Abdul, I Giudici e Le Palette


SAGHE MENTALI IN STATO DI GRAZIA
La Rubrica dell’(In)Esperto di Stefano Grazia
Episode 8_Giocando col Negro Abdul …

Anche questo e’ stato scritto tempo fa …. ma  oggi,domenica 31 luglio  gli ho rifilato un passante lungo  linea vincente con un colpo da sotto  le gambe e non  potevo mica non dirvelo …E si, lui ci ha provato a giocare con quel cappellino ma io mi sono rifiutato …

Prima di tutto lasciatemi subito controbattere l’eventuale storcere del naso alla parola Negro del politically correct antirazzista ad litteram: la mia e’ una licenza letteraria da Mark Twain (il Negro Jim…) ma soprattutto un retaggio dall’Angola dove s’incazzavano se li chiamavi invece Neri osservando giustamente che il nero e’ un colore e il negro una razza … Ma giocando l’altro week end, come tutti i week ends, col Negro Abdul, un ragazzotto di 18 anni che sei mesi fa non sapeva in pratica giocare e non aveva ne’ rovescio ne’ servizio ma che gia’ correva come bee-beep, il Road Runner dei cartoni animati (quello inseguito inutilmente dal Vil Coyote), giocando con lui appunto il giorno di Pasqua mi veniva in mente, fra un colpo e l’altro, la diatriba innestata dall’articolo di Marta Polidori, sul fatto cioe’, sostenuto soprattutto da Barbara, che a tennis devono fare I tornei solo quelli che sanno giocare e non quelli che …vincono!, no, scherzo, quelli che fanno la palletta (e spesso comunque vincono). Dunque, sono li’ che gioco e le sto buscando: di solito vincevo 4 volte su cinque, magari al terzo o anche al quinto (si, lo so, difficile da credere ma qui giochiamo 4 ore di seguito…) ma diverse volte anche in straight sets…poi qualche volta ci avevo perso, qui e la’, magari il giorno che a lui entravano gli aces di seconda o il dritto da tutte le parti del campo, ma di solito fra doppi falli, errori forzati e un rovescio inesistente, riuscivo sempre a trovare il modo di portare a casa il match: all’inizio attaccando il rovescio e scendendo a rete magari mettendoci 5-6 smashes prima di riuscire a chiudere, alter volte semplicemente aspettando che passasse la buriana, hang in hang on, quando lui inventava quei 5-10’ in cui gli riusciva di tutto … Ma quell giorno il Negro Abdul aveva cambiato tattica e faceva il pallettaro e non solo: anche il junkie player, avete presente quei giocatori che sembrano camminare, arrivano sulla linea del servizio e ti giocano sciabolate in back e side spin e smorzate e pallonetti e non c’e’ verso di passarli perche’, diciamolo francamente, non siamo capaci di generare power e nemmeno di accelerare indovinando gli angoli stretti … E quindi non ci resta che piangere, ma che dico piangere… insultare il Negro Abdul che invece di giocare a tennis vuole, ma guarda un po’ che pretesa, vincere la partita nonostante, sia ben chiaro, io poi lo paghi anche (ed e’ per questo che gli ho detto chiaro e tondo: con quel cappellino non giochi, se vuoi che alla fine ti paghi anche…)…  E mentre fra me e me, o anche ad alta voce in italiano, gliene dico di tutti I colori provando anche qualche mental game , mi viene in mente l’articolo di Marta e I posts di Barbara … E mi vergogno. Alla fine del match perso 76 75 dico all’altro ragazzino, Kabirou, che era venuto a vedere la parte finale: He played like a sissy against a 56 years old man…(pausa sapiente)…I like that! (Ha giocato come una ragazzina contro un vecchio di 56 anni…BRAVO!, ha fatto bene, mi e’ piaciuto!)

Eccoli qua sotto, con mio figlio, i miei ragazzotti nigeriani: Abdul e Kabirou che, sia ben chiaro, quando giocano con Nicholas non chiedono soldi ma io poi gli do lo stesso qualcosa…

Kabirou e’ un giocatore superiore, da lui becco regolarmente 61 senza sforzo e infatti preferisco giocarci I doppi e in singolo ci gioco ogni tanto giusto per fare ritmo ma non e’ la stessa cosa che giocare un match e avere la possibilita’ di vincerlo … C’era un mio amico, un managing director della Saipem, che aveva dritto e rovescio strepitosi, due cannonate,vero fanatico di tennis MA col terrore della partita: o meglio, a lui piaceva eccome giocare ma solo con giocatori di due categorie superiori alla sua… cosi’ da poter fare il corri e tira e perdere senza vergogna e senza pensarci troppo 61 62 e magari farsi dire dal seconda categoria o dal Maestro di turno: Pero’, ma sai che giochi davvero bene? Poi scendeva in campo con gente che da me prendeva 60 60 e perdeva ignomignosamente non solo cagandosi letteralmente addosso ma anche essendo completamente incapace di andare oltre al colpire la pallina da tennis.Che e’ cosa ben diversa dal giocare una partita di tennis. E non e’ solo una questione di ‘cojones’, come da un po’ di tempo stiamo dissertando, ma anche di geometrie e strategie e di Senso di Smilla per la neve, che c’e’ chi ce l’ha e chi no, fermo restando poi che chi e’ tecnicamente piu’ completo ha anche piu’ opzioni, chiaro, non diciamo banalita’ … Un mio Coach era solito urlare(non a me ovviamente….): Se sei stupido non giocare a rugby!!!! e si potrebbe stare qui a discutere per ore e a spiegarsi E allora Totti, Balottelli o Cassano che ci azzeccano? Per poi concludere che l’intelligenza nello sport e’ spesso animalesca, piu’istinto e intuizione, e poi dipende dagli sport che a volte, anche nel tennis forse, come nel golf, essere stupidi non e’ indispensabile, pero’ aiuta … Ma non era questo il punto, non di questo articolo, perlomeno. E’ che prendendo in prestito lo sport di Barbara, la scherma, m’immaginavo un duello all’ultimo sangue fra un rappresentante del Pianeta Terra e un Alieno e in palio c’e’ il Destino dell’Universo… Chi scegliamo a rappresentarci, quello che ci piace di piu’ come tipo di gioco o…Nadal? … Come dicevo in uno dei posts,ci sono sport e sport e fortunatamente, non ancora almeno, il tennis non e’ uno di quegli sports coi giudici e la paletta.

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