futuro – ha sottolineato la Turati dopo la premiazione – il match è stato durissimo anche dal punto di vista fisico. Oltre tre ore di battaglia che alla fine mi hanno regalato una delle gioie più belle della carriera. Sapevo che non dovevo dare troppo ritmo a Georgia, ci conosciamo bene anche tatticamente, credo comunque che il pubblico si sia divertito”.

Performance coi fiocchi anche per Berrettini (3-6 6-3 6-4), 18 anni appena compiuti, che è venuto a capo di una sfida complicata con l’americano Dennis Uspensky, giovanissimo talento emergente che pare abbia tutte le carte in regola per compiere a breve il salto di qualità definitivo. Matteo tuttavia è partito un po’ troppo contratto, lasciando eccessivamente il pallino del gioco nelle mani dell’avversario, prima di prendere confidenza e assicurarsi tanti games lottatissimi soprattutto grazie alla direttrice servizio-dritto. I progressi di questo ragazzo sono costanti, è seguito da Vincenzo Santopadre e da una struttura attrezzata al circolo Aniene di Roma. Scambiandoci insieme due chiacchiere si capisce che è un giovane di sani valori sportivi e che ha ben chiaro in testa dove vuole arrivare. Certamente risentiremo parlare di lui molto presto.

Non ho dato il meglio fin da subito – ha ammesso l’azzurro a fine gara – ero abbastanza teso e il gioco di Dennis sa essere particolarmente insidioso. Poi ho innalzato il livello lui è andato leggermente in confusione. Sono felicissimo perchè questo titolo è il coronamento di un lavoro duro con tutto il mio team. Però non voglio bruciare le tappe. E’ importante rimanere con i piedi per terra e continuare di questo passo con la categoria Junior, magari già da Roland Garros e Wimbledon

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