Diario di Bordo dal Foro Italico


(Gianluca Naso – Foto Adelchi Fioriti)

dal Foro Italico, Alessandro Nizegorodcew

I diari di bordo dal Foro Italico sono i più complicati di tutti perché gli episodi da raccontare sono talmente tanti che, scrivendo la mattina successiva (come in questo caso), si rischia di tralasciare aneddoti importanti. Cercherò di non perdermi nulla per strada.

Arrivo al Foro Italico intorno alle ore 11 dopo aver finalmente dormito sino alle 9.30 (gli ultimi 5 giorni sveglia alle 5.40 causa trasmissione radiofonica). Sul Pietrangeli sono in campo Kavcic e Mannarino ma l’attesa è per il match di Flavio Cipolla (terzo dalle 10) con Rosol, sulla carta (e non solo) praticamente chiuso.

Prima però faccio un giro tra i campetti e incontro il mitico Adelchi Fioriti (fotografo) che si sta recando da Adelchi Virgili. I due sono amici dallo scorso anno, quando hanno scoperto che esisteva al mondo un altro Adelchi. Li seguo e la giornata inizia con una bella chiacchierata con Virgili, con cui è sempre bello ed interessante scambiare qualche idea. Siamo accanto ad uno dei campetti di allenamento davanti al bar del tennis, dove Alexia Virgili se la vede con la Torro-Flor. Adelchi dovrebbe fare, una volta finita la serie A2, le qualificazioni in tutti i challenger italiani su terra che ci saranno in estate in Italia. Intuisco che la partita con Naso sentiva di averla quasi vinta (ed in effetti è così) e ne intuisco il rammarico. Virgili ha sempre il sorriso sulle labbra ma si vede che giocare al Foro in qualificazioni sarebbe stato un sogno. Mi parla dei giovani italiani e capisco che il suo preferito, in quanto a qualità e potenzialità, è certamente Eremin.

Devo fare una breve intervista per la trasmissione La Voce delle Regioni ai ragazzi che hanno vinto i Campionati Mondiali Studenteschi (i due fratelli Berrettini, Procopio, Cortegiani, Moroni e Mosciatti). Mi sbrigo perché Flavio ha già iniziato ed è avanti di un break. Arrivo sul campo Pietrangeli dove sono già presenti la “mia” Virginia e il fido Nicola Corrente. Flavio gioca bene, sempre carico, serve profondo e con buone percentuali, tante palle corte perfette e pochissimi errori gratuiti. Rosol invece sbaglia tanto e non riesce a sfondare il romano con il servizio. Risultato: 6-0 Cipolla. Flavio continua a giocare bene sino al 2-1 Rosol nel secondo ma appena arriva il primo break subito dell’incontro va in confusione, in sfiducia, sbaglia colpi per lui comodi come alcuni back spin di rovescio e non riesce più a spingere col diritto: appena lo fa la palla esce di un metro. La mancanza di fiducia in questo sport è tutto. 6-1 6-2 per Rosol e Cipolla è eliminato. Per un set è sembrato quello vero, ma è stato troppo poco. E Rosol, c’è da dire, è salito molto da metà secondo set tirando gran belle catenate di rara potenza e precisione (impossibile contare il numero di righe prese nel terzo set).

Intanto ho sempre con me l’Ace Cube da consegnare a Paolo Lorenzi, mentre nella giornata di venerdì ho incontrato Max Sartori per dargli quello come Miglior Coach del 2012. Max scherzando mi fa: “Certo che oggi è il secondo premio che mi consegnano. Seppi solo primi turni, io solo premi…”

Mentre Fabbiano lotta alla grande con Berlocq (perdendo 76 64), è tempo di una rustichella e di una Pepsi prima di recarci sul campo numero 1. E’ d’obbligo però scambiare due battute con il mitico Matteo Viola che raggiungo in Players Lounge. Dall’incordatore, nel momento in cui passo, incontro Andrea Gabrielli e soprattutto (non me ne voglia Andrea) Madison Keys, giocatrice dalle potenzialità straordinarie (“Una futura numero 1” secondo Gabrielli). Intanto prende corpo la cena di Spazio Tennis, che come ogni anno si svolge alla pizzeria Raf. Quelli che incontro, in sostanza, li invito.

Si va sul campo di Giannessi che affronta Montanes. “Gianna” spreca un break di vantaggio nel primo e nel secondo dopo aver recuperato un break ne subisce un secondo sino a perdere il match. Dopo la finale di Napoli credevo che Giannessi fosse più in fiducia. L’unica colpo che davvero funziona è la smorzata di diritto, davvero mortifera e precisissima. Ma Alessandro è sempre in affanno dal punto di vista della respirazione. Non vorrei che i problemi ai polmoni non fossero del tutto risolti. Riccardo Bisti, però, che lo conosce bene essendo suo concittadino, mi dice che in realtà è una sua caratteristica quella di apparire sempre un po’ in affanno. Giannessi rimandato purtroppo. Il rovescio è ancora molto deficitario.

E’ il momento di Naso, anche se qualche minuto sul campo della Virgili non si può non concederselo (per vari motivi). Anche Virginia lo accetta (“La Virgili ha un’aura di bellezza incredibile intorno a sè” – esclama). Siamo sul campo di Alexia ma in realtà siamo al sole (sul campo di “Giallo” c’è ombra ovunque) e guardiano Naso contro Dutra Silva. Il brasiliano non gioca male ma a mio avviso non vale la classifica che ha di top-100. Naso ha la palla due volte più pesante. Il siciliano gioca un bel match, che però avrebbe dovuto chiudere più facilmente soprattutto nel primo set. Contro Gulbis oggi non potrà permettersi passaggi a vuoto di alcun tipo. Intanto finisce la Virgili, che gioca un grande match perso 46 62 62 con la Medina. Arriva come di consueto Supertennis per le interviste di rito. Di solito sono presenti un operatore e un giornalista. Per la Virgili erano presenti almeno 10 persone in campo…..

Scambio qualche battuta con Nastassja Burnett (“La Cornet? Ci vediamo solo ai players party, non ci ho mai giocato contro…”) che mi appare molto contenta della wild card e del lavoro che sta svolgendo con Tathiana Garbin. Incontro il prof. Buzzelli che mi regala un copia del suo libro sul Sensobuzz con dedica e ci apprestiamo a seguire Cecchinato. Marco gioca un match splendido, dando sempre l’impressione di comandare lo scambio contro un buonissimo come Donskoy. Pochissimi errori, tantissimi vincenti, percentuali di prime regali. Una partita quasi perfetta. L’unico difetto di “Ceck” è caratteriale (oltre che su di un rovescio migliorabile ma già molto migliorato, soprattutto in risposta. Risponde infatti più vicino al campo rispetto allo scorso anno): al primo momento in cui regala qualcosa si inalbera troppo. Nella giornata di ieri però è stato bravo a superare il momento di tensione riuscendo subito a concentrarsi nuovamente.

Nel frattempo sono anche riuscito a consegnare l’Ace Cube al mitico Paolino, che è sempre un grandissimo…

La giornata è finita, ma solo quella tennistica. E’ il momento della cena. Ecco i presenti: Roberto Bontempi con famiglia (compresa figlia piccolissima), Virginia, Cesare Veneziani, il Professor Buzzelli, Daniel Panajotti e la sua allieva Yuliana Lizarazo, Riccardo Bisti, Marco Caldara, i giovani tennisti Matteo Mosciatti e Jacopo Gribling. Una serata piacevole a parlare di tennis ma non solo.Vi lascio con la risposta di Panajotti alla mia domanda “Quando e come hai capito che Juan Monaco sarebbe diventato un grande giocatore?”

Ecco la risposta: “A Tandil facevamo questo gioco/allenamento: rivoltavamo tre cesti di palline sparsi su più campi attigui. I ragazzini, Monaco all’epoca aveva 7 anni, dovevano raccoglierle una per una rimettendole nel cesto. Pian piano alcuni si stancavano, rallentavano, mentre Monaco correva correva e correva. Quando gli altri erano quasi fermi lui continuava a correre sempre fortissimo. Ad un certo punto è svenuto. Lì ho capito che aveva qualcosa più degli altri, in quel momento ho capito che Juan sarebbe diventato un giocatore.”

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