A Dubai una Venere in visone

di Giovanni Cola

Bella da vedere, elegantissima come da copione, tremendamente efficace in versione “deluxe”. Venus Williams, più tonica che mai, è tornata ad incantarci a Dubai dove ha sollevato per la terza volta in carriera il trofeo Wta Premier negli Emirati. E’ un successo che acquisisce ancora più valore non soltanto perchè ottenuto senza perdere un set durante tutta la settimana ma per il fatto che le consente di arruolarsi nuovamente, a quasi 34 anni e dopo una marea di problemi fisici, tra le giocatrici più temibili del circuito. L’americana ha finalmente ritrovato il ritmo partita, ha dimostrato di sapere tenere bene anche negli scambi prolungati. I colpi di rimbalzo non sono quelli dei giorni migliori, duole sottolinearlo, ma sanno ancora fare male. Soprattutto incidono quando conta veramente nel match.

E’ con questo mix di ingredienti che Venere ha dominato in finale Alizèe Cornet (6-3 6-0) in una sfida praticamente a senso unico, salvo qualche bello scambio di pregevole fattura. La più grande delle sorelle Williams sarà chiamata ora dare prova di solidità e continuità già dal torneo di Miami, sul cemento outdoor che lei indubbiamente predilige.

Non possiamo sminuire comunque l’ottimo torneo disputato dalla finalista che ha avuto il merito di estromettere Serena Williams in semifinale. Qualcuno, a dire il vero, ha adombrato qualche perplessità sul fatto che la n.1 del mondo non avrebbe spinto al massimo per lasciare il palcoscenico alla sorella nell’atto conclusivo. Ci sembrano tuttavia illazioni gratuite che possono essere tranquillamente rispedite al mittente. La transalpina invece, pur a sprazzi, ha fatto vedere spunti di grande tennis. Il suo problema però è sempre stato quello di sapersi mantenere ad altissimi livelli, riuscendo a consolidare il proprio talento.

Ma neppure a Rio de Janeiro sono mancate le sorprese. Ad aggiudicarsi il titolo sulla terra rossa brasiliana è infatti stata la 22enne giapponese Kurumi Nara che, un po’ a fari spenti finora, sta scalando a velocità sostenuta posizioni nel ranking e da domani sarà tra le prime 50 del mondo. Ha battuto in finale la ceca Klara Zakopalova con lo score di 6-1 4-6 6-1 in una partita che è stata davvero sull’ ottovolante. Conferma a tal proposito la sua tradizione negativa la Zakopalova che ha un record personale poco invidiabile di sole 2 finali vinte su 14 disputate in Wta.

Non vogliamo dimenticarci tuttavia di Nastassja Burnett che proprio a Rio, partendo dalle qualificazioni, si è issata fino in semifinale, dovendo arrendersi solamente alla futura vincitrice del torneo. Nel suo caso, auspichiamo davvero che una rondine faccia primavera…

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