Bautista-Agut sbanca Orbetello

(Aljaz Bedene, vincitore a Wuhan)

di Guido Pietrosanti

Tanti tornei challenger conclusi nella settimana dal 22 al 29 luglio in varie parti del mondo e su superfici diverse. Un’ottima opportunità di fare punti, poco sfruttata dai giocatori italiani, quasi tutti presenti nel torneo di casa giocato sulla terra rossa di Orbetello. Sono stati ben 11 gli azzurri in tabellone ad Orbetello, dove comunque alla fine ha vinto il favorito della vigilia, lo spagnolo Roberto Bautista-Agut che ha sconfitto in finale la rivelazione del torneo, il serbo Dusan Lajovic per 63 61. Tra gli azzurri, ottima semifinale per un ritrovato Alessio Di Mauro, che a quasi 35 anni dimostra di poter ancora competere a questi livelli. Anche Matteo Viola, 10 anni più giovane di Di Mauro, è stato fermato in semifinale da Lajovic dopo una dura lotta nella quale forse il nostro avrebbe potuto osare un po’ di più. Matteo va comunque elogiato per quello che sta facendo in questa stagione, nella quale si sta mantenendo a ridosso dei primi 150, pur dando l’impressione di perdere partite che avrebbe potuto vincere. Non bisogna dimenticare che solo un paio di anni fa, in molti pensavano che Viola non avrebbe mai raggiunto nemmeno i top 200 mentre oggi commentiamo una sua sconfitta in semifinale di un challenger con un certo rammarico. Tutto sommato soddisfacenti anche le due partite vinte da Gianluca Naso, fermato da Bautista nei quarti di finale.

A Oberstaufen in Germania vittoria del tedesco Dominik Meffert sul connazionale Nils Langer per 64 63. Buona semifinale per il 91 russo Andrey Kuznetsov, che dopo un’ottima carriera da junior, si stava un po’ perdendo nel passaggio ai professionisti, ma che sembra finalmente aver ritrovato, a 21 anni, la giusta direzione. La classifica atp lo vede questa settimana al 126esimo posto, quarto tra gli under 21, dopo il trio delle meraviglie, Tomic, Harrison e Dimitrov.

In Europa si è giocato anche a Tampere in Finlandia sempre su terra battuta. Il vincitore è stato il brasiliano Joao Sousa, testa di serie numero 1, che ha sconfitto in finale il francese Eric Prodon per 76 64. In finlandia si è rivisto in campo l’australiano Jason Kubler, miglior 93 nel ranking atp, fermato però già all’esordio, cosi come il nostro Daniele Giorgini, poco fortunato nel sorteggio. Da segnalare anche la buona semifinale del portoghese Gastao Elias, classe 90 in buona e costante crescita.

Anche ad Astana, in Kazakhstan, si è messo in luce un giovane dalle prospettive interessanti. Si tratta del russo Evgeny Donskoy, classe 90, che ha vinto il torneo battendo in finale il turco Marsel Ilhan per 63 64.

Ancora più ad est, nel challenger cinese di Wuhan, vittoria dello sloveno che si allena in Italia, Aljaz Bedene, numero 83 del ranking atp, che ha vinto in finale per 63 46 63 sul francese Josselin Ouanna. Per Bedene si tratta del 4 torneo challenger vinto in stagione.

Infine a Lexington negli Stati Uniti, prima vittoria challenger per l’americano nato a Kiev, Denis Kudla, che in finale ha sconfitto per 57 75 61 il canadese Erik Chvojka. Kudla, autorie di un’ottima stagione, deve ormai essere considerato tra i giovani più promettenti per il prossimo futuro, anche se ad inizio stagione gli americani si aspettavano probabilnente l’esplosione dell’altro 92 a stelle e strisce, quel Jack Sock che sembrava capace di poter raggiungere anche Ryan Harrisson, suo coetaneo e connazionale. Oltre alla classe 92, che a Lexington ha portato ai quarti anche l’argentino Velotti e l’australiano Duckworth, nel torneo americano si è spinto fino alle semifinali il fratellino di Ryan Harrison, Christian, nato nel 1994. Christian Harrison, rallentato in un primo momento da alcuni infortuni, sembra ora aver intrapreso la giusta strada per raggiungere il fratello Ryan, ridando cosi un po’ d’ossigeno al tennis americano, che da qualche anno ormai stenta a trovare un vero protagonista capace di creare interesse in una nazione abituata troppo bene dai successi del passato recente con Agassi e Sampras e da quelli del passato recentissimo di Andy Roddick.

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