Dietro un grande campione c’è sempre un grande team. E se oggi Jannik Sinner è campione di Wimbledon, buona parte del merito va condivisa con i suoi due coach: Simone Vagnozzi e Darren Cahill. In conferenza stampa, a poche ore dal trionfo sui prati dell’All England Club, i due allenatori hanno raccontato l’evoluzione di Jannik in questi anni, la pressione della finale contro Alcaraz e il valore umano e tecnico di un ragazzo che continua a sorprendere.
“Siamo incredibilmente orgogliosi di lui – ha esordito Cahill – perché non è stato tutto perfetto. Ci sono stati momenti in cui ha dovuto davvero scavare dentro se stesso. Ha giocato un tennis straordinario, ma ciò che ha fatto la differenza è stata la sua capacità di affrontare le difficoltà con lucidità. E questo, oggi, lo rende un campione vero”.
Simone Vagnozzi ha sottolineato come il lavoro quotidiano, fatto di dettagli e di sacrifici, sia stato fondamentale: “Jannik è un ragazzo che vuole sempre migliorare. La sua disponibilità è totale. In questi anni abbiamo costruito insieme un percorso, e oggi raccogliamo un frutto meraviglioso. Ma non è finita: il bello viene adesso”.
Tra i temi toccati in conferenza anche il significato di vincere uno Slam così prestigioso contro un rivale come Carlos Alcaraz, che a Parigi lo aveva battuto poche settimane fa. “È stata una grande rivincita sportiva – ha ammesso Cahill – ma non c’è mai stato uno spirito di vendetta. Carlos è un fuoriclasse, e batterlo in finale a Wimbledon dimostra il livello che ha raggiunto Jannik. Sono due ragazzi destinati a dominare il tennis per molti anni”.
Quando gli è stato chiesto quale sia stato il momento decisivo del match, Vagnozzi non ha avuto dubbi: “Il secondo set. Dopo aver perso il primo, Jannik è salito di livello, ha preso il controllo degli scambi. È lì che ha cambiato l’inerzia. Ma la forza mentale che ha mostrato nei momenti chiave è stata davvero impressionante”.
Infine, entrambi hanno voluto rimarcare un aspetto spesso sottovalutato: il lato umano di Sinner. “È una persona speciale – ha detto Cahill – umile, educata, sempre con i piedi per terra. Il successo non l’ha cambiato. E questo, per noi, è ancora più importante dei titoli”.
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