Armade disarmate…

(In Canada c’era solo Granollers…)

di Sergio Pastena

No, non vi diremo che il movimento è in salute, anche se obiettivamente siam messi meglio rispetto a tanti altri anni. Quello che vogliamo fare oggi è, alla luce del primo turno di Coppa Davis, dare uno sguardo alle altre nazioni e vedere come son messe alcune di loro. Proviamoci.

L’Armada a scadenza “reprise”

Scene a cui abituarsi…

Più di un anno fa scrivemmo degli spagnoli che, anche se all’epoca parevano imbattibili, in futuro avrebbero avuto qualche problema. Armada a scadenza 2013, per la precisione.

Neanche a farlo apposta proprio quest’anno la squadra iberica è uscita al primo turno per mano del Canada, formazione sicuramente ostica da affrontare per chiunque ma, diciamo la verità, carente a livello di secondo singolarista e certo non imbattibile.

A cadere, però, è stata la “Spagna C” di Ramos e Granollers, laddove quella A è composta da Nadal e Ferrer e quella B da Almagro e Verdasco. Riguardando i punti citati all’epoca la situazione sembra essersi dipanata come da previsioni: il fisico di Nadal avverte l’usura del tempo nonostante la sua giovane età, e il maiorchino è costretto a centellinare gli impegni. Tra le prime cose che finiscono nella pressa c’è ovviamente la Davis, che di gloria ne porta tanta ma di soldi pochini. Non è un caso che Rafa abbia saltato Kazakistan e Austria prima di infortunarsi: potremo vederlo solo in finale o giù di lì.

Anche i ricambi cominciano a scarseggiare: Feliciano Lopez ha fatto ciao con la manina e anche il generosissimo Ferrer dovrà pur gestirsi in qualche modo. Aggiungiamo che la stessa esigenza ce l’hanno anche i Verdasco e gli Almagro, tutti ben oltre i 25, e ci troveremo sempre almeno un buco a livello di secondo singolare, se non in entrambi come nell’ultima partita. Infine il doppio: non illuda la vittoria in Canada, Nestor e Pospisil son forti ma non sono una coppia rodata. Provate a mettere Granollers e Marc Lopez contro Stepanek e Berdych e vedrete volare femori.

Sarà curioso vedere lo spareggio: tanto per dire, una trasferta in Russia potrebbe far passare brutti quarti d’ora agli iberici in assenza dei big…

La vittoria di Pirro

Servono. Ma non bastano…

Il Re è nudo, definitivamente.

Guardando gli americani in classifica troviamo sette Top Ten (l’Italia ne ha sei) tra cui un giocatore ritirato (Roddick), un altro sfortunatissimo e perennemente rotto (Baker), un 34enne (Russell) e altri, come Isner, Querrey e Fish, che hanno già toccato il loro apice. Più Harrison, unica speranza a stelle e strisce a cui aggrapparsi per il futuro visto che Donald Young, dopo una breve fiammata, è nuovamente precipitato nell’oblio.

Sarebbe quanto meno ottimistico pensare che il futuro possa basarsi su ragazzi come Jack Sock e Rhyne Williams, utopico credere che gli Sweeting e gli Smyczek di turno possano fare di meglio di quanto hanno già fatto. Giovani americani che vincono Slam juniores non se ne vedono e, a parte il fratellino di Harrison, altro non pare esserci.

Beh, la vittoria casalinga col Brasile ha messo in luce la fragilità americana: gli Usa, al momento, paradossalmente potrebbero pure vincerla, la Davis, ma è anche vero che rischiano proprio contro chiunque. Era difficile prevedere tutte queste difficoltà coi brasiliani, ma la verità è che è bastato un passaggio a vuoto dei Bryan Bros contro un doppio più che degno come Melo/Soares a far vivere un mezzo incubo agli States.

Prima la vittoria al quinto di Bellucci contro Isner, che può battere chiunque e perdere contro chiunque, ha dato la parità ai carioca. Poi Alves li ha portati addirittura in vantaggio di un set vincendo il primo contro Querrey: e fortuna che Sam ha vinto il tie-break del quarto, altrimenti magari staremmo qui a parlare di un dramma a tinte auriverdi…

Siamo onesti: tra Usa e Serbia tiferemo per gli americani. Se dovesse riuscirci l’impresa in Canada sarebbe mille volte meglio affrontare loro in casa che la Serbia di Djokovic, in casa o in trasferta che sia.

Attenti ai polacchi

Ammettetelo, è uguale a Guzzanti.

Parliamoci chiaro: è un mistero l’assenza dal World Group di una squadra come la Polonia, già capace qualche anno fa di battere a domicilio la Gran Bretagna con Murray presente.

Un mistero che passa probabilmente per la sanguinosa sconfitta casalinga del 2010 contro la Finlandia, con Przysiezny che cedette due punti al quinto set, uno dei quali contro Kontinen.

Intanto è spuntato Janowicz e vedere un team con lui, il solido Kubot e un doppio di spessore come Fyrstenberg e Matkowski combattere nel Group I fa un attimino impressione. Ora, però, i polacchi, dopo essere stati addirittura nel Group II, sembrano aver messo la testa a posto: superate in tromba Madagascar, Estonia e Bielorussia, han regolato la Slovenia e si giocheranno l’accesso agli spareggi in casa contro l’abbordabile Sudafrica che, a parte Anderson, non ha grossi giocatori.

Se arrivassero agli spareggi potrebbero essere un osso duro per molti team.

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