Tornei su erba e Wimbledon: un’occasione da prendere… al volo!

RETE Radwanska
di Alberto Cambieri

Tra i tanti luoghi comuni del tennis moderno troviamo sicuramente quello relativo al rallentamento dell’erba e quindi dell’estinzione dei giocatori serve&volley capaci di esaltare ed estasiare le folle soprattutto durante le due settimane del torneo di Wimbledon. La capacità di prendere il prima possibile la rete garantiva infatti la possibilità di aumentare le proprie chance di portare a casa i match giocati sui prati, dal momento che in pochi colpi era possibile concludere gli scambi senza ricorrere a lunghi scambi da fondo. A causa del rallentamento delle superfici, di un’evoluzione di attrezzature e palline che favoriscono piuttosto un gioco di potenza e di pressione da fondocampo e della sempre minor attitudine di giocatori e giocatrici a cercare di concludere gli scambi venendo a rete, ormai anche nei tornei su erba si vedono sempre più match caratterizzati da scambi da fondo. Vi sono però ancora diversi tennisti e tenniste in grado di esprimere un buon, se non ottimo, livello di gioco di volo, specialmente per quanto riguarda la posizione a rete e l’esecuzione delle volées. Proviamo allora, in previsione delle due settimane dello Slam londinese, a vedere quali sono le 10 giocatrici WTA in grado di esprimere il miglior gioco a rete tra tutte quelle che prenderanno parte a quest’edizione dei Championships.

Agnieszka Radwanska

Attuale numero 3 del ranking WTA, la tennista polacca è stata in grado di raggiungere la finale a Wimbledon nel 2012, persa, non senza lottare, contro la potenza devastante di una rigenerata Serena Williams, appena accolta da Patrick Mouratoglou nella sua accademia dopo la devastante sconfitta al primo turno di Parigi contro la Razzano. La tennista di Cracovia è stata capace l’anno successivo di raggiungere nuovamente le semifinali del torneo londinese, arrendendosi però in un match lottatissimo (conclusosi per 9-7 al terzo) alla tedesca Lisicki. Proprio l’edizione 2013 dei Championships rappresenta il più grande rimpianto in carriera per la Radwanska, in quanto, nel caso fosse riuscita a raggiungere l’atto finale, si sarebbe trovata contro Marion Bartoli, sconfitta in tutti e sette i precedenti disputati a livello WTA. Tolti i grandi rimpianti per quell’edizione del torneo, sono diverse le gioie che la tennista classe 1989 è stata in grado di togliersi nei tornei su erba, superficie che maggiormente esalta il suo gioco. Ciò è dovuto alla sua capacità di leggere velocemente le giocate altrui, di sapersi muovere in modo ottimale anche sull’erba e alla sua naturale predisposizione a venire avanti: le sue volée sono di pregevole fattura e la sua copertura della rete, nonostante l’altezza non spaventosa (173 cm), è invidiata da quasi tutte le sue colleghe. Regina degli hot shots, deve proprio all’eccellente livello del suo gioco a rete il gran numero di apprezzamenti che tifosi ed altre tenniste manifestano nei suoi confronti. Agnieszka infatti non possiede colpi potenti da fondo, ma non ha paura di venire avanti quando l’avversaria è fuori posizione o quando si trova nella posizione di poter giocare colpi con i piedi ben saldi dentro al campo. Anche se i suoi approcci non sono devastanti in termini di potenza, sono sempre assai precisi ed imprevedibili, in quanto la tennista di Cracovia è una delle migliori sul circuito anche per quanto riguarda la scelta delle variazioni di rotazione da imprimere alla palla. Mai intimorita dal dover giocare colpi al volo per chiudere il punto, può inoltre far leva su ottimi riflessi che le permettono di rendere vincenti anche giocate apparentemente difensive. Non c’è dubbio che l’erba sia, proprio per quanti motivi, la superficie che più esalta queste sue invidiabili e sempre più rare caratteristiche, mentre sul lento, specialmente sulla terra battuta, il suo gioco di fioretto e i suoi attacchi non troppo potenti spesso lasciano spazio alle avversarie di prepararsi a giocare passanti o a recuperare palle che sull’erba diventano invece imprendibili.

Roberta Vinci

Altra giocatrice dotata di un fisico più compatto rispetto alla maggior parte delle colleghe (solo 163 cm per 60 kg), la tarantina ha sorpreso il mondo del tennis e non solo lo scorso 11 settembre ponendo fine ai sogni di Grande Slam di Serena Williams in semifinale a New York. Sull’erba l’attuale numero 7 del mondo in singolo è diventata la prima italiana di sempre ad aggiudicarsi un titolo WTA nel 2011 a ‘s-Hertogenbosch, superando in finale un rediviva Dokic, e nel 2012 ha raggiunto la prima seconda settimana in uno Slam in carriera proprio a Wimbledon dopo una sofferta vittoria contro Mirjana Lucic-Baroni, prima di arrendersi nettamente alla pressione da fondo della ex-promessa Paszek. Nonostante sia riuscita a bissare il quarto turno ai Championship anche nel 2013 (persi nettamente contro Na Li), l’erba non è mai stata la superficie prediletta della tarantina. Il suo gioco di volo tuttavia sembra poterle permettere di portare a casa molti incontri su questa superficie, proprio come è riuscita a fare in doppio tra 2012 e 2014 insieme all’ex amica Sara Errani, con la quale nel 2014 è riuscita a conquistare anche il titolo di doppio a Londra conquistando così l’ambito Career Grand Slam. La sua carriera ha però giovato della qualità del suo gioco a rete non solo per quanto riguarda il singolo e non solo sulle superfici veloci. Per quanto riguarda però in particolar modo l’erba, il suo gioco a rete e i suoi colpi in back sembrano perfetti per il gioco sui prati: dotata di una naturale tendenza a prendere la rete, negli anni è riuscita a rendere sempre più completo il suo tennis, ma è anche e soprattutto grazie a volée e colpi di fino che è riuscita a portare a casa trofei e scalpi importanti (vedere il game conclusivo del match di semifinale agli Us Open contro Serena). Rispetto alla Radwanska pare coprire un po’ meno bene la rete a causa di un fisico meno reattivo, ma è senza dubbio la giocatrice con più classe del circuito WTA di oggi quando si tratta parla di esecuzione delle volée.

Bethanie Mattek-Sands

Giocatrice imprevedibile ed assai sfortunata a causa degli innumerevoli infortuni subiti in carriera, l’attuale numero 85 del ranking è una delle giocatrici in grado di esprimere il gioco a rete più convincente dell’intero circuito WTA. Rispetto a Radwanska e Vinci non è dotata della stessa classe, ma fa del pragmatismo la caratteristica principale del suo tennis, non solo a rete. Proprio a causa degli infortuni non è riuscita ad ottenere in singolo i risultati che il suo talento le avrebbe consentito di raggiungere, ma nel 2008 è comunque riuscita ad issarsi fino agli ottavi di Wimbledon, sconfiggendo la quartofinalista del 2006 Beltrame, Dushevina ed al terzo turno la futura campionessa del 2013 Bartoli, prima di arrendersi con un duplice 63 a Serena Williams, futura finalista del torneo (perse quell’anno contro la sorella Venus). Lo scorso anno ha causato un upset al secondo turno sconfiggendo in maniera assai convincente la semifinalista del 2007 Ivanovic, prima di arrendersi con un doppio 75 al terzo turno alla stella nascente Bencic. Il primo set di quel match in particolare racconta dei punti di forza e di debolezza della Mattek-Sands e del suo gioco d’attacco: capace di prendere l’iniziativa e di rendersi imprevedibile nella prima parte di match, è riuscita a portarsi agevolmente in vantaggio per 5 giochi a 1, con la svizzera in balia del gioco dell’americana. Dopo aver però iniziato a leggere il gioco della statunitense, la Bencic ha pian piano rimontato. Il tennis d’attacco dell’americana infatti è assai efficace, specialmente sul veloce, ma rischia di diventare prevedibile. Tuttavia, il suo coraggio nel buttarsi a rete, la sua concretezza nel chiudere i punti con volée o schiaffi e la sua personalità esuberante che la conduce ad attaccare con costanza e convinzione anche tenniste ben più blasonate ed in alto di lei in classifica rappresentano un’insidia per tutte, in special modo sui prati. Non è dotata di chissà quali doti atletiche o di altri colpi in grado di mettere in seria difficoltà le avversarie (tutto il suo gioco è focalizzato sul prendere l’iniziativa e scendere a rete per mettere pressione alle avversarie), ma lo scorso anno, al termine del Roland Garros, insieme a Serena Williams era pur sempre lei, in coppia con la ceca Lucie Safarova, l’unica a poter ambire a realizzare il Grand Slam (parlando però di doppio, disciplina in cui, grazie al gioco di rete ed ai suoi riflessi, Bethanie sa davvero esaltarsi).

Ana Ivanovic

Non certo un nome nuovo per gli appassionati, può risultare sorprendente leggerlo nell’elenco delle tenniste più dotate per quanto riguarda il gioco di volo. Spesso viene troppo superficialmente etichettata solamente come una tennista di potenza, ma la tennista serba classe 1987 vincitrice del Roland Garros nel 2008 e capace lo stesso anno di issarsi fino alla prima posizione del ranking WTA è molto di più. Se da fondo la sua capacità di reagire velocemente alle giocate delle avversarie si nota specialmente per quanto riguarda la reattività con il colpo del dritto, con il quale riesce a generare una potenzia davvero impressionante, a rete può contare anche su un’ottima impostazione e una buonissima copertura della rete, agevolata dai 185 cm d’altezza. I rapidi riflessi e la capacità di imbastire una rapida risposta alle giocate della avversarie lasciano spesso desiderare per quanto riguarda il rovescio, ma rappresentano caratteristiche notevoli per quanto riguarda le sue volée. Agevolata dalle potenti giocate con cui è solita presentarsi a rete, esprime un gioco di volo assai efficace su ogni superficie, ma non sempre è stata in grado di approfittare di questo aspetto del suo gioco nel corso della sua carriera. A Wimbledon infatti vanta “solo” una semifinale, raggiunta nel 2007 e persa contro una perfetta Venus Williams.

Petra Kvitova

L’attuale numero 11 WTA e due volte vincitrice dei Championships nel 2011 e nel 2014 (vittorie in finale contro rispettivamente Sharapova e Bouchard) è una giocatrice completa che alterna spettacolari giocate da fondo con dritto e rovescio e pregevoli conclusioni a rete. La giocatrice ceca è infatti in grado di aprirsi il campo con i suoi potenti colpi da fondo ma, a differenza di altre colleghe che fanno della potenza la prerogativa principale del loro gioco, non si trova in difficoltà quando deve giocare le volée. Il suo gioco d’attacco si sposa alla perfezione con i prati e le due vittorie ai Championships lo dimostrano, ma spesso si pensa che i fondamentali da fondo e il suo servizio siano le uniche armi di cui la tennista classe 1990 dispone. Petra invece è in grado di coprire ottimamente la rete grazie ai suoi 182 cm di altezza, di allungarsi in modo notevole nonostante i limiti in termini di mobilità e, anche se non dotata di riflessi eccezionali, di essere protagonista di pregevoli conclusioni al volo sia dalla parte destra che dalla parte sinistra.

Barbora Strycova

Numero 26 del mondo dell’ultimo ranking WTA, finalista nel 2016 a Dubai e Birmingham, non è certo la tipica tennista ceca alta e che fa della potenza il caposaldo del suo gioco. La tennista nata a Plzen nel 1986 ha però dalla sua una grande mobilità e una propensione al gioco d’attacco che ricorda un po’ quella della Mattek-Sands, sebbene sia caratterizzata da un talento superiore ed un’impostazione notevole tipica della scuola ceca. Riesce a compensare gli appena 164 cm d’altezza con un’ottima mobilità e con la capacità di leggere in modo ottimale le giocate delle proprie avversarie. Non ha paura, nonostante si trovi ad affrontare tenniste solitamente più esplosive di lei, di prendersi le sue responsabilità a rete, parte del campo nella quale riesce ad ottenere molti punti sfruttando specialmente i suoi invidiabili riflessi e la sua mano delicata. Per quanto riguarda l’erba, è stata in grado nel 2014 di issarsi fino ai quarti di Wimbledon, persi contro la connazionale e futura vincitrice Kvitova, e di far fuori la campionessa degli Australian Open dello stesso anno Na Li lungo il cammino.

Su-Wei Hsieh

La tennista taiwanese classe 1986 è l’attuale numero 70 del ranking, ma nel 2013 è riuscita ad issarsi fino alla posizione numero 23. Non è certamente una di quelle giocatrici alle quali gli appassionati di tennis pensano quando si tratta di stilare graduatorie relative a particolari aspetti del tennis, ma non c’è dubbio che il livello del gioco a rete della ex numero uno del mondo in doppio sia di primo piano. Proprio in doppio si è tolta le più grandi soddisfazioni in carriera in coppia con la cinese Peng, tra tutte la vittoria di Wimbledon nel 2013, ma anche in singolare è un’avversaria che, specialmente sul rapido, può creare insidie ad avversarie anche di livello. Dotata di fondamentali entrambi bimani, è il gioco a rete che rappresenta l’aspetto più interessante e pericoloso del suo gioco: i suoi riflessi sono impressionanti e, sebbene non sia dotata di un fisico esplosivo come quello di Kvitova o Ivanovic, non disdegna le discese a rete, che ama concludere con volée sempre precise ed ordinate. Anche se non riesce ad imprimere grande potenza, la rapidità con cui esegue tutti i suoi colpi e con cui legge le giocate delle avversarie è impressionante. E’ solita scendere a rete con colpi d’approccio quasi mai definitivi, ma sempre giocati con estrema intelligenza.

Sara Errani

Finalista al Roland Garros nel 2012, semifinali a Parigi l’anno successivo e agli Us Open sempre nel 2012, nonché quartofinalista in altre 4 occasioni tra Australian Open, Roland Garros e Us Open, non è mai riuscita a superare il muro del terzo turno ai Championships, risultato ottenuto nel 2010 e 2012. Nonostante ciò, il gioco a rete delle Errani è di primo livello, segnale che saper giocare le volée non necessariamente porta ad ottenere molte vittorie sull’erba (nel suo caso sono il gioco da fondo e il servizio che non si sposano troppo bene con le caratteristiche del tennis sui prati), ma può comunque essere di fondamentale aiuto su ogni superficie. Grazie alle tante vittorie in doppio con la Vinci è riuscita a rendere più sicuro il suo gioco di volo, aspetto del suo tennis che è sempre riuscita a migliorare di anno in anno dal momento in cui si è affacciata sul circuito WTA. Rapida e reattiva, la sua ottima lettura tattica le permette di scegliere quasi sempre la corretta soluzione da eseguire a rete, non dando facili punti di riferimento alle avversarie quando tentano di “passarla”. I suoi colpi d’approccio raramente sono definitivi, ma la giocatrice di Massa Lombarda può contare su un solido gioco a rete che le permette di essere competitiva in ogni situazione in cui si presenta a chiudere i punti con le volée.

Kristina Mladenovic

La neo-vincitrice del Roland Garros di doppio femminile (in coppia con la connazionale Caroline Garcia) ha fatto leva proprio sul suo gioco a rete, oltre che ai suoi efficaci colpi da fondocampo, per portare a casa l’ambito trofeo. Apparentemente una giocatrice che fa della pressione da fondo la prerogativa del proprio tennis viste le caratteristiche tecniche e fisiche, in realtà ama costruire i punti non disdegnando conclusioni a rete con volée oppure utilizzando colpi di fino come la smorzata. Gli ottimi risultati ottenuti in doppio le sono serviti per migliorare il proprio gioco al volo e per prendere sempre più dimestichezza con le volée, aspetto del suo tennis migliorato in modo evidente nel corso degli anni. Certamente non sarà mai una tennista serve&volley vecchia maniera, ma tra le giovani pare essere una di quelle più competitive per quanto riguarda l’ambito del gioco a rete. Sull’erba ad oggi ha raccolto appena un terzo turno a Wimbledon lo scorso anno (dopo una serie di tre sconfitte consecutive all’esordio), ma è riuscita ad arrivare in finale a s-‘Hertogenbosch due settimane fa, quando si è arresa nel match conclusivo della manifestazione a CoCo Vandeweghe.

Magdalena Rybarikova

Una delle tenniste che tira più piano tra le top 100 del ranking WTA, ma che fa della tattica e dell’imprevedibilità del proprio tennis le sue principali armi. Da fondocampo è solita “addormentare” il gioco con frequenti cambi di ritmo e rotazione (specialmente con il rovescio), ma del suo tennis fanno parte anche frequenti discese a rete per chiudere i punti che raramente conclude con i fondamentali da fondo o d’approccio. Il livello del suo gioco a rete è ottimo grazie alla sua buona attitudine nel leggere le giocate avversarie, alla sua buona mobilità e ad un’ottima impostazione tecnica che le permette di giocare colpi al volo in praticamente ogni situazione. Curiosamente, ha raccolto 7 sconfitte al primo turno nelle prime 7 edizioni dei Championships prima di finalmente vincere due incontri durante la passata edizione di Wimbledon.

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