Bonfiglio: Si può parlare di maledizione rumena?

di Luca Brancher

Per il quarto anno consecutivo l’Italia aveva una sua rappresentante negli Internazioli giovanili d’Italia (49esimo Torneo Bonfiglio) che sono in via di conclusione proprio in questo weekend nei campi del Tc Milano. Per la quarta occasione di fila, però, nessuna nostra connazionale sarà protagonista dell’atto conclusivo e, dopo che nel 2005 e nel 2006 fu Ioana Raluca Olaru ha estromettere Corinna Dentoni – proprio nel circolo che successivamente sarebbe divenuta la sua dimora tennistica, anche nel 2008 è una tennista rumena a privarci del sogno di una finale tinta d’azzurro.La prorompente corsa di Nastassya Burnett, tanto egregiamente issatassi al penultimo atto, tanto impotente oggi, si è fermata davanti allo strapotere di Simona Halep, classe 1991, già vincitrice del torneo juniores di Firenze lo scorso anno e in grado di sfoggiare un discreto palmares di risultati anche nel tennis professionistico, come testimonia la sua attuale posizione nel ranking (numero 545 Wta).

Se, proverbialmente , il buongiorno si fosse realmente visto dal mattino, allora la partita che avremmo dovuto vedere sarebbe stata ben diversa: sei palle break non sfruttate dalla Burnett nel gioco d’apertura ad un occhio disattento potevano conferire l’immagine dell’incontro combattuto, lottato, ma purtroppo il primo gioco sudato è servito alla Halep per rodare i propri colpi: col dritto e col rovescio ha mostrato una solidità disarmante ed una discreta capacità di accelerazione. Più sicura col rovescio, la rumena meraviglia per la grande varietà di tagli che ha col servizio, nonostante di statura non superi i 170 cm. Come molte picchiatrici va in difficoltà se fatta sagaciamente spostare e non ha nemmeno ben impressionato per le capacità di volo, anche se, dopo alcuni errori nelle battute iniziali, ha saputo disporre dell’avversaria con alcune sapienti palle corte.

Se non fosse per la statura che la penalizza, la Halep rientrerebbe nel novero delle future migliori giocatrici, ma nonostante questo una buona posizione nel ranking non dovrebbe esserle preclusa. La Burnett, invece, deve migliorare tutto ciò che riguarda la parte sinistra del corpo, dai colpi agli spostamenti, visto il ritardo con cui si trovava spesso a giocare il rovescio. Col dritto sa fare già parecchio male e fisicamente non ha nulla da invidiare alle colleghe, se rapportato poi al fatto che abbia soltanto sedici anni: il tempo per maturare e migliorare c’è tutto.

La partita però oggi è scivolta via rapida, con un doppio 6-1 che ha regalato alla Halep l’accesso alla finale, ma che non deve aver demoralizzato eccessivamente la Burnett, conscia di aver disputato un buonissimo torneo. Semifinale lampo è stata anche la partita tra la Jovanoski e la Berlinecke, con la prima che si è guadagnata il diritto a disputare per il secondo anno l’atto conclusivo di questo torneo: dopo che nel 2007 a fermarla ci pensò Anastasia Pivovarova, sarà questa la volta per la serba di aggiudicarsi il titolo?

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