Toronto: Bolelli lotta ma va k.o.


di Roberto Commentucci

Il bolognese sconfitto in due set dal forte giocatore svizzero. Per l’azzurro una prestazione discreta, ma ci si aspettava qualcosa di più.

Simone Bolelli non è riuscito a sovvertire il pronostico nel primo turno del Masters Series canadese, che lo vedeva opposto allo svizzero Stanislas Wawrinka, testa di serie n. 9 del torneo e n. 10 della classifica mondiale. Il bolognese è stato sconfitto in due set, 64 76, dopo un’ora e 36 minuti di partita. Simone ha giocato un discreto incontro, ha fatto a lungo match pari con il più quotato giocatore svizzero, ma nei momenti decisivi di entrambi i set è stato tradito dal diritto, il suo colpo migliore, ed ha finito per arrendersi ad un avversario apparso complessivamente più solido e completo. Va riconosciuto che l’azzurro è stato sempre sotto nel punteggio e non ha mai dato veramente l’impressione di poter vincere l’incontro.

Il primo set, con entrambi i giocatori all’esordio estivo sul cemento americano, è stato caratterizzato da un gioco di qualità mediocre. Bolelli ha iniziato malissimo, lento, impacciato e stranamente poco efficace al servizio. In un attimo il bolognese si è trovato sotto 0 3 e ha dovuto penare non poco per aggiudicarsi il quarto game. Da lì in poi è iniziata una stranissima fase del match, con entrambi i tennisti disastrosi al servizio: si sono avuti tre break consecutivi a 0, uno subito da Simone e due dallo svizzero, anche lui molto falloso. Il bolognese si è così ritrovato sul 4 pari, e poi 4 5, ma nel successivo, combattuto game di servizio tre sciagurati errori di diritto (oltre a un paio di risposte aggressive di Wawrinka) gli sono costati la prima frazione.

Nel secondo set il livello di gioco si è alzato notevolmente, con entrambi i giocatori finalmente efficaci al servizio. Simone però nei propri games di battuta cedeva molti più punti di quanti riuscisse a conquistarne sul servizio del rivale, del quale soffriva particolarmente la traiettoria slice a uscire da destra. Il bolognese si è dovuto salvare una volta da 0-30, e una volta da 15-30, per poi trovarsi a fronteggiare, servendo sul 4 a 5, ben tre match point, di cui due consecutivi. Simone li ha coraggiosamente annullati, anche con la complicità di Wawrinka (che sulla terza opportunità ha messo in corridoio un rovescio non impossibile) e si è così approdati al tie-break. Anche qui grande equilibrio, finché lo svizzero, avanti 5-4, ha piazzato l’allungo vincente grazie a un diritto sballato dell’azzurro e a un bel passante incrociato.

Bolelli, apparso in una condizione atletica meno brillante di quella mostrata nella stagione europea sulla terra rossa, ha confermato i suoi pregi (il diritto è davvero un colpo importante), ma anche i suoi attuali limiti. Simone riusciva a tenere complessivamente bene lo scambio sulla diagonale sinistra contro il celebrato rovescio dello svizzero, per poi far valere la superiore pesantezza del suo diritto. In questo modo, quando si entrava nello scambio da dietro, poteva molto spesso a prevalere. Ma quello che ha deciso l’incontro a suo sfavore,come quasi sempre capita sulle superfici rapide, è stata la diversa efficacia dei colpi di inizio gioco: Bolelli è stato meno incisivo al servizio (62% di punti vinti con la prima palla contro il 78% dello svizzero) e soprattutto è stato sovrastato dal suo avversario nel fondamentale della risposta.

I due giocatori hanno infatti adottato due strategie diverse sulla seconda di battuta avversaria. Mentre Wawrinka ha costantemente cercato di aggredire il servizio di Simone, sforzandosi di rispondere sempre nei pressi della riga di fondo e di prendere l‘iniziativa, Bolelli ha variato continuamente la propria posizione in ribattuta, a volte cercando di entrare in campo, ma più spesso arretrando moltissimo per poi cercare di rispondere con una palla alta e carica, ed entrare così nello scambio. I numeri dicono che la strategia del bolognese non ha pagato, in particolare nel secondo set (nel quale non ha avuto neppure una palla break), mentre lo svizzero, pur rischiando e sbagliando molto, dai e dai è riuscito a trovare delle buone risposte, spesso nei punti decisivi, mettendo pressione al tennista di Budrio e costringendolo a prendere rischi eccessivi per ribaltare l’inerzia dello scambio.

L’impressione è che il bolognese sia sulla buona strada, se si pensa che lo scorso anno era da poco entrato nei primi cento e non aveva neppure la classifica per giocare questi grandi tornei, nei quali si affrontano sempre avversari molto temibili. Ilbolognese sta ormai da tempo esprimendo un livello di gioco da primi trenta giocatori del mondo. Tuttavia, se si vuole migliorare ancora, è necessario progredire ulteriormente nella ribattuta e negli spostamenti, oltre a sforzarsi di adottare qualche soluzione tattica alternativa al monocorde tentativo di sfondamento con il diritto. Da questo punto di vista, va riconosciuto che Wawrinka,coetaneo di Simone (sono entrambi del 1985) che ad inizio carriera non era molto più mobile e reattivo del bolognese, è riuscito a smussare i propri difetti meglio di quanto non abbia fatto il nostro giocatore.

Negli altri match giocati finora, si registra la sofferta affermazione di Richard Gasquet nel derby transalpino che lo vedeva opposto al mancino Llodra, spesso suo compagno di doppio, in un incontro nervoso ma a tratti molto spettacolare, e una vittoria in due set molto combattuti del tedesco Kiefer sullo statunitense Mardy Fish.

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