Internazionali BNL d’Italia – Prequalificazioni Day 3

Gianluigi Quinzi
(Gianluigi Quinzi – Foto Costantini)
da Roma, Alessandro Nizegorodcew e Alessandro Mastroluca

Alessandro Nizegorodcew: L’approdo al Foro Italico è alle 11 precise. In campo Cristiana Ferrando contro Gioia Barbieri e, accanto, Martina Di Giuseppe opposta a Lisa Sabino. Mi soffermo inizialmente sulla prima sfida con la Ferrando che parte fortissima e si impone meritatamente 6-2. Da una parte il team Anzio con Francesco e Alessandro Piccari, Karin Knapp, il preparatore Marco Panichi, Benedetta Davato, Federica Quercia e tutti gli amici di Gioia; dall’altra papò Paolo Ferrando, Daniele Ceraudo e Tathiana Garbin. Nel secondo e terzo set la Barbieri alza il ritmo, la Ferrando tiene ma i punti importanti sono tutti della romagnola. La Ferrando, classe 1995, è però un ottimo prospetto, considerando che solamente da quest’anno si è dedicata pienamente al tennis dopo aver frequentato (e concluso) la scuola pubblica. La Barbieri che affronterà in semifinale Lisa Sabino, che in due set ha superato Martina Di Giuseppe. La «Digiu» ha trovato il proprio diritto solamente a metà secondo parziale, troppo tardi per sperare in una rimonta come accaduto con Giovine e Zucchini nei primi due turni. Rimane un torneo positivo per Martina, che avrà ora la chance del tabellone consolation per l’ultima WCQ a disposizione.

Faccio un salto ai campi di Paddle, dove è partito il torneo internazionale. E’ in campo l’amico Alessandro Di Bella che vado a seguire per qualche game. Sempre sostenere un amico milanista… Torno sui campi per dare uno sguardo a Federico Gaio contro Gianluca Mager. Gaio è migliorato molto nella gestione del match e anche tatticamente il suo tennis è ben costruito. Mager alterna ottime soluzioni a errori banali, come fosse ancora un po’ junior nella testa. Ma gioca bene e può crescere tanto se avrà la pazienza di ascoltare coach Diego Nargiso, che in questi giorni ha visto tutte le partite possibili immaginabili a dimostrazione di una passione tornata fortissima nell’ex davisman campano.

Osservo il primo set di Quinzi-Sinicropi insieme a Umberto Rianna e Giancarlo Petrazzuolo. Ascolto interessato le loro dissertazioni su Gianluigi e il senso delle loro parole è piuttosto chiaro: con qualche accorgimento questo diventa fortissimo. Stessa cosa mi hanno riferito altri tecnici nei due giorni precedenti. Sinicropi non è per nulla male e ne sono contento poiché il coach è l’amico (e collaboratore di Spazio Tennis sin dal primo anno) Fabio Colangelo. «Sini» pare davvero molto migliorato, bel diritto, rovescio solido e ottima variazione in back spin. Per Quinzi non è per nulla un match facile.

Mentre esco dal Foro Italico per dirigermi a Supertennis Tv incontro e scambio due battute con Paolo Ferrando e Daniele Palizzotto. Il testimone passa ad Alessandro Mastroluca, che mi dà letteralmente il cambio al Foro Italico…

Alessandro Mastroluca: Non è spettacolare il doppio 64 di Quinzi a Sinicropi, ma è comunque un segnale importante per la grande promessa del tennis azzurro. “Oggi non ha giocato un tennis bello, ma il tennis che serviva per vincere” commenta il coach con cui lavora, dopo la partita, a una sessione extra di allenamento al servizio. E GQ, nella nostra intervista post-partita, conferma. E’ riuscito a rimanere più calmo per lunghi tratti del match, ha controllato gli scambi sulla diagonale sinistra, tenuto l’iniziativa e regalato qualcosa, soprattutto nella parte finale, col dritto in avanzamento. Ha chiuso al terzo match point su un tentativo largo, ma con scarsissime possibilità di successo, di controsmorzata. Quinzi affronterà la testa di serie numero 1, Federico Gaio, facile vincitore su Mager.

Apparentemente agevole anche il 63 63 di Donati e Eremin, partita che nascondeva però insidie mentali più che tecniche. “Ci conosciamo benissimo, da quando abbiamo sette anni” ci spiega Donati, “siamo cresciuti insieme, abbiamo giocato tre anni vivendo insieme, perciò non era semplice”. E in effetti l’inizio, come ci racconta il fresco finalista del Challenger di Napoli, racconta le difficoltà di adattamento: 4 break scandiscono infatti i primi quattro game. Break cui, confesso, riservo un’attenzione marginale perché attratto dal match di allenamento che si sta giocando sul campo 4, alle spalle di Donati e Eremin, tra Karin Knapp e Daniela Hantuchova, subentrata in tabellone a Agnieszka Radwanska, costretta al forfait per un problema alla mano. Sarà un allenamento piuttosto intenso, con Daniela che non si risparmia e l’azzurra che squaderna una serie di colpi a tutto braccio, quasi a voler ritrovare fiducia per mettersi definitivamente alle spalle un 2015 con più ombre che luci. 

Matteo DonatiLa palla di Donati, che torno a osservare meglio dal secondo set, viaggia e pesa più di quella del 21enne di Acqui Terme, sceso in campo con una fasciatura piuttosto vistosa alla coscia destra. Matteo e Donati sono molto amici, Il fresco finalista del Challenger di Napoli gioca con i piedi vicini alla riga, controlla il gioco e muove l’avversario anche sulla diagonale sinistra, come in occasione del punto che chiude il primo set. Subito in vantaggio di un break anche nel secondo, Donati completa il match con il secondo break del parziale. Bravo Eremin a salvare i primi due match point (notevole la prima esterna con cui cancella la seconda forzando l’avversario all’errore in risposta di rovescio), ma Donati si procura una terza chance con tre sbracciate di fila di dritto che spezzano lo scambio e sfianca Eremin con l’ottima difesa sull’ultimo punto. “Abbiamo lavorato molto sulla resistenza in queste settimane”, ci spiega Donati. E il lavoro, che già coach Massimo Puci ci aveva anticipato, si vede tutto.

Donati affronterà in semifinale un buonissimo Salvatore Caruso, che nell’ultimo match di giornata, accompagnato dal rumore degli operai che ultimano le strutture provvisorie per gli stand degli sponsor, ha facilmente battuto Napolitano. Partita che osservo nelle fasi iniziali prima di essere sinistramente ipnotizzato dal dritto in chop di Monica Niculescu che si sta allenando sul campo 3.

La bella notizia di giornata è il ritorno al sorriso di Nastassja Burnett. “Qui c’è qualcosa di speciale, riesco sempre a giocar bene” commenta con noi l’azzurra, battuta l’anno scorso, proprio sullo stesso campo 2, da Garbine Muguruza nel match che di fatto ha chiuso il suo 2014. Da allora i lunghi mesi di stop per l’intervento al gomito, il rientro che sta cominciando (è al suo quarto torneo dopo l’infortunio), e gli obiettivi da ricostruire. “Adesso penso partita dopo partita” ci dice. Quella con Maria Elena Camerin non è praticamente mai iniziata. “Ho puntato molto sui colpi di inizio gioco, servizio e risposta, e hanno funzionato benissimo” ci spiega: il 62 60 finale ha bisogno di pochi ulteriori commenti.

Corinna Dentoni“Asia” affronterà, nella semifinale della parte bassa, Corinna Dentoni che ha vinto il match di giornata con Jasmine Paolini. Una partita che sembrava già vinta dopo un set e mezzo, sul 62 33, che poi si è maledettamente complicata per una serie di gratuiti nella seconda parte del set. Errori che hanno rimesso in corsa Paolini, testa di serie numero 2, soprattutto dal punto di vista mentale. I suoi “sì, sì, sì, sì!” hanno accompagnato quasi tutti i suoi punti a decibel crescenti, e la serie di tre giochi consecutivi ha portato il match al terzo. E’ diventata una lotta di nervi, a metà tra gli scacchi e la maratona, fino all’inevitabile tiebreak. Qui Dentoni ha giocato d’astuzia, ha sofferto di crampi al quadricipite ma è riuscita a mascherarli agli occhi di avversaria e spettatori. ha fatto la differenza con un parziale di 4 punti a zero, dal 2-3 al 6-3, e chiuso al secondo match point grazie all’ultimo regalo a rete di Jasmine. “E’ stata una vittoria molto importante” ci racconta Corinna, “spero di continuare così, vorrei tornare nelle 130, dov’ero prima, entro la fine dell’anno”.

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Gioia Barbieri

Gianluigi Quinzi

Nastassja Burnett

Corinna Dentoni

Matteo Donati

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