Niente “restart” per Jamie Hampton, fragile talento made in USA

Jamie_Hampton

Di Matteo Mosciatti

A distanza di quasi due anni dal suo ultimo incontro ufficiale, il circuito WTA si era preparato a riabbracciare una delle più talentuose quanto sfortunate giocatrici americane. Sembrava pronta a tornare in campo Jamie Hampton, ex numero 24 del mondo, che prima del suo ventiseiesimo compleanno “vanta” già una quantità incredibile di interventi chirurgici superati. Purtroppo, dopo la notizia lanciata dalla USTA e dall’acount Twitter del nuovo WTA Challenger di Carlsbad, la Hampton si è tolta dal tabellone di qualificazione del torneo californiano.

Nata a Francoforte da padre statunitense e madre sudcoreana, Jamie inizia a giocare a tennis a 8 anni scontrandosi presto con i problemi fisici che ne segneranno le prime stagioni da professionista. A tradirla è il polso, ma inizialmente l’infortunio non sembra troppo grave tanto che la ragazza prosegue l’attività, entra brillantemente nel Ranking WTA e si laurea due volte campionessa di doppio USA. A 19 anni diventa necessaria l’operazione e il conseguente primo lungo stop. La voglia di riprendere il cammino verso i massimi livelli, però, è tanta, e oltre ad una grande forza d’animo la giovane dispone di un ottimo servizio e di colpi di rimbalzo molto potenti che lasciano ben sperare, ma anche doti di tocco invidiabili e ottime capacità offensive nei pressi della rete. La federazione ha fiducia in lei, così nel 2011 arriva la Wild Card agli US Open: il sorteggio le mette di fronte la compianta Elena Baltacha, surclassata nel primo set ma brava a reagire nel secondo, pareggiando il conto dei parziali. Poi il motivetto si ripete, senza lasciarla in pace neanche lì, in casa, all’esordio in un torneo dello Slam. Altro infortunio e ritiro.

Per riprendersi la ribalta Jamie sceglie il Major successivo, l’Australian Open 2012, dove supera il tabellone di Qualificazioni, demolisce Mandy Minella al primo turno del Main Draw e si arrende a Maria Sharapova. È l’anno dell’ingresso in Top 100 e della vittoria su Daniela Hantuchova a Wimbledon. È l’anno in cui gli appassionati si accorgono dell’esplosione di una potenziale campionessa.

La stagione successiva l’americana raggiunge il miglior piazzamento Slam portandosi sino agli ottavi di finale del Roland Garros, nel quale elimina Safarova, Schmiedlova e Kvitova prima di venire estromessa da Jelena Jankovic. Parigi fa da preludio alla finale sull’erba di Eastburne, best result in carriera dopo esser partita dallequali”, grazie al quale si fa spazio tra le prime 30 del mondo arrivando al numero 24 a fine luglio. Da qui il calvario.

La prima settimana del 2014 si gioca il WTA di Auckland, dove Jamie parte bene e vola in semifinale contro Venus Williams. Quella semifinale, però, non si gioca. Da quel giorno saranno più le ore in sala operatoria di quelle in campo:

Ho subito in totale 6 interventi.” – racconta – “Anca destra, anca sinistra, tendine d’Achille sinistro, gomito destro, tendine d’Achille destro e ancora l’anca destra. È dura ma fa parte della vita, purtroppo l’ho imparato in questo modo. Non tutto si può controllare.”

Ho provato a recuperare per Aprile ma non ci sono riuscita. Giorno dopo giorno vedremo fino a che punto migliorerò.” E tre mesi dopo queste parole, il giorno tanto atteso è finalmente arrivato.

Domenica Jamie avrebbe dotuvo disputare il primo turno di Qualificazioni del WTA 125K di Carlsbad, California. A questo punto sembra naturale aspettarsi un rientro con l’anno nuovo, probabilmente con i tornei ITF che segnano il gennaio americano in Florina. E se passato tutto questo tempo dall’ultimo match non ci si aspetta una performance straordinaria, quel che conta è che il peggio dovrebbe esser passato, quel che conta è che il tennis femminile ritroverà una grande giocatrice, una forte, decisa e magari, da oggi, un po’ meno sfortunata.

Dunque testa alla partita e massima concentrazione, tra poco si torna in campo! Good luck, Jamie.

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