C’è chi torna (Ventura) e chi arriva (Prodon)

 

di Luca Brancher

“Ah è questo quello che avrebbe vinto un torneo Atp? E’ lui, Ventura, Santiago Ventura?” “Sì”. Ero curioso, la scorsa primavera, di trovarmi di fronte, in occasione del challenger di Monza, ad uno dei tennisti ai quali meglio si poteva appiccicare la tommasiana etichetta di “giocatore che ha ballato una sola stagione”.
Ventura, infatti, veniva ormai considerato come quel giocatore in grado di vincere un titolo Atp (Casablanca 2004) partendo dalle qualificazioni e il quale, dopo aver goduto dei privilegi che la classifica conseguita gli garantiva, si era lentamente eclissato. Per la verità, in quell’annata, raccolse anche qualche altro risultato, successivo al trionfo marocchino, tanto che all’inizio della stagione seguente era riuscito a raggiungere la posizione numero 79 del ranking Atp.
Ero curioso, anche perchè le uniche altre volte in cui avrei avuto la possibilità di vederlo, Santiago non attraversava un gran momento di forma, come era accaduto per tutto il 2006 e per buona parte del 2005: la classifica, undici mesi fa, lo vedeva alle soglie dei primi 400 giocatori del mondo e l’età non era più verdissima (27 anni compiuti lo scorso gennaio).
Tuttavia lo spagnolo sembrava aver iniziato con un piglio diverso questo 2007: una vittoria in un future iberico, un quarto di finale nel precedente challenger di Barletta ed altri risultati a corollario parevano conferire l’idea di un giocatore ritrovato e poichè, chiunque lo avesse visto, mi aveva riferito che Ventura, quando è in buona condizione, sa essere un giocatore divertente, non volevo lasciarmi sfuggire l’occasione.
Le partite che riuscì a vedere in quei giorni mi fecero capire che mi trovavo davanti ad un giocatore atipico: non dotato di un grandissimo fisico, Santiago ad un occhio disattento poteva sembrare un classico pallettaro, ma era un’impressione sbagliata. Il valenciano, dotato di un ottimo tocco, si esibiva all’improviso in variazioni di gioco, corroborate da un sapiente utilizzo della palla corta. Spesso i suoi match vivevano e vivono momenti di assoluta goduria tennistica, con avversari frustrati e costernati davanti al gioco dell’iberico. “Speriamo si riprenda” pensai.
E così è stato. Non a Monza, dove si limitò ai quarti di finale, ma già nella settimana successiva Santiago raggiunse un’insperata semifinale Atp, nella sua Valencia, seguita da tanti altri risultati challenger, come la vittoria a Milano, le finali a Mas Palomas, Cherkassy e Timisoara.
Adesso Santiago sta attraversando un periodo di ovvio calo fisiologico dopo questa annata vissuta a mille, ma ciò non gli ha impedito di raggiungere una posizione a ridosso dei top-100, l’entrata nei quali potrebbe essere imminente.

Un altro tennista che sta vivendo un periodo d’appannamento è il francese Eric Prodon, classe 1981, tennista che basa il proprio gioco su una grande solidità ed agevolato da un servizio di buona caratura. Eric in quest’annata vanta un record, quello di aver raggiunto per dieci tornei consecutivi l’atto conclusivo della manifestazione a cui prendeva parte. D’accordo, si trattava in sette casi di future e nei restanti di challenger, ma sappiamo che la continuità a qualsiasi livello è difficile da mantenere ed in qualsiasi torneo non è facile superare avversari sempre affamati che ti si frappongono nel cammino verso il titolo.
Prodon, che spesso veniva considerato come un giocatore che poteva spiccare il volo, ma che sempre veniva fermato da infortuni, quest’anno non si è fatto mancare nulla, trovando a Tampere il suo primo successo challenger e raggiungendo ampiamente i top-200 Atp. Le ultime prestazioni – ora come Ventura si trova in Sud America – non sono state esaltanti, ma è tutto figlio delle 60 partite giocate negli ultimi 5 mesi: il 2007 è stato sicuramente positivo, sarà il 2008 un anno ancor più prodigo di soddisfazioni?

Leggi anche:

    None Found